Buried Stars – Recensione

Sviluppatore: Studio Largo Publisher: LINE Games Corporation Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Visual Novel Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Le visual novel sono un prodotto tipicamente orientale e, nello specifico, solitamente realizzate da studi giapponesi. La casa coreana Studio Largo però vuole provare ad affermarsi nel settore lanciando Buried Stars, un titolo ambizioso e dai temi decisamente attuali che abbiamo analizzato per voi. Ecco la nostra recensione.

buried stars

Ragazzi della casa

Uno dei reality show più famosi degli ultimi anni è sicuramente il Grande Fratello. Rinchiudere una schiera di sconosciuti dal quoziente intellettivo più basso possibile all’interno dello stesso luogo per un certo periodo di tempo è stato ed è tuttora motivo d’intrattenimento per tantissimi appassionati del trash più puro. Questa doverosa premessa serve per introdurre al meglio le vicende narrate in Buried Stars, che vede appunto un gruppo di pseudo-celebrità confinate in un palazzo durante la fase finale di un talent show K-pop, la versione coreana del nostro X Factor.

Tutto sembra andare per il meglio, con le votazioni dei fan che proseguono e preannunciano l’eliminazione di un concorrente. Il colpo di scena però è dietro l’angolo, dato che l’edificio in cui si sta registrando lo spettacolo crollerà improvvisamente, bloccando all’interno dello stesso le aspiranti stelle della musica e alcuni membri dello staff. L’interessante preludio serve a mettere i videogiocatori nei panni di Han Do-yoon, uno dei cinque partecipanti, che dovrà svelare i misteri che si nascondono dietro questo dramma, sfruttando il suo carisma e le sue abilità nel dialogare per socializzare con i suoi compagni di disavventure e ottenere anche feedback dai follower tramite un meccanismo molto particolare.

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Apple Watch per tutti

La parte più interessante e innovativa di Buried Stars è sicuramente il modo con cui Do-yoon si interfaccerà con il mondo esterno. Ogni concorrente dello show è stato dotato dal suo sponsor di uno smartwatch con molteplici funzioni e l’accesso a un social network denominato Phater, all’interno del quale è possibile leggere e rispondere ai commenti dei fan sbloccando nuove linee di dialogo con gli altri concorrenti. Oltre alla possibilità di telefonare e consultare file, sarà possibile esplorare i post proprio come si farebbe su Facebook, scoprendo scabrosi dettagli e rispondendo a critiche e domande del pubblico.

Non tutto, però, è digitale. Han Do-yoon dovrà intrattenere rapporti con i suoi compagni di disavventura e cercare con loro una via di fuga, studiando l’ambiente circostante e dedicandosi in certi momenti della storia alla mansione d’investigatore. Senza nulla svelarvi della trama, la stessa assumerà molto presto tinte decisamente mature, abbandonando lo stile da reality sfortunato e diventando una visual novel matura e piena di sfaccettature.

Quale strada prenderai?

Uno degli elementi peculiari di ogni visual novel che si rispetti è la possibilità di prendere percorsi alternativi, per scoprire retroscena in merito a determinate situazioni e personaggi. Buried Stars non fa eccezione, offrendo però anche qui una variazione sul tema tutt’altro che trascurabile: a dispetto della maggior parte dei titoli, qui l’eccessiva loquacità potrebbe avere l’effetto contrario e bloccare alcuni percorsi, andando a intaccare negativamente il legame con i propri compagni.

Si tratta di una scelta molto particolare, che obbliga i giocatori a pensare alle domande da fare e alle risposte da dare alle altre aspiranti star, scegliendo anche il momento giusto in cui fermarsi. In entrambi i casi la scelta si ridurrà sempre a due opzioni di dialogo, ma molto spesso sarà possibile decidere di abbandonare determinate piste per evitare conversazioni spiacevoli o scatenare i leoni da tastiera pronti ai commenti più malvagi. Proprio quello dei social e, più in generale, degli aspetti negativi della celebrità sono due dei temi principali di Buried Stars che, senza la pretesa di diventare un trattato sociologico, offre uno spaccato piuttosto realistico di argomenti che sono sempre più spesso protagonisti della cronaca.

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Come in un manhwa

Buried Stars mette tanta carne al fuoco, in una campagna dalla durata limitata che è comunque rigiocabile per scoprire tutti i percorsi. Questi, sfortunatamente, non sono controllabili da nessun menù dedicato, come avviene in altri prodotti simili, rendendo quindi difficoltoso capire se si è visto davvero tutto. Quello che invece il team di Studio Largo ha preso in prestito dalle classiche visual novel è lo stile grafico, in cui troviamo sprite ottimamente realizzati dei personaggi che mostreranno anche splendide animazioni facciali, accompagnati da uno stile moderno per i dialoghi a schermo e soprattutto per la gestione sia dello smartwatch che, più nello specifico, del social network Phater, liberamente ispirato a Twitter.

Eccellente anche la colonna sonora, che accompagna la narrazione e riesce a sottolineare i momenti più concitati di una storia che terrà incollati allo schermo dall’inizio alla fine, così come la localizzazione dei testi in inglese e il doppiaggio, fruibile in lingua giapponese o coreana. Va da sé che, per rispettare in pieno la tradizione del genere, anche Buried Stars vincola gli interessati a una conoscenza almeno basilare della lingua anglosassone. Se volete godere appieno della ricca storia, preparatevi a tradurre una discreta mole di dialoghi e di post social.

Trofeisticamente parlando: basta leggere tutto

Buried Stars non poteva mancare l’appuntamento con il Platino, per la gioia dei cacciatori di trofei che potranno portarsi a casa in men che non si dica tutte le quarantasette coppe che compongono l’elenco trofei. Per ottenere la massima ricompensa sarà sufficiente guardare tutti i finali e completare una serie semplici azioni. Nulla di complicato, soprattutto per gli esperti del genere.

VERDETTO

Buried Stars è una visual novel che cerca di mascherare la sua natura con alcune trovate brillanti. Studio Largo confeziona una piccola perla, dotata di una trama intrigante e di diverse meccaniche in grado di attirare sia i neofiti che i puristi del genere. Le tematiche affrontate, tra cui quella attualissima dei social network, rendono Buried Stars un titolo d'impatto consigliato senza riserve a chiunque mastichi l'inglese, unico vero ostacolo da superare per apprezzare questa esperienza.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.