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Dungeon Punks – Recensione

Durante gli anni Ottanta i videogame attraversarono un periodo molto particolare. Era un’epoca in cui le case di sviluppo ancora osavano inventare qualcosa di nuovo, osavano sperimentare generi e idee che oggigiorno non riusciamo neanche a immaginarci. In particolare, questi anni videro lo spopolare di un particolare genere, i picchiaduro a scorrimento in 2D; giochi come Golden Axe, Double Dragon e Final Fight attiravano l’interesse di innumerevoli giocatori, molti dei quali li potevano giocare, in tutta libertà, nelle leggendarie sale giochi.

Con il tempo questo genere, complice lo sviluppo tecnologico e l’affermarsi di idee sempre più complesse e ambiziose, è finito nel dimenticatoio con pochi esponenti di rilievo nel corso degli ultimi anni.

Nel buio dei brawler game, però, recentemente si è accesa una piccola fiammella che dimostra che, anche nel 2016, si può godere di un ottimo picchiaduro a scorrimento. Questo è il caso di Dungeon Punks, titolo sviluppato da Hyper Awesome Entertainment, ragazzi che sono riusciti nell’arduo compito di attualizzare un sistema di gioco datato, rinvigorendolo con una componente RPG innovativa e ben strutturata, che amplia di molto le possibilità offerte dal titolo.

Salga a bordo capitano…

L’ambientazione e la storia sono probabilmente la parte debole del titolo. Il giocatore avrà a che fare con un’accozzaglia di stili e mondi diversi. I personaggi che troveremo nel corso della storia saranno caratteristici non solo del mondo fantasy e medioevale, ma anche della cultura orientale, come ninja e divinità egizie. Avremo infatti 6 eroi utilizzabili ognuno con le proprie caratteristiche: il nano (forte e resistente, ma incredibilmente lento), il drakken (uomo-lucertola molto agile e dotato della padronanza dei veleni), il Djinn (stregone molto veloce con una propensione verso le arti magiche), il cavaliere (buona forza fisica e difesa, ma abbastanza lento), il were-witch (lupo mannaro dotato di una discreta forza e della capacità di evocare gli spiriti) e infine lo hierophant (figura divina incredibilmente somigliante ad Anubi, bilanciato in tutte le caratteristiche ma con la capacità di immobilizzare i bersagli per qualche secondo).

Tutti questi personaggi, sebbene molto slegati tra di loro, formano un gruppo di mercenari a bordo di una nave volante e comandati da una formosa piratessa. Proprio quest’ultima ci presenterà le dinamiche di questo mondo fantasy e ci manderà a sguainare le nostre lame in giro per i 12 livelli. Il background del titolo non si può certo dire che sia curatissimo; anzi, la storia in sé, soprattutto nella prima parte, vive di equivoci ed errori grossolani a causa di alcune informazioni errate. Per esempio, dopo aver completato alcune missioni, verremo a scoprire che il boss appena ucciso era il nemico sbagliato. Nella seconda parte la storia si riprende un po’, andando incontro a una conclusione abbastanza scontata e molto lineare. Quello che probabilmente è l’aspetto più criticabile è la gestione dei dialoghi; infatti, tra una missione e l’altra, dovremmo leggere un bel po’ di righe di testo che ci verranno stampate su schermo, con un semplice fermo immagine del personaggio che parla e senza neanche un minimo di doppiaggio (neanche in inglese), rendendo queste sezioni alquanto narcolettiche.

I trucchi per lo svecchiamento…

Se da un lato la narrativa lascia un po’ a desiderare, il gameplay è diretto figlio dei titoli citati durante l’introduzione, ma, grazie ad alcune aggiunte, appare perfettamente giocabile e godibile anche ai nostri giorni.

Innanzitutto, il gioco è sviluppato su 12 livelli tutti diversi tra loro, e ogni livello è diviso a sua volta in altre stanze. Il nostro compito sarà ripulire ogni stanza da tutti i nemici, così fino al boss finale e, possibilmente, sconfiggerlo con ogni mezzo possibile. Fin qui nulla di nuovo, ma la vera chicca che contraddistingue e svecchia le meccaniche tipiche del genere, è l’inserimento di alcune componenti da RPG.

