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Claire: Extended Cut – Recensione

In tempi in cui i videogiochi horror puntano sempre di più sulla grafica e sui colpi di scena conditi con effetti speciali che ti fanno sobbalzare dalla sedia su cui comodamente giocavi, Hailstorm Games ci propone un titolo dai toni decisamente vintage, ma con un’atmosfera al contempo intrigante. Scopriamolo insieme.

Pixel da paura!

Un horror dalle sfumature malinconiche è come sin da subito si mostra Claire: Extended Cut. La protagonista è appunto Claire, una ragazzina semplice che si ritrova a dover badare alla madre in coma all’ospedale, ed è proprio qui che prende piede la storia, tra sogno e realtà, o meglio, tra incubo e realtà. Claire, durante il suo viaggio attraverso i reparti dell’ospedale in questione, apparentemente deserto, sarà accompagnata da un misterioso cane di nome Anubis e si ritroverà spesso preda di incubi angoscianti, rivivendo così i ricordi legati alla sua infanzia. Grazie ai ricordi, sarà infatti possibile ricostruire tassello dopo tassello la sua storia, apparentemente misteriosa e confusionaria durante le prime fasi dell’avventura.

L’ ambientazione è basata su una grafica 2D pixellosa, ma nonostante questo possa essere considerato a primo acchito un limite, in realtà il gioco si presenta come un interessante esperimento; i dettagli sono curati e l’atmosfera è ben realizzata grazie a un intrigante utilizzo di luci e ombre su uno sfondo rigorosamente cupo, misto a un curioso gioco di simbolismi. E’ evidente che l’idea di base punti a suscitare terrore lasciando spazio  all’immaginazione, catapultandoci in un universo onirico inquietante. Tuttavia, non mancano gli elementi classici di un horror che si rispetti: presenze spaventose che si aggirano e compaiono inaspettatamente e personaggi inquietanti che si incontrano lungo il cammino e strane scritte sui muri (il tutto accompagnato da feedback sonori da apprezzare al meglio con un paio di buone cuffie, così come il comparto audio in generale).

Porta-mi via da qui

L’idea è tanto audace quanto mal realizzata da un punto di vista di gameplay. L’ambiente è ostile e l’unica arma di cui disporremo per fronteggiare misteriose entità, oltre alla nostra prontezza di riflessi, sarà una torcia, necessaria per gestire repentine apparizioni; non di rado infatti vi capiterà di morire semplicemente per essere stati colti di sorpresa. Inoltre, i comandi sono ridotti all’osso: Claire può soltanto saltare, fuggire e spostare oggetti e questo non rende variegato un gameplay già di base noioso e ripetitivo. Nonostante l’inventario si presenti piuttosto scarno e dalla non immediata comprensione, l’esplorazione è guidata da una mappa abbastanza semplice da interpretare, ma puntellata di porte e vicoli ciechi.

Il viaggio si traduce in un continuo aprire e chiudere porte in uno spazio a due dimensioni, alla ricerca di indizi non semplici (almeno all’inizio) da scovare, che portano a scoprire la verità su tutto ciò che sta accadendo alla protagonista. Non mancano corridoi e zone (in)utili, fattore che contribuisce a rendere particolarmente tediosa l’esperienza; il giocatore è infatti quasi spinto a desiderare apparizioni improvvise da cui scappare o quantomeno cutscene che spezzino una linea di gioco di per sé troppo monotona. E’ abbastanza semplice provare la seccante sensazione di ritrovarsi al punto di partenza (dopo essere morti), di aver vagabondato all’infinito senza aver ottenuto risultati utili, e ciò mette a dura prova la pazienza del giocatore, la quale è tenuta in vita, forse, soltanto dalla presenza di numerosi punti di controllo. Per finire, il ruolo del cane non si discosta troppo da quello di mero accompagnatore, in perfetta linea con l’idea di gioco totalmente priva di azione.

Se da un lato il gameplay risulta tremendamente piatto, il titolo offre numerose opzioni in termini di rigiocabilità, sempre qualora si abbia voglia e coraggio di ripetere un’esperienza tanto frustrante. Il finale cambia in base alle interazioni coi personaggi e all’inizio vi sarà possibile scegliere fra tre diversi livelli di difficoltà dei quali l’ultimo è Nightmare, che vi richiederà di saper gestire al meglio le situazioni di pericolo, poiché non solo gli attacchi imprevisti ma anche l’angoscia e la paura (elementi più che presenti) saranno artefici della morte della vostra amata (si fa per dire) protagonista.

Trofeisticamente parlando: trofei in salsa escape room!

Claire: Extended Cut presenta 16 trofei di cui 9 oro e 5 argento per nulla difficili da ottenere. Se durante l’intera avventura esplorerete ogni stanza e raccoglierete letteralmente tutto ciò che vi capiterà sotto mano, non dovreste aver problemi a platinare il titolo alla prima run! In caso contrario stimiamo che una decina di ore, o poco più, siano più che sufficienti per soddisfare tutti i cacciatori di trofei.

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Alessia Festa
Da sempre appassionata di videogame e console, cresciuta a pane e Kingdom Hearts, sono una grande estimatrice delle piccole e semplici cose. Adoro l'arte e tutto il curioso mondo che la circonda, se solo potessi fermare il tempo lo farei davanti ad un thè in buona compagnia.