Damascus Gear: Operation Tokyo – Recensione

Sviluppatore: Arc System Works Publisher: Arc System Works Piattaforma: PS Vita Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Gli scontri tra avversari extra large sono da sempre molto apprezzati, soprattutto in Giappone, basti pensare ai Power Rangers, a Godzilla e ai Gundam, robot da combattimento che si sfidano a colpi di spade laser e fucili più grandi possibile. Caso a parte di questa particolare categoria è Damascus Gear: Operation Tokyo, dove i vari robot hanno dovuto snellirsi per poter entrare comodamente nello schermo delle nostre PlayStation Vita. Vediamo dunque com’è stata l’esperienza con questo nuovo progetto targato Arc System Works.

Macchine da guerra

Senza troppi preamboli e spiegazioni, fattore questo che sarà il leitmotiv del gioco, veniamo catapultati in una Tokyo post-apocalittica, devastata dagli scontri tra Mecha per il predominio su quello spicchio di Terra chiamato Giappone. Voi siete un pilota alle prime armi, che dovrà presto imparare il mestiere per sopravvivere in un mondo spietato e violento oppure perire nel tentativo, destreggiandosi tra le varie missioni che vi verranno assegnate dal comando centrale.

Ovviamente inframezzerete le quest principali con piccoli allenamenti nell’arena della base, per affinare le vostre qualità e dimostrare di essere il miglior pilota robot in circolazione.
Questa, senza neanche voler essere troppo stringati, è la semplice trama di Damascus Gear, un Action RPG in cui prenderemo il comando di un luccicante automa per picchiare e distruggere altri automi, muovendoci per le strade e i quartieri di una Tokyo duramente colpita dalla guerra e ridotta ormai a un cumulo di macerie fumanti, con buona pace degli alti grattacieli e delle pittoresche strutture.

Le missioni, selezionabili da un menu, che non possiamo certo definire fuori luogo ma che avrebbe potuto essere anche un poco più articolato, saranno di varia natura, anche se principalmente vi verrà richiesto di imbracciare le armi e bucherellare tutti gli avversari su schermo entro il generoso tempo limite, oppure, in rari casi, di raggiungere in fretta e furia i vari checkpoint segnalati sulla mini-mappa, anche se quest’ultima non si rivelerà pratica semplicissima, ma vi sveleremo più avanti perché.

All’inizio di ogni prova vi verrà fatto un piccolo briefing in cui vi verrà spiegato come agire, dopodiché sarete lanciati nell’azione, all’interno dei numerosi livelli di gioco, per completare la vostra scalata dal rango militare più basso fino al livello S, il punto di arrivo di ogni soldato che si rispetti, che non sarà impresa così semplice raggiungere. Dopo una carrellata veloce sulla modalità principale, nonché unica, di gioco, entriamo però ora un po’ più nel dettaglio per quello che concerne le metodiche di combattimento, colonna portante di Damascus Gear.

damascus gear psvita

Ti spiezzo in due

Come detto il succo del gioco è lo scontro tra robot giganti per le strade della città, il che avviene con una visuale quasi a volo d’uccello, tipica dei giochi di ruolo giapponesi e che gli amanti di Diablo non potranno che apprezzare, che rimarrà fissa sul nostro personaggio e si muoverà spostandoci, mostrando varie parti della mappa e segnando sul radar eventuali obiettivi e avversari. Il nostro Mecha sarà dotato di alcune mosse che potremo utilizzare per combattere o per darci alla fuga, infatti con i tasti quadrato, cerchio e triangolo potremo mostrare la potenza delle tre diverse armi equipaggiabili, mentre con il grilletto L potremo produrci in uno scatto continuo, fino a consumo totale della barra Turbo collocata nell’angolo basso sinistro dello schermo, per muoverci a velocità supersoniche all’interno delle strade, fattore utile sia per sfuggire ad avversari troppo ostici, sia per raggiungere entro il tempo limite alcuni obiettivi.

Tornando alle armi, una delle parti fondamentali, ne avrete a disposizione una primaria, una secondaria e una speciale. Le prime due potranno essere bianche oppure da fuoco, mentre quella speciale sarà sempre una tecnica devastante che infliggerà parecchi danni, anche se una distinzione di questo tipo è fin troppo semplicistica, visto che il maggior divertimento in Damascus Gear è proprio la scelta degli equipaggiamenti per migliorare il nostro robot.

Come in ogni buon gioco di ruolo che si rispetti infatti la nostra creatura avrà un elenco di parametri, come forza, armatura e destrezza, che potremo incrementare man mano che recupereremo parti più performanti, come nuove gambe, armi più potenti e simili. Ovviamente potremo scegliere, anche in base alla missione, se utilizzare un Mecha più scattante o uno lento ma devastante, oltre a decidere il tipo di attacchi che sferreremo. Perché le macrocategorie elencate prima si ramificano in armi di vario tipo, così tra quelle da fuoco avremo fucili a pompa, mitra, laser, armi a colpo singolo e così via, per permettere a ogni giocatore di scegliere il suo stile personale e far sì che ogni robot non sarà mai uguale a un altro.