Ogni volta che ripuliremo una stanza, avremo la possibilità di droppare equipaggiamento e armi da poter sfruttare; inoltre, avremo la possibilità di usare delle magie e poterle potenziare grazie agli spell point che otterremo guadagnando esperienza e salendo di livello. La progressione del personaggio, oltre ad aumentare le statistiche base, fornisce la possibilità di equipaggiare armi e armature sempre più potenti. A questo va ad aggiungersi la barra della Rage, caricabile attraverso delle rune droppabili durante l’esplorazione del livello. Questa barra, che presenza 7 livelli di carica, permette di lanciare un super attacco ad area con effetti direttamente proporzionali al livello della carica.

Il combat system nudo e crudo si mantiene sugli standard del genere, risultando molto frenetico, appagante e mai frustrante. Molto divertenti e utili saranno inoltre alcuni animali da poter cavalcare, come gorilla, lupi e struzzi, che, oltre a farci muovere molto più velocemente, potranno attaccare i nemici e subire loro i danni al posto nostro. Insomma, dei piccoli zhu zhu pets dagli istinti omicidi.

I personaggi a disposizione non saranno tutti disponibili da subito, ma verranno sbloccati nel corso delle prime fasi di gioco. Il giocatore avrà la possibilità di scegliere, non solo il personaggio preferito, ma anche il compagno che sarà sostituibile in qualunque momento durante il livello. Gli altri personaggi però non rimarranno a far nulla, infatti, anche loro saranno accoppiati e ci seguiranno durante le nostre avventure. Dunque, a conti fatti, avremo sempre a disposizione tutti i personaggi e questi saranno switchabili in qualunque momento durante il livello.

Questa feature si attiva quando non ci sono giocatori connessi in locale. Infatti, il titolo, malgrado non preveda una componente online, supporta la co-op fino a 3 giocatori, i quali avranno la possibilità di scegliere una coppia di eroi per supportarci in battaglia.

Golden Axe è andato dal chirurgo plastico

Parlando della componente tecnica il gioco risulta gradevolissimo sia su PlayStation 4 che su Vita (abbiamo testato entrambe le versioni dato che il titolo è cross-buy). Ogni livello è coloratissimo e ben illuminato, anche se alcuni effetti particellari lasciano un po’ a desiderare. Tutti gli eroi sono ben disegnati e curati, così come le armi e armature presenti nel gioco, tutte diverse tra loro. La fluidità non presenta particolari problemi, anche se su Vita, nelle situazioni un po’ più caotiche, si è notato qualche sporadico calo di frame che non disturba però la dinamica del combattimento.

Spendiamo due parole riguardo alla difficoltà. Di sicuro, non si può affermare che il gioco degli Hyper Awesome Entertainment offra un’esperienza troppo impegnativa. Certo, non si riuscirà a completare ogni livello al primo colpo, ma ogni tentativo servirà per farci salire di livello e trovare equipaggiamento migliore, in modo da rafforzarci per il tentativo successivo. Nei vari livelli sono presenti più volte delle uscite di sicurezza, che, in caso di situazione critica, permettono al nostro team di darsela a gambe senza penalizzazioni, anche se la morte non risulta particolarmente svantaggiosa. Infatti, in entrambi i casi, manterremo l’equipaggiamento droppato, i punti esperienza e i soldi guadagnati, ma nel caso della debacle di tutti i nostri eroi saremo costretti a pagare una penale con le monete in nostro possesso.

In conclusione, si può dire senza dubbio che Dungeon Punks rappresenta un ottimo esempio di come un genere morto e sepolto possa essere portato a nuova vita con pochi accorgimenti nel gameplay e con un comparto tecnico tanto semplice, quanto d’impatto. Di sicuro chiunque abbia amato i leggendari picchiaduro in 2D degli anni Ottanta troverà in questo titolo una piacevole sorpresