Syberia: The World Before – Recensione

Sviluppatore: Microids, Koalabs, Microids Studio Paris Publisher: Microids Piattaforma: PS5 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Dopo cinque anni da Syberia 3, Kate Walker torna sulle nostre console con Syberia: The World Before. Il quarto capitolo della saga creata dal compianto Benoît Sokal è un nuovo atto d’amore a quell’universo che tanto affascinò i videogiocatori negli anni Duemila. Probabilmente se siete qui come fan di Syberia e vi state chiedendo se valga la pena acquistarlo o meno, soprattutto dopo un “complicato” Syberia 3,  la nostra analisi a qualche giorno dall’uscita potrebbe essere per voi l’ago della bilancia.

Un nuovo anno zero?

Il profumo di novità in Syberia: The World Before si sente fin dall’inizio, anzi, si sentiva già dal prologo rilasciato (solo su PC) parecchio tempo prima del lancio. Il racconto, stavolta, è basato su due personaggi estratti da contesti completamente differenti e che non hanno, apparentemente, nulla in comune. Dana Roze e Kate Walker hanno vissuto a distanza di settant’anni l’una dall’altra, eppure i loro passi sembrano destinati a intrecciarsi. Una storia che oltrepassa il tempo e lo spazio, proprio come recita la sinossi ufficiale.

Da un lato, Dana Roze, è una brillante studentessa di pianoforte nella Vaghen del 1937, la cui vita sta per essere rivoltata come un calzino dall’imminente guerra alle porte dell’Europa. Dall’altro lato, Kate Walker, è prigioniera di fanatici neonazisti e costretta ai lavori forzati in una miniera di sale. Senza anticiparvi come e perché, Kate entrerà in possesso di un ritratto di Dana e riconoscerà una netta somiglianza tra lei e la donna vissuta settant’anni prima.

Partirà da qui, con un po’ di sana pazzia, la vera e propria storia di Syberia: The World Before, in un continuo susseguirsi di passaggi da un’epoca all’altra, da Kate a Dana e viceversa, per ricostruire la vita della ragazza e rispolverare vicende ormai morte e sepolte. L’intero viaggio custodisce al suo interno obiettivi e significati diversi che cambiano quando cambia il punto di vista all’interno del gioco.

Le emozioni trasmesse dal racconto toccano l’anima del videogiocatore. Ci troviamo al cospetto di una trama ben strutturata e sufficientemente profonda, accompagnata da personaggi secondari ben caratterizzati e da colpi di scena efficaci. Finalmente, ritorna lo stile Syberia.

Come un buon libro

Ne è passata di acqua sotto i ponti, a maggior ragione quando parliamo di avventure grafiche, dove il progresso tecnologico e l’evoluzione dei videogiochi hanno portato svariati cambiamenti all’interno di uno dei generi più antichi della storia. Allo stesso tempo, grazie ad alcune produzioni di successo recenti, questo genere ha trovato un po’ più di pubblico nella fascia “mainstream”, non sempre portando risultati positivi.

Non è difficile trovare giudizi discordanti su questo come su altri videogiochi, che spesso derivano dall’avere poca famigliarità con il genere o, semplicemente, dall’avere gusti diametralmente opposti. Syberia: The World Before è un titolo lento che si lascia gustare come un buon libro e che non ha nessuna intenzione di offrire un gameplay scoppiettante. Ma intendiamoci, come avventura grafica mantiene comunque ritmi buonissimi.

Gran parte della componente ludica sta nel muoversi nell’ambiente circostante, osservare ed esaminare ogni piccolo particolare in grado di raccontare qualcosa. Spesso, poi, quel qualcosa diventa anche cruciale per mandare avanti la storia o per risolvere un enigma. L’intelaiatura attinge direttamente da Syberia 3 e strizza l’occhio alle avventure grafiche moderne: telecamera in terza persona che segue il personaggio e cerca di dare profondità e dettaglio agli scenari (bellissimi!) fino a quando non è necessario cambiare inquadratura. I dettagli aggiuntivi a schermo sono pochi e le azioni permesse una manciata.

