Curses ‘N Chaos – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Tribute Games Developer: Tribute Games
Piattaforma: PS Vita (disponibile anche per PS4) Genere: Brawler Giocatori: 1-2 PEGI: 7 Prezzo: 9,99 €

Con l’avvento del cosiddetto genere Indie è possibile sempre più spesso trovare titoli che inneggiano ai fasti del passato, alcuni realizzati impeccabilmente, altri un po’ meno. A questo particolare ramo del gaming appartiene anche Curses ‘N Chaos, un titolo tutto azione in cui tutto quello che ci verrà richiesto è di menare le mani contro ondate ed ondate di temibili nemici, senza però lasciare tutto al caso ma chiedendo anche al giocatore un pizzico di materia grigia per padroneggiare la giusta tattica necessaria per arrivare alla vittoria.

Ho i pugni nelle mani!

Cosa fareste se un malvagio stregone decidesse di maledirvi e rovinare per sempre la vostra esistenza a meno che non riusciate a creare il famoso Elisir della Vita? Siamo certi che anche voi reagireste come Leo e Lea, i due sfortunati eroi di Curses ‘N Chaos che non si sono fatti abbattere dal loro nefasto destino ma hanno deciso di lottare per riuscire a creare, tramite l’alchimia, il filtro in grado di spezzare l’incantesimo e renderli nuovamente liberi. Il concentrato del gioco è, del resto, tutto racchiuso all’interno delle due parole che compongono il titolo, ossia maledizioni, come quelle da cui verrete afflitti, e Caos, quello che combinerete sullo schermo rompendo a suon di pugni le ossa (per chi ne fosse dotato) delle ondate di avversari che vi si pareranno davanti. Tutto questo per recuperare una varietà incredibile di oggetti, combinabili in un calderone dalla vostra amica Allison per riuscire infine a trovare la formula perduta del sovracitato Elisir della Vita e concludere quindi con successo il gioco. Qualora le vostre intuizioni alchemiche fossero sbagliate sarete però costretti a tornare dai vostri nemici per riscuotere da loro denaro e nuovi oggetti, da combinare ancora ed ancora fino ad ottenere il tanto agognato filtro.
Questo è, in realtà, tutto quello che il gioco vi offre, tributo a titoli come Metal Slug e Ghost’n Goblins in cui muoveremo il nostro eroe in schermate bidimensionali che verranno via via popolate da nemici ed in cui dovremo sfruttare i nostri pugni come convincente metodo di dialogo, così da sopravvivere fino al Boss di turno. I più fortunati però non saranno soli nell’impresa, dato che ci sarà la possibilità di giocare sia in singolo che in doppio, aumentando le mazzate rifilate ai nemici e soprattutto condividendo con un amico questa caccia alla cura.

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Ahia ma sei scemo

Per chi si avvicinerà a Curses ‘N Chaos con superficialità tutto ciò che trasparirà è un Action Brawler a schermo fisso, in cui il nostro personaggio sfrutterà gli unici due tasti disponibili, deputati al salto ed all’attacco, per sconfiggere una serie pressoché infinita di mostri, tutti dotati di differenti attacchi. Oltre a questo gli eroi saranno dotati di uno scatto che, se abbinato al nostro colpo base, ci permetterà di infliggere danni maggiori e quindi velocizzarne la loro dipartita, il tutto mentre un timer scorre inesorabile, segnalandoci che allo scadere del tempo arriverà il Tristo Mietitore a reclamare la nostra anima, questo per colpa del maleficio da cui siamo afflitti.
Ovviamente si tratta solo della sottile patina che copre un titolo ben più complesso, in cui la povertà degli attacchi va commisurata con la difficoltà non proprio bassa del gioco, che vi farà sudare sette camicie per essere completato. Se come detto infatti tutto quello che dovremo fare sarà tirare pugni nella giusta direzione, dovremo anche premurarci di non subire danni evitando gli attacchi dei nostri avversari che, come in ogni buon titolo di questo genere, si ripeteranno sempre uguali all’infinito. Tutto starà quindi nella nostra capacità di memorizzazione e prevenzione, dato che avremo a disposizione 3 cuori per vita, ed un numero prefissato di vite al termine delle quali, ovviamente, moriremo e ci verrà richiesto di ricominciare il livello da zero, fattore che contribuisce ad alzare l’asticella e a richiedere ai giocatori una certa dedizione, in una maniera quasi “Bloodbornesca”, ossia mettendo in mano ai giocatori un gioco in grado di regalare soddisfazioni man mano che si migliorerà giocandolo.
Ad aiutarci durante l’avventura avremo però anche degli utili oggetti secondari, lasciati dai mostri ed utilizzabili uno per volta per eliminare più minacce in un solo colpo. La limitazione di un bonus per volta è però è ampliata dall’aiuto che ci fornirà un gufo, nostro alleato, in grado di fungere da “magazzino” e conservare un oggetto fino a che lo riterremo utile, fattore che aggiunge un po’ di tatticismo al combattimento, il che non guasta mai.

