Dead Space – Recensione

Sviluppatore: Motive Studios Publisher: Electronic Arts Piattaforma: PS5 Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 79,99 € Italiano: Audio + Sottotitoli

Era il 2008 e un giovane appassionato di survival horror si faceva incuriosire da un titolo inedito, ma già in cima alle classifiche di vendita di PlayStation 3. Il budget a disposizione era quello di uno studente e non gli permetteva di spendere grandi cifre. La ricerca di pareri e recensioni prima dell’acquisto, però, non durò poi così tanto. L’istinto gli diceva di indossare quell’armatura così ingombrante, e avventurarsi a bordo di una USG Ishimura piena di insidie e terrore. Il suo sesto senso non sbagliava e quel viaggio, reso più longevo tra raccolta di collezionabili, ricerca di segreti e completamento a difficoltà improbabili, rimase per sempre uno dei suoi preferiti.

Questa, lo avrete capito, è la mia personalissima storia, ma potrebbe essere identica a quella di tanti altri appassionati. Il ritorno di Dead Space su PlayStation 5 è quindi una di quelle operazioni delicatissime in cui si vanno a scomodare i ricordi, uno di qui casi in cui è facilissimo sbagliare irrimediabilmente. Electronic Arts e Motive Studios non hanno avuto paura di affrontare la nostalgia, ma saranno riusciti a sconfiggerla?

Dead Space

Di cosa parla Dead Space?

Isaac Clarke è un ingegnere minerario inviato, assieme al suo equipaggio, a riparare la nave spaziale USG Ishimura. L’enorme vascello, in orbita al pianeta Aegis VII per ricavarne minerali, sembrerebbe fermo a causa di un guasto meccanico. Ci basteranno pochi minuti per capire che qualche problema c’è, ma va ben oltre le nostre peggiori aspettative. Isaac e i suoi colleghi vengono attaccati da abomini della natura e l’unica soluzione per sopravvivere è dividersi. Provando a salvare la pelle, il nostro protagonista si metterà anche alla ricerca di Nicole, sua fidanzata e medico proprio a bordo della Ishimura.

Da dove arrivano e cosa sono i Necromorfi che hanno appena provato a ucciderci? Forse ne sa qualcosa la Chiesa di Unitology, interessata a un manufatto alieno chiamato “Il Marchio” piuttosto che all’estrazione di altri materiali dal pianeta. Con un po’ di pazienza e attenta ricerca, potremo ricostruire tutto ciò che è accaduto sulla nave: come si è arrivati a questa situazione e, forse, come venirne a capo. La trama di Dead Space è sempre stata affascinante, vuoi le tante citazioni a grandi horror ambientati nello spazio, vuoi la presenza di un misterioso culto religioso. Se possibile, questo remake riesce ancor di più ad elevarla, con una narrazione arricchita da tanti nuovi dettagli. Le nuove missioni secondarie, oltre a rendere il backtracking più piacevole, custodiscono piccoli pezzi del grande puzzle costuito dal mistero della USG Ishimura.

Un protagonista rinnovato

La trama è rimasta pressoché identica, ma con qualche modifica alla narrazione. È il caso di Isaac Clarke, protagonista silenzioso nel capitolo originale, ma che in questo remake parla e mostra il suo volto fin da subito. Una scelta che può essere messa in discussione e alterare il fascino dell’Isaac originale, ma che funziona e ci offre una nuova prospettiva sulla sua personalità. Anche tutti gli altri personaggi sono stati rivisti e reinterpretati, ma in modo naturale e senza snaturare l’essenza del carattere originale.

Se non lo avete avuto su PS3, sappiate che Dead Space è un racconto di fantascienza horror con i fiocchi: colpi di scena, mostruosità aliene e culti misteriosi. Ciò che viene narrato dalle voci di chi sta provando o ha provato a sopravvivere all’inferno, viene poi arricchito dall’ambientazione stessa. La Ishimura, con i suoi corridoi claustrofobici, l’illuminazione scarsa e un’avanzata tecnologia devastata dai Necromorfi, è da sola capace di comunicare e raccontare una storia da brividi. Ecco perché, nel gioco originale, Isaac non aveva nemmeno bisogno di parlare.

Il nostro giudizio sulle novità introdotte è comunque molto positivo. Dead Space non distrugge i nostri tanto cari ricordi, ma li rinfresca nel modo giusto, adeguandosi anche a quello che è il mondo videoludico moderno. Se invece non avete mai avuto il piacere di affrontare quest’avventura, il remake su PS5 è un’occasione che non dovete perdere per nessun motivo al mondo.

Com’è il gameplay del nuovo Dead Space?

L’ottimo comparto narrativo di Dead Space è, anche in questo remake, pienamente sostenuto da un gameplay di spessore. L’esperienza di gioco è stata riadattata, con sezioni di gioco più o meno rinnovate, ma riesce nel suo intento proprio come nel 2008. Partiamo dal sistema di shooting, sempre molto soddisfacente e vario grazie alle tante armi a disposizione. Uno dei punti forti di Dead Space era proprio l’ampio arsenale, grazie al quale era possibile sminuzzare ogni diverso tipo di Necromorfo nel modo più brutale possibile. Dall’iconica Lama al Plasma, alla letale Pistola Multiraggio, passando per Lanciafiamme e Fucile a Impulsi: ognuna ha poi una modalità di fuoco principale e secondaria, per gestire al meglio ogni minaccia.

La varietà nell’approccio, molto più di altri survival, è fondamentale in Dead Space. Data la scarsità di munizioni e la presenza massiccia di Necromorfi, è fondamentale gestire al massimo ogni risorsa e sperimentare ogni arma. Immobilizzare un nemico grazie alla stasi per poi tagliargli le gambe e finirlo con un paio di calcioni ben assestati è, ad esempio, uno dei nostri metodi preferiti per risparmiare risorse. Un esempio utile a introdurre un’altra feature iconica della serie: lo smembramento.

I nemici sono creati e modellati per essere torturati nei modi peggiori dal nostro Isaac. Amputare arti a creature di questo tipo, oltre ad essere sempre estremamente gratificante, è fondamentale nel gameplay. Colpendo nei punti giusti, potrete rallentare o ridurre la pericolosità dei Necromorfi, senza contare il già citato risparmio di munizioni. Grazie al nuovo sistema di peeling potremo poi scorticare queste creature in nuovi modi, con carne, tendini e ossa stratificate in modo realistico.

Come sopravvivo?

Il fattore survival è una componente centrale in Dead Space, parte della narrazione stessa. Centellinare le munizioni è fondamentale, ma non bisogna rischiare di perdere energia prendendo a calci i nemici, ad esempio. Fare backtracking per recuperare risorse in percorsi bloccati in precedenza può rivelarsi anche un’arma a doppio taglio, se ad esempio un mostro vi coglie di sorpresa. Tutto ciò, unito a Necromorfi ancor più veloci e aggressivi rispetto al passato, rendono la difficoltà del titolo sempre piuttosto stimolante. Anche a livello medio, pur conoscendo quasi a memoria il gioco, ci è capitato di morire a causa di approcci un po’ distratti o superficiali, ma anche per cattiva gestione dell’inventario.

Oltre alle sezioni di esplorazione, Lama al Plasma alla mano, il gioco propone diverse alternative utili a spezzare i ritmi di gioco. Tra quelle più ricorrenti, le fasi a gravità zero, in cui potremo svolazzare liberamente per gli scenari, quelle in assenza di ossigeno, in cui avremo i minuti contati prima di morire asfissiati, e piccoli enigmi ambientali. Non bisogna poi dimenticare la possibilità di potenziarsi, per rendere la difesa impenetrabile e l’attacco devastante. Tutto è stato sgrezzato, rivisto e adattato per il pubblico moderno, pur non perdendo neanche un pizzico dell’atmosfera di un tempo. Isaac è sempre pesante, lento e impacciato nei movimenti ma letale quando può attaccare, in un modo congeniale al gameplay e mai frustrante.

Potremmo continuare a parlarvi per ore di Dead Space, ma mancherebbe sempre qualcosa. Nonostante una longevità tutto sommato contenuta, attorno alle 15 ore se vi dedicate ad esplorazione e missioni secondarie, l’esperienza di gioco davvero viva e ricca di sfumature. Il remake riesce a prendere tutto il meglio dal capitolo originale e ad elevarlo agli standard attuali, senza lasciare nulla al caso. Una cura del dettaglio indispensabile per chi, come Electronic Arts e Motive Studios, non vuole deludere le aspettative dei fan di vecchia data.

Dead Space è graficamente impressionante

La resa visiva di Dead Space su PlayStation 5 è di alto livello, in grado di mettere in mostra la potenza di PS5 come pochi altri titoli. La nuova generazione è finalmente tangibile, con due modalità grafiche disponibili: la prima caratterizzata da 60 FPS granitici, l’altra un sistema di Ray Tracing impossibile da sostenere per le vecchie console. Tuttavia se cercate dettagli su framerate o texture, non esenti da critiche e difetti oggettivi, non è questa recensione il posto in cui cercarle. Per quanto ci riguarda, il risultato complessivo è straordinario: i giochi di luce, gli effetti creati dalle esplosioni, ma anche gli schizzi di sangue sulla nostra armatura.

Se nel 2008 era la fantasia ad arrivare dove l’hardware di PS3 non poteva, in questo remake potrete finalmente vedere concretamente tutto ciò che avete sempre immaginato. La Ishimura, protagonista principale dell’avventura, è ancor più credibile e angosciante rispetto al passato. Il comparto sonoro, poi, riesce a far paura tanto quanto l’ambientazione, coadiuvato dagli effetti del DualSense. Ad arricchire il tutto, infine, un ottimo doppiaggio in italiano.

Come ottenere il Platino di Dead Space?

In maniera analoga al titolo originale, il Platino di Dead Space propone una sfida intrigante. L’unico vero ostacolo è la difficoltà Impossibile, che tuttavia sembra aggirabile attraverso glitch non ancora fixati al momento della stesura di questa recensione. Per il resto tanti collezionabili, una buona dose di backtracking e in una trentina d’ore potrete arricchire la vostra bacheca con questo Platino. Per ulteriori dettagli, date un’occhiata all’elenco trofei in italiano già disponibile sul nostro Forum.

VERDETTO

Per rispondere alla domanda che ci siamo fatti in apertura: sì, Electronic Arts e Motive Studios hanno sconfitto la nostalgia. Il remake di Dead Space riesce nell'intento di migliorare tutte le principali feature dell'originale, senza perdere nemmeno un po' del suo fascino: dalla trama, al gameplay, passando per il comparto grafico. Consigliamo senza esitazione l'acquisto di questo survival horror, che l'abbiate già giocato o meno.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.