Antiquia Lost – Recensione

Sviluppatore: Exe-Create Publisher: KEMCO Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita, Mobile) Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Di videogiochi targati KEMCO ne escono a palate, basti pensare ad Asdivine Hearts dello scorso anno (non proprio promosso) e il fresco Sephirothic Stories. Nel mezzo vi è Antiquia Lost, l’ennesimo JRPG di Exe-Create il quale sviluppo, a dire il vero, risale a ben prima di Asdivine Hearts. La sua natura, infatti, esattamente come quella di tutti gli altri titoli di questa software house, è quella di videogioco per smartphone portato sulle console maggiori. Gli altri titoli KEMCO che abbiamo avuto modo di provare, senza girarci intorno, non sono mai riusciti a convincerci, e sfortunatamente Antiquia Lost non fa eccezione. Vediamo perché.

Devil will cry

La storia narra le gesta di Bine, un talentuoso cacciatore di demoni intento a lavorare per il sindaco del piccolo villaggio Crysta. Nel corso di una disinfestazione della foresta limitrofa, il protagonista incontra una strana ragazza di nome Lunaria, la quale convive con strane proprietà da slime che la rendono capace di captare i caratteri dei personaggi e di mangiare gemme per diventare più forte. La ragazza, che ha sempre vissuto nella foresta con sua madre, scoprirà di essere una principessa e verrà così scortata da Bine al palazzo reale, non prima di aver incontrato gli altri membri del party, ovvero Safira, una soldatessa anch’ella slime, e Jade, un saggio gatto antropomorfo. Perché il Giappone e i gatti vanno sempre a braccetto. Nel frattempo, le più importanti figure di rilievo nel mondo scompaiono nel nulla a causa di una figura misteriosa, crimine in seguito attribuito ai protagonisti, costretti a fuggire perennemente e al tempo stesso a risolvere il mistero.

La trama ci mette troppo a ingranare, e sfortunatamente si rivela non all’altezza delle aspettative a causa di cliché triti e ritriti, personaggi per nulla carismatici e una sceneggiatura dei dialoghi banale e poco sensata, che faranno domandare al giocatore persino come un certo personaggio sia finito tra i protagonisti. Tanti degli scenari del gioco sembrano solo riempitivi, con dungeon trascurabili e quest principali e secondarie da dimenticare. Soprattutto la missione di trovare la pecora di nome Kebab, fuori luogo e pure di cattivo gusto. E tasto Skip Story sia, se solo ci fosse.

Pay to overkill

La formula di JRPG presentata da Antiquia Lost è quanto di più sbilanciato si sia visto. Il gioco consisterebbe nell’eliminare i nemici che vi si parano davanti pensando alla perfetta strategia per massimizzare i danni e ridurre i rischi in base al tipo di nemico affrontato, eppure il videogioco di KEMCO manda a quel paese questa logica amplificando a più non posso il sistema dei danni inferti dai protagonisti fin dalle primissime battute di gioco. Per fare un esempio, i nemici del primo dungeon hanno circa 20 punti vita, mentre un fendente normale di Bine ne toglierà loro circa 150; rarissimi i casi in cui un nemico richiederà più di un colpo per venire ucciso – boss inclusi – e la situazione tende a peggiorare man mano che si prosegue con la storia.

Trattandosi di un porting di un gioco mobile, non ci volevamo credere, ma c’era da aspettarselo. Ad aumentare il divario di potenza tra personaggi e nemici ci si mettono le meccaniche da pay-to-win, queste presenti anche su PlayStation 4 e Vita, anche se non compatibili con il PlayStation Store (per fortuna?). Essendo questa la versione premium, i giocatori vengono ricompensati all’acquisto con mille gemme speciali, una valuta di gioco che permetterà di usufruire dei banner in-game per acquistare delle loot box con armi e potenziamenti per esse. Abbiamo ricominciato più volte il gioco per provare a fondo questa meccanica, scoprendo che sarà quasi garantita una summon leggendaria; tradotto, riceverete fin dall’inizio del gioco una o più armi potentissime per i personaggi, che potranno brandire senza restrizioni e che, pertanto, garantiranno un overkill al colpo.