A completare quella che riteniamo essere la parte più bella del gioco un pratico editor di colori ci permetterà di trasformarci nei Giotto del metallo, senza contare la possibilità di nominare a piacimento la nostra creazione, creando quasi un certo legame affettivo.

damascus gear psvita robot

Demenza artificiale

Abbiamo quindi detto che avremo una serie di upgrade per migliorare le nostre capacità combattive e potenziarci per fronteggiare gli avversari sempre più ostici che cercheranno di fermare le nostre imprese per portare la razza umana all’estinzione, fattore che, se non fosse per noi, sarebbe questione di ore, anche a causa dei nostri problematici quanto inutili alleati.

Ci capiterà molto spesso infatti, durante le missioni, di essere affiancati da uno o più compagni che, almeno in teoria, dovrebbero rendere più agevole il nostro compito eliminando parte dei nemici e fronteggiando con voi i robot più grossi e cattivi. In teoria, appunto.
Una delle cose che purtroppo lascia più perplessi all’interno del titolo è la mancanza di tatticità dell’IA, che si limita a vagare senza meta per la mappa, molto spesso in direzione opposta all’obiettivo corrente e attirando spesso orde di nemici che avreste volentieri evitato di combattere, senza ovviamente contare che non vi saranno di alcuna utilità contro i mini-boss sparsi per il gioco. Mentre voi sarete infatti impegnati a scalfire la resistentissima corazza del mega robot di turno, i vostri compagni non troveranno niente di meglio da fare se non farsi colpire in pieno da ogni attacco, anche quelli evitabili con un semplice passo di lato o un movimento un po’ più repentino del solito, con la logica conseguenza che vi ritroverete in men che non si dica a combattere da solo quando invece avreste potuto avere dell’utile supporto, fattore, questo, che rende molto spesso gli scontri così impari da essere frustranti, anche perchè una sola mossa sbagliata potrebbe significare Game Over.

Seppur questa circostanza dovesse verificarsi non preoccupatevi troppo, visto che nel peggiore dei casi le missioni dureranno una decina di minuti, rendendo quindi meno amara da digerire la sconfitta e permettendovi di tentare l’impresa da soli, ignorando i vostri alleati.

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Caos calmo

In un gioco di Mech quello che ci si aspetta è di poter devastare l’ambiente che ci circonda, abbattendo palazzi e camminando sulle macerie. Manco a dirlo, in Damascus Gear saremo invece costretti a muoverci “su binari”, percorrendo le strade della città contornati da una grafica che non varia praticamente mai, se non entrando nelle arene o in particolari zone, con appunto l’aggiunta che nulla attorno a noi sarà neanche minimamente scalfibile, perfetto nella sua immutabile diroccatezza, scelta che fa capire perché si tratti di un titolo della cosiddetta “fascia bassa”. Parlando della grafica in sé, per quanto la stessa adeguata al tema del gioco, anche qui come per i menu quello che traspare è una generale sensazione di noncuranza, con uno stacco grafico deciso tra i robot molto ben caratterizzati, compresi gli effetti di luce delle armi e delle mosse speciali, e un paesaggio sterile e anonimo, che non si farà certo ricordare per i dettagli e renderanno più difficile l’orientamento per arrivare agli obiettivi, altro punto questo a sfavore, anche per colpa della mini-mappa che dovrebbe aiutarci a trovare i punti di interesse in ogni quest.

Detto di questo grave problema non possiamo invece non sottolineare come il producer sia riuscito dove molti hanno fallito, ossia creare finalmente un titolo portatile, con livelli adeguati a partite mordi e fuggi, divertenti se prese a piccole dosi, anche se purtroppo a conti fatti ci si accorge che i giocatori si ritroveranno con poco in cui affondare i denti, visto che la longevità e la rigiocabilità del titolo saranno molto limitate.

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VERDETTO

Damascus Gear: Operation Tokyo è un buon gioco portatile di mecha, che gli appassionati di Armored Core sapranno sicuramente apprezzare appieno anche grazie a un ottimo editor del proprio robot, personalizzabile in ogni sua parte sia per aumentarne il potere, sia per cambiarne il colore. Purtroppo un'intelligenza artificiale che di intelligente ha ben poco e alcuni piccoli errori sparsi qua e là fanno si che il gioco risulti più una sinfonia incompiuta che una maestosa opera. Siamo però certi che, se Arc System Works lavorerà con cognizione di causa a un seguito, riusciremo ad avere molto presto tra le mani quello che potrebbe essere un vero caposaldo per PlayStation Vita.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.