I tempi cambiano

Se uno come Ron Gilbert, reduce dal nuovo Monkey Island, arriva ad ammettere che gli enigmi cervellotici non sono più cosa di quest’epoca, allora vuol dire che è davvero cambiato tutto. I videogiocatori di oggi hanno tante distrazioni che portano via l’attenzione da un prodotto all’altro in men che non si dica. Figuriamoci se trovano la pazienza per rimanere fermi su un enigma per ore! Se ci facciamo caso, sono ormai tantissimi i titoli ad abbracciare questa filosofia e Syberia: The World Before non fa eccezione.

Il gioco propone una buona mole di puzzle, tutti più o meno intelligenti, ma affrontabili senza problemi se si è stati sufficientemente attenti. Sono pochissimi i casi in cui è necessario un leggero backtracking e, a dir la verità, forse neanche ce li aspettavamo. Sappiamo già che i puristi non rimarranno completamente soddisfatti dall’enigmistica proposta ma, allo stesso tempo, non rimarranno nemmeno così delusi.

Particolarmente interessanti e talvolta anche complicati sono gli enigmi legati agli automi o alle costruzioni Voralberg, dove secondo noi ritorna gran parte dell’atmosfera della serie. In alcuni capitoli, poi, è necessario alternarsi fra Kate e Dana per scoprire informazioni sulla risoluzione di alcuni enigmi, altrimenti bloccati.

Uno stile inconfondibile, unito a prestazioni solide

Soprattutto in un’opera del genere, ma in generale in tutte quelle di Benoît Sokal, non è raro fermarsi ad ammirare uno scenario. La particolarità e l’originalità di questo autore sono ormai patrimonio da preservare.

Così anche Syberia: The World Before esprime tutta la magia che vi aspettereste da un capitolo di questa serie. A differenza di Syberia 3, che tecnicamente aveva ben più di qualche problema, Syberia: The World Before risulta veramente magnifico agli occhi. Il primo colpo di fulmine arriva mettendo piede a Vaghen, la cittadina di stampo europeo che visiteremo sia nel passato che nel futuro.

Si può dire che Microids abbia imparato dagli errori, scegliendo di ritardare di qualche mese l’uscita su console per migliorare il risultato finale. Operazione riuscita, perché su PlayStation 5 Syberia: The World Before non ha quasi nessuna incertezza ed è privo di bug grandi o piccoli che avrebbero potuto invalidare l’esperienza. Un ottimo lavoro da ogni punto di vista, che andrà riconfermato anche sulle versioni old-gen attese per il 2023.

Trofeisticamente parlando: festival dei mancabili

Syberia: The World Before custodisce al suo interno trentuno trofei, Platino incluso. La caccia al trofeo di Platino sarà più che altro un continuo schivare trofei mancabili, a tal punto che si dovrà scegliere se leggere una guida fin dall’inizio o affrontare prima una blind run. Non mancano altri tipi di trofei impegnativi, per i quali vi suggeriamo di leggere la nostra guida ai trofei.

VERDETTO

Syberia: The World Before è il più grande regalo che Benoît Sokal poteva farci prima di lasciare questo mondo. Tornano a sentirsi le atmosfere tipiche della serie, grazie anche a una trama profonda e matura che colpisce più e più volte l’animo del videogiocatore per tutte le dieci ore di gioco complessive. Il gameplay è quello tipico di un’avventura grafica, lento e riflessivo, ma che nel complesso riesce a mettersi al servizio della storia e tenervi incollati allo schermo. Ora più che mai spetta a Microids preservare e rispettare l’eredità del fumettista belga.

Guida ai Voti

Salvatore Terlizzi
Scopre i videogiochi con Monkey Island e Indiana Jones, per poi rimanere legato a vita al genere delle avventure grafiche. Grazie a PlayStationBit scopre, quasi per caso, la serie Yakuza e finisce per innamorarsene. Ha ancora l'immenso piacere di farsi sorprendere da un settore in continua evoluzione. Ehi guarda laggiù! Sisi, c'è una scimmia a tre teste...