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Mobbasta veramente però

Quello che abbiamo dunque è un titolo difficile ma stimolante, che tenta di rielaborare una meccanica classica in chiave moderna, stessa cosa che viene fatta per quanto riguarda la grafica e la colonna sonora. Osservando il filmato iniziale quello che balza subito all’occhio è una grafica a 16 bit ben realizzata, anche se francamente abusata e dunque mancate del cosiddetto “fattore sorpresa”, che fa la sua figura nel presentarci la semplicissima trama del gioco ed i personaggi che andremo ad interpretare.
Il menu che si mostrerà ai nostri occhi sarà poi quanto di più essenziale ci sia, fornendo l’opzione di avvio dell’avventura, il negozio in cui acquistare strumenti di morte da usare durante il gioco, la sezione alchimia in cui fondere gli oggetti per crearne di nuovi e le canoniche opzioni. Null’altro appunto se non il minimo necessario, per far si che nessuno possa perdersi. Una volta poi selezionato di iniziare l’avventura potremo scegliere se impersonare l’eroe uomo o donna e decidere in quale dei livelli sbloccati dar battaglia ai mostri, partendo dalla Foresta per poi proseguire. Tutto il nostro percorso sarà accompagnato da una colonna sonora che qualitativamente spicca rispetto sia alla grafica che al gameplay, dato che si tratta di un lavoro eccellente che saprà regalare emozioni soprattutto se ascoltata nelle cuffie di PlayStation Vita.
Nulla da dire nemmeno sul multiplayer, al quale abbiamo già fatto un breve accenno, ben strutturato anche per via della semplicità dell’inserimento di un secondo giocatore e soprattutto utile per abbassare un filo l’asticella della difficoltà e soprattutto per condividere vittorie e sconfitte con un compagno di merende a cui vogliamo particolarmente bene (o particolarmente male, a seconda dei punti di vista).

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La Febbra

Tirando quindi le somme Curses N’ Chaos è un brawler discreto in cui l’apparente semplicità cela una difficoltà nascosta degna di imprecazioni di vario genere, il che non guasta fino a che, perlomeno, la voglia di rivalsa non diventi frustrazione. Uno degli aspetti che più potrebbe allontanare i giocatori definibili “casuali” dal titolo è il fatto che se non riusciremo a padroneggiare la tecnica per sconfiggere un determinato mostro potremmo ritrovarci a giocare il livello daccapo più e più volte, trovando in questo poco divertimento. Questo fattore è ampliato poi se le difficoltà si incontrano dopo un boss, dato che dopo 10 ondate di mostri il veder svanire tutto il nostro lavoro per un salto sbagliato o un pugno dato senza il giusto tempismo è una cosa davvero irritante.
L’altro a nostro dire fastidioso problema è quello legato all’item drop durante i combattimenti. Come detto infatti capiterà che i mostri lasceranno cadere degli utili oggetti, conservabili uno alla volta ed utilizzabili premendo il tasto dedicato, ma il guaio è che il raccoglimento degli oggetti avverrà in automatico passandoci sopra. Questo farà si che molto spesso il gioco ci toglierà qualcosa che eravamo in procinto di usare per fornirci qualcosa di diverso, cosa che potrebbe anche compromettere un’intero livello, il che senza dubbio è frustrante, soprattutto perchè due tasti su quattro di quelli frontali giacciono inutilizzati davanti ai nostri occhi ed inserire una funzione di “raccolta” a comando sarebbe stato a nostro dire semplice oltre che sensato. In generale però questi due difetti non pregiudicano un’esperienza di gioco classica e godibile soprattutto se avrete la pazienza necessaria a superare i momenti difficili e le numerose sconfitte e, magari, un amico con cui condividere questa violenta esperienza.

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Trofeisticamente parlando: il vecchio conio

Dal raggiungimento di un determinato punteggio all’utilizzo di oggetti contro avversari specifici, la lista trofei di Curses N’ Chaos non si fa mancare davvero niente, compresi anche obiettivi relativamente complicati come quello di terminare un livello senza mai farsi colpire, di certo non un’impresa semplice. Se poi si pensa che il gioco detiene anche il record di essere uno dei pochi in cui la lista è composta da soli bronzi si può capire come la soddisfazione nell’ottenimento di un trofeo sia più che altro una gioia personale che un qualcosa di veramente utile per aumentare il nostro bottino. In ogni caso siamo certi che i più ardimentosi cacciatori di trofei non si faranno sfuggire la possibilità di completare, con un po’ di applicazione, anche questo elenco di coppe di poco nobile bronzo.

VERDETTO

Curses 'N Chaos è sicuramente un prodotto non adatto a tutti, con un livello di difficoltà alto fin dalle prime battute abbinato ad uno stile di gioco che risulta semplice da apprendere ma complicato da padroneggiare. La maggior parte delle persone che si cimenteranno nell'impresa lo faranno ricordando i bei tempi andati, aiutati da uno stile grafico e da scelte stilistiche che rimandano a titoli come Ghost 'N Goblins e simili. Per tutti gli altri invece la mancanza di profondità e la frustrazione nel dover ripetere da capo un livello per un piccolo errore faranno sì che il titolo risulti nella media. Se però avete una pazienza di ferro e volete fare un tuffo nel passato non esitate a provare Curses 'N Chaos, soprattutto se disporrete di due controller e di un amico volenteroso in grado di aiutarvi nella vostra caccia all'Elisir della Vita.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.