Nell’ultimo decennio abbiamo visto survival horror a bizzeffe, soprattutto da studi indipendenti: giochi ispirati a storie vere e non, più o meno brillanti a livello tecnico, tra vere e proprie pietre miliari e fallimenti clamorosi. Yuoni, ve lo anticipiamo, non prova a portare alcuna innovazione a una formula già pienamente inflazionata. Piuttosto prova a raccontare una storia dai retroscena raccapriccianti, tipica dell’affascinante immaginario horror giapponese. Vale la pena dare una possibilità al titolo di Tricore Inc.? Scopritelo nella nostra recensione!
Giochi pericolosi
Leggenda metropolitana narra che, in un ospedale abbandonato, eseguendo uno specifico rito si possa entrare a contatto con entità spiritiche. In particolare pare sia possibile evocare Tsun, bambino deceduto la cui anima pare continui a voler “giocare” con chiunque ne entri in contatto. Il gioco, chiamato Yuoni per l’appunto, in caso di sconfitta porterà alla follia e costringerà a rimanere bloccati per sempre assieme a Tsun. Un gruppo di ragazzini, attirato dall’incredibile e macabra storia decide di mettersi alla prova. Quello che non immagina però è che, presto, un apparente racconto dell’orrore diventerà un vero e proprio incubo.
Una trama che si lascia seguire, se non fosse per un limite piuttosto evidente. La storia viene infatti raccontata attraverso schermate di solo testo, tipiche del genere grapich novel, piuttosto che con cutscene o dialoghi in-game. Una scelta discutibile che intacca fin da subito il coinvolgimento del giocatore. La narrazione continua così, a fine e inizio di ogni capitolo, concludendosi con uno dei diversi finali possibili, dopo un paio d’ore di gameplay. I veri epiloghi, però, sono sbloccabili solo completando gli “Another chapter” e quindi rigiocando ogni scenario a una difficoltà superiore. Ci sentiamo comunque di promuovere la storia che, pur non rivoluzionando il genere, si lascia seguire.
Con il fiato sospeso
Dal punto di vista delle meccaniche di gameplay, invece, Yuoni delude. Dovremo sostanzialmente muoverci in ambientazioni poco caratterizzate, facendo attenzione a non farci vedere o a non fare rumore (a seconda del nemico che avremo davanti). L’intelligenza artificiale e il level design però lasciano davvero a desiderare e spesso ci si ritrova a correre all’impazzata, piuttosto che affrontare con timore e strategia ciò che ci si para davanti. Tutto ciò non contribuisce a creare tensione, rendendo il gioco spesso fastidioso più che divertente, e neanche troppo difficile.
Un’avventura piuttosto deludente anche sotto il profilo grafico. Su PlayStation 5 è possibile notare un’ambientazione appena abbozzata e avara di dettagli. Location tipiche dell’immaginario horror giapponese non vengono mai realmente sfruttate, ma piuttosto ripetute alla noia e senza personalità. Gli effetti sonori sono tutto sommato sufficienti, ma non riescono nell’ardua impresa di coinvolgere o spaventare il giocatore. Infine segnaliamo l’assenza della lingua italiana, con doppiaggio e testi completamente in lingua inglese.
Trofeisticamente parlando… finale a sorpresa
Con dodici trofei, di cui ben undici d’oro e un Platino, l’elenco trofei di Yuoni sembra davvero goloso per ogni cacciatore che si rispetti. Lo sforzo richiesto, in effetti, non è enorme, con trofei banalissimi. Vi basterà completare il gioco, anche in modalità alternativa, guardando tutti i finali possibili. Il tutto è fattibile in poche ore, la vera difficoltà sarà quella di sopportare le meccaniche di gameplay più che discutibili del gioco.