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PlayStation 5 avrà uno schermo olografico in 3D? Scovato un brevetto di Sony

A poche ore di distanza dai rumor sul nome in codice e una presunta telecamera integrata, si torna a parlare di PlayStation 5. Il portale Let’s GO Digital ha scovato un curioso brevetto depositato da Sony Interactive Entertainment relativo a uno schermo olografico forse riconducibile proprio alla console di prossima generazione.

In verità pare che i documenti siano stati presentati all’ufficio preposto a metà del 2017, per poi essere resi noti solo il 3 settembre 2019 presso l’USPTO (l’ufficio brevetti statunitense). Si parla di un display in grado di mostrare “contenuti video e giochi 3D/2D”, composto da un trasmettitore di luce e un gran numero di specchi che possono muoversi e inclinarsi ad alta velocità, in modo da riflettere la luce. La luce emessa viene modulata così che ognuno dei due occhi abbia un’immagine proiettata diversa, che apparirà in tre dimensioni, senza pertanto che l’utente ricorra all’uso di occhiali 3D.

Attraverso un sistema di riconoscimento facciale e dei movimenti, sarebbe possibile riprodurre i giochi tramite ologrammi tridimensionali fruibili semplicemente tramite un controller. Lo schermo 3D può inoltre essere compatibile con smartphone, visori per la realtà virtuale e la realtà aumentata. Al momento è impossibile ipotizzare se i tempi siano maturi per implementare una simile tecnologia in un hardware da gioco che dovrebbe giungere sul mercato sul finire del 2020, anche se il colosso nipponico presentò un prototipo di display olografico a 360° durante il Digital Content Expo 2009 di Tokyo, ben dieci anni fa.

La fonte di tali informazioni si dice possibilista sulla possibilità di vedere uno schermo olografico su console PlayStation, ma al momento Sony non si è pronunciata al riguardo, né sappiamo se lo farà, pertanto vi invitiamo a prendere comunque la notizia con la dovuta cautela.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.