Astria Ascending – Recensione

Sviluppatore: Artisan Studios Publisher: Dear Villagers Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 39,99 € Italiano:

Astria Ascending parte con una dose di premesse allettanti. Un progetto nato nel solco dei tradizionali JRPG degli anni Novanta che annovera tra i suoi fautori una serie di nomi illustri come Kazushige Nojima (principale sceneggiatore di alcuni capitoli di Final Fantasy e di Kingdom Hearts), Hitoshi Sakimoto (musicista per Vagrant Story) e Akihiko Yoshida (Final Fantasy Tactics, NieR: Automata). La collaborazione con Artisan Studios è sfociata in un’avventura ruolistica dall’indubbio fascino artistico che, pur non essendo sorretta da una degna componente narrativa, può rappresentare un buon punto di partenza per i novizi del genere.

Astria Ascending

Un prezzo da pagare

Nel mondo di Orcanon vivono in apparente tranquillità più specie viventi. La quiete è assicurata dai Demigod, coloro i quali hanno accettato di salvaguardarla a scapito di una aspettativa di vita miserrima, appena tre anni. La missione principale è di difendere Harmony, l’armonia come parte del tutto e capitale fisica del regno. Astrae, le divinità protettrici che rappresentano i sovrannaturali Arbiter, sembrano tuttavia essere impazzite e attaccano gli abitanti invece di proteggerli dalle creature ostili chiamate Noise. Spetterà a otto semidei l’arduo compito d’indagare sui misteri che avvolgono la situazione e riportare la pace su Orcanon.

Gli eroi partono per un viaggio pericoloso, ognuno mosso da una differente motivazione. Infatti costoro non si sentono compagni fidati sulle prime, perlopiù un gruppo assortito costretto a collaborare dalle necessità. Fra i testi scritti e il corso della storia vengono offerti degli scampoli sul passato di ogni protagonista, come sulla loro personalità, eppure nulla che riesca a renderli profondi, concreti, né tanto meno in grado di spingere il giocatore a patteggiare per loro. Confusionaria e mai dotata di vero mordente, la trama di Astria Ascending procede in maniera lineare, calandoci nel mezzo del caos, ma senza dare i giusti strumenti per comprendere appieno la gravità delle cose. Non mancano tuttavia temi profondi toccati attraverso i personaggi stessi, trascinati da una regia fatta di soli baloon – in inglese o giapponese, manca una localizzazione italiana – sporcata da un doppiaggio piuttosto anonimo.

Astria Ascending

Demigod assemble, a turni

Con gli autori nipponici citati in apertura a dare manforte, Artisan Studios ha costruito un sistema ruolistico a turni che attinge dalla tradizione del genere. I nemici semplici sono visibili nell’overworld e i combattimenti iniziano solo quando gli sprite dell’uno e dei Nostri si toccano – è possibile ottenere un piccolo vantaggio colpendoli o evitare l’incontro scavalcandoli con un salto. Sul campo dirigeremo quattro degli otto semidei, mentre gli altri saranno in panchina e potranno essere scambiati sacrificando un turno.

Come da copione dei JRPG, sono disponibili i comandi di attacco, difesa, utilizzo di oggetti curativi, colpi speciali e il focus. Si trattano di punti che, accumulati, possono essere consumati per rendere gli attacchi più forti. Non che questo renda invincibili: il gioco richiede un certo studio delle vulnerabilità degli avversari – spesso difficili da decifrare – oltre a un’attenzione particolare allo schema del Job System. Solido e variegato, questo è basato sull’apprendimento di abilità e incantesimi. Il sistema di progressione di ogni paladino viaggia pertanto su una linea abbastanza guidata che consente invero di personalizzarlo un poco. Nelle arene degli scontri la godibilità del gioco viene inficiata da una scarsa leggibilità degli elementi, ma nel generale il lavoro svolto è di buona fattura.

Un mondo da esplorare in lungo e in largo

A Orcanon va ristabilita la serenità, ma per accogliere le richieste dei bisognosi si trova sempre del tempo. Il team ha costellato la mappa d’incarichi secondari, favori a cui dedicarsi per ottenere indumenti o altre ricompense. La scrittura di queste missioni non spicca mai per originalità e i premi risultano spesso poco utili, seppure si rivelano un buon punto a favore della longevità. Non manca un minigioco chiamato J-ster, che ai fan di Square Enix ricorderà il Triple Triad di Final Fantasy VIII. Tramite dei gettoni, ottenuti dagli scontri, è possibile imbastire una partita con quasi tutti gli abitanti del mondo.

La componente esplorativa è basata su un’impalcatura simile a un platform in due dimensioni, con piattaforme varie da raggiungere con un balzo. Certo, il cuore della produzione non risiede su questo, pertanto non sono richiesti riflessi particolari, ma il level design rimanda a tale tipologia di giochi. Abbiamo notato un distacco piuttosto rilevante tra le città, sontuose, sfarzose artisticamente quanto piatte e basilari in tale senso, e i dungeon, più stratificati. A proposito di questi ultimi, oltre a essere culla di tanti combattimenti, portano in dote degli enigmi lungo i percorsi, mai impossibili da decifrare eppure abbastanza stimolanti.

Astria Ascending

Harmony per gli occhi

A esaltare Astria Ascending è indubbiamente il comparto artistico, più nello specifico i disegni tutti curati a mano. Ogni sfondo illumina l’intera schermata grazie a dei colori vivaci e mai caricati, quasi a ricordare un libro fantasy illustrato. Il character design zoppica un po’ al confronto, palesando dei modelli mai davvero nuovi, comunque ben dettagliati. Solo le scenografie dedicate ai combattimenti sono un po’ spente, ma non mancheranno di splendere con qualche tocco magico. Quasi immediato è il paragone tra il titolo di Astria Studios e i lavori di Vanillaware, soprattutto Dragon’s Crown, sotto tale aspetto, con il primo che non riesce a surclassare il secondo. Infine, le musiche di Hitoshi Sakimoto non potranno ergersi sul podio dei suoi lavori migliori, pur risultando un buon accompagnamento alle nostre peripezie.

Teofeisticamente parlando: JRPG da cacciatori completisti

Astria Ascending potrebbe essere consigliato ai cacciatori di trofei amanti dei JRPG. Se scorrete l’elenco completo sul forum PlayStation Bit, noterete l’assenza di grandi sfide. Sono in totale cinquantuno trofei, distribuiti tra trentotto di bronzo, dieci d’argento, due d’oro e il tanto agognato trofeo di Platino. I primi riguardano quasi esclusivamente la trama, mentre per gli altri sarà necessario esplorare il mondo di Orcanon completando missioni secondarie e diventando provetti giocatori di J-ster.

VERDETTO

Se siete alla ricerca di un JRPG fresco di pubblicazione, ma fortemente ispirato ai classici del genere, Astria Ascending può essere una degna opzione. A incantare il giocatore è indubbiamente la direzione artistica che poggia su modelli e ambientazioni disegnati a mano. A questo però non fanno seguito una componente narrativa altrettanto brillante, risultando piuttosto confusionaria e mal gestita. Dal lato gameplay aspettatevi tutti gli ingredienti dei giochi di ruolo nipponici, con combattimenti a turni, un job system ben congegnato e delle missioni secondarie ripetitive. Artisan Studios si è insomma avvalso di alcuni nomi importanti nell'industria per realizzare un titolo discreto, troppo sporcato da alcuni difetti e incapace di mostrare una forte personalità.

Guida ai Voti

Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.