Patatrac

La situazione crolla se si considerano le meccaniche dei semi e della fusione delle armi, che paradossalmente riteniamo le più interessanti del titolo. A ogni scontro vi è la possibilità di far cadere a un nemico uno o più semi statistiche, che potranno essere piantati nel menù e, dopo un certo periodo di tempo (dai dieci ai trenta minuti in-game) faranno spuntare degli oggetti che aumenteranno determinate statistiche in maniera permanente. I semi sono piuttosto comuni e il raccolto è tutt’altro che povero (si otterranno da uno a otto oggetti alla volta), garantendo in poche ore una crescita mostruosa del party. Si possono inoltre fondere le armi senza costo alcuno, unendo tutte le caratteristiche elementali e di potenza comodamente dal menù di pausa. A causa di tutti questi power-up, siamo riusciti a sconfiggere un boss spaventoso per i protagonisti al primo turno usando un contrattacco. Le tecniche non servono assolutamente a nulla (in quanto faranno meno danni di un attacco normale) e per affossare completamente l’esperienza di gioco basterà premere il tasto Triangolo per attivare la modalità automatica e vincere ogni sorta di scontro senza muovere un dito. Insomma, tante meccaniche mal bilanciate che vi faranno sentire un dio sceso in terra alle prese con un gruppo di formiche.

Com’è piccolo il mondo

I titoli targati KEMCO, non è un mistero, non brillano per qualità grafica a causa dei limiti tecnici della versione (particolarmente obsoleta) di RPG Maker, eppure Antiquia Lost non riesce neppure a spremere quel che verrebbe offerto dal programma di creazione. Basti guardare gli sprite anonimi degli NPC, la pochezza di dettagli nel mondo di gioco e nei villaggi e, soprattutto, gli edifici senza porte. Nessuna casa o negozio dispone di una porta, e come se non bastasse l’appartamento di Bine è identico in tutto e per tutto a quello di Zack in Asdivine Hearts (ma la mancanza di creatività la attribuiamo a quest’ultimo, essendo uscito un anno più tardi).

L’ambiente è spento e non in grado di comunicare sensazioni al giocatore, ci sentiamo di salvare in questo comparto soltanto il character design dei protagonisti, ben curato nello stile, e nella personalizzazione dei propri sprite, che mostreranno in battaglia alcuni degli oggetti equipaggiati. Torna ancora una volta il problema del comparto audio, limitato a suoni esagerati e improponibili e sole tre tracce audio che accompagneranno l’intera esperienza di gioco, musiche anche orecchiabili, ma che alla lunga stancheranno inevitabilmente. Da segnalare un frame rate instabile su PlayStation Vita, soprattutto durante le animazioni negli scontri, e un fastidioso input lag nei movimenti. Insomma, KEMCO si è limitata a copiare e incollare il prodotto da mobile a console senza apportare cambiamenti o migliorie, non curandosi dei difetti noti del titolo e vendendo all’utenza PlayStation un gioco a prezzo raddoppiato rispetto alla versione premium su smartphone.

Trofeisticamente parlando: volere è potere

Il set di trofei di Antiquia Lost vede diciotto coppe di bronzo, undici d’argento, cinque d’oro e un soddisfacente Platino. La storia, le missioni e l’esplorazione sono essenziali per arraffare la coppa più prestigiosa, in quanto bisognerà vedere i due finali proposti dal titolo, completare tutte le missioni secondarie (nessuna mancabile) e trovare la bellezza di trecento forzieri (quasi tutti quelli del gioco), facendo duecentocinquantamila passi, colpendo i nemici duecento volte consecutive con l’ausilio di tecniche specifiche e raggiungere il livello 999 della propria arma, facendo inoltre mangiare a Lunaria tremilacinquecento gemme. Numeri scoraggianti, ma nulla d’impossibile con un po’ di pazienza.

VERDETTO

Antiquia Lost è l'ennesimo tentativo di KEMCO di proporre un'alternativa economica alla saga di Final Fantasy, progetto ancora una volta fallimentare. Riconosciamo l'ingegno dietro alcune meccaniche, come i semi e la fusione delle armi, ma non certo l'impegno. Il tutto sembra ancora come fosse in fase di sviluppo tanto è sbilanciato. Nessuno sforzo effettivo in ambito narrativo, piatto nel comparto video e audio e peggio ancora nel gameplay, per quanto promettente. Anche se sconsigliamo l'acquisto sulle console Sony, non escludetelo su smartphone... è chiaramente un gioco da bagno.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.