A Rose in the Twilight – Recensione

Sviluppatore: Nippon Ichi Software Publisher: NIS America Piattaforma: PS Vita Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € Italiano:

“Ma chi non osa afferrare la spina non dovrebbe mai desiderare la rosa”.
Anne Brontë

Produrre giochi su una console che la stessa Sony ha reputato “morta”, almeno per il mercato occidentale, non è sicuramente facile (anche perché poi proprio su questa continua a uscire roba, così da non capirci più niente nessuno NdD). Ma Nippon Ichi Software sembra non sentire il peso delle critiche alla piccola PlayStation Vita e sforna un titolo decisamente interessante quale A Rose in the Twilight. Vediamo quindi com’è andata questa gotica esperienza.

Imparo lento e sbaglio veloce

Se siete appassionati dei titoli 2D proposti da Nippon Ichi Software su PlayStation Vita, osservando A Rose in the Twilight non potrete non riconoscere lo stile proposto da un altro videogame da noi già premiato con una valutazione eccellente un paio di anni fa, ossia htoL#NiQ: The Firefly Diary.

Le somiglianze tra i due progetti non sono solo visive, dato che il gioco è anch’esso un puzzle platformer 2D in cui controlleremo una giovane dai capelli corvini, che si ritroverà all’interno di un castello diroccato con tante domande in testa, prima tra tutte perché si trovi in quella struttura dimenticata da Dio.

La struttura narrativa, composta da pochissimi dialoghi e da una serie di scenette animate dallo stile decisamente dark, ci porterà molto presto a scoprire che la rosa bianca presente sulla schiena della protagonista fungerà come una sorta di serbatoio per incamerare le macchie di sangue che troveremo sulla nostra strada e risolvere i vari puzzle che incontreremo.

In aiuto della ragazzina giungerà (o meglio, recluteremo) poi un golem tutto muscoli e zero parole, che avrà l’ingrato compito di svolgere lavori pesanti impossibili per l’esile donzella ai nostri comandi, dandoci così modo di controllare due diversi personaggi e aumentando di conseguenza la difficoltà degli enigmi.

Rose rosse per te, ho comprato stasera

Come abbiamo già accennato, la rosa presente sulla schiena della protagonista svolgerà un ruolo fondamentale nel completamento dei vari puzzle che andremo ad affrontare per proseguire nella storia e fuggire dal castello.

Fin dalle prime battute infatti ci verrà spiegato che, con un apposito tasto, potremo assorbire nel fiore il sangue che troveremo in vari punti della mappa, nonché collocarlo su alcuni oggetti per generare vari effetti. Solitamente tutto ciò che verrà ricoperto di sangue sarà dinamico: i massi crolleranno, le catapulte potranno essere attivate e molto altro ancora.

Diversamente, se preleveremo il sangue da una struttura la bloccheremo, facendo così ad esempio in modo che un interruttore non possa più sollevarsi lasciando quindi libero il passaggio, oppure sfruttando pietre in caduta libera per creare un ponte sospeso con cui superare enormi dirupi.

Questa dinamica base sarà poi da combinarsi con la possibilità del golem di sollevare solo ed esclusivamente oggetti ricoperti di sangue, il che aggiungerà ulteriore difficoltà ai puzzle dato che starà alla nostra abilità organizzare le azioni e i movimenti dei due protagonisti.

Pur essendo un semplice 2D a scorrimento infatti il titolo di Nippon Ichi ha la propensione a sviluppare l’azione in altezza, dunque non di rado ci ritroveremo con i personaggi su due livelli di gioco e la possibilità di interazioni “a distanza” tra i due, usando leve, barili e altro ancora.

 

Q.I. di 190 e rotti

A differenza del già citato htoL#NiQ, dove le meccaniche di gioco erano basate sul capire l’effetto delle nostre azioni sulla mappa e agire di conseguenza, A Rose in the Twilight propone un gameplay molto più incentrato sui puzzle.

Non sarà infatti raro ritrovarsi a ragionare a mentre fredda sulle azioni che dovremo eseguire per raggiungere il nostro fine ultimo, ossia superare gli ostacoli e passare alla stanza successiva, dato che molto spesso sarà l’unico modo per avere successo.

Non tutte le stanze (fortunatamente) richiederanno una spremitura di meningi senza pari, dato che a conti fatti alcuni schemi potranno essere risolti abbastanza rapidamente oppure in modi “alternativi” che ci permetteranno comunque di uscire indenni da determinate situazioni.

Questo darà vita a un gioco piacevole da giocare e soprattutto diverso da tutto quello che avremo affrontato fino ad ora grazie a un’atmosfera decisamente poco convenzionale, e soprattutto a tanti piccoli enigmi che faranno scivolare letteralmente via le ore in compagnia di questa strana coppia.

Il vero problema di A Rose in the Twilight, in questo senso, risulta però essere l’eccessiva brevità di una campagna principale che, a conti fatti, difficilmente andremo a ripetere, se non per raccogliere i vari collezionabili (e i trofei) sparsi nei livelli, oppure, per una nostra maniacale scelta, per provare a completare il gioco in maniera alternativa.

La modalità a tempo, denominata appunto Time Attack, si tratta purtroppo solo di una sorta di piccolo salvagente, che non allungherà eccessivamente l’avventura.

Impara l’arte e mettila da parte

La parte migliore di A Rose in the Twilight non è tuttavia la sua componente puzzle, dato che ancora una volta il team di Nippon Ichi ha voluto mettere il punto esclamativo sul lato artistico della sua opera videoludica.

Approcciando il titolo, infatti, non si potrà non rimanere colpiti dalla scelta di creare un ambiente dove le sfumature di grigio (ci perdoni E.L. James per la citazione) la fanno da padrone e in cui l’unico vero elemento di colore è proprio il sangue che macchia gli scenari di gioco con un rosso vivido e acceso.

Tutto questo aumenta notevolmente la sensazione di non essere a nostro agio in quella struttura diroccata, come se fossimo davvero noi la ragazzina impaurita che vaga tra le stanze cercando una via d’uscita. Tutto questo si unisce poi alla colonna sonora, creando un’atmosfera in grado di rapire il giocatore e farlo immergere totalmente nell’ambientazione.

Quasi a voler evidenziare lo stile gotico dell’avventura ci sono tante altre piccole scelte stilistiche, come ad esempio i teatrini muti che mostreranno le morti legate alle macchie di sangue che troveremo, oppure il suicidio volontario della protagonista per sbloccare determinate porte. Ma si tratta di scelte così particolari che preferiamo non svelare nulla, così che sia il giocatore a scoprire quante spine abbia questa magnifica rosa.

Trofeisticamente parlando: legami di sangue

Il vasto elenco trofei di A Rose in the Twilight comprende, tra gli altri, un succulento Platino che potrà essere agguantato senza troppi patemi. Richiederà qualche ora e un po’ di impegno trovare la strada che porta a tutti i collezionabili altrimenti, come spesso accade, i numerosi video presenti su YouTube ci toglieranno le castagne dal fuoco (e il divertimento), permettendoci di ottenere la massima ricompensa in men che non si dica.

VERDETTO

Se come Sony anche voi pensate che PlayStation Vita sia una console senza futuro, allora vi consigliamo di dare un'occhiata a questa fantastica opera targata Nippon Ichi Software. A due anni di distanza da htoL#NiQ: The Firefly Diary, il team è riuscito a creare un puzzle platformer 2D in grado di regalare emozioni, divertire e soprattutto impegnare la mente senza esagerare. La scelta stilistica di creare un gioco sulle tonalità del grigio, in cui uno degli elementi più importanti, il sangue, spicca in maniera evidente, è azzeccata e appagante, così come la narrazione e l'atmosfera gotica. Unica vera pecca è che l'avventura termini sul più bello, lasciando comunque al giocatore la sensazione di aver appena terminato un piccolo capolavoro portatile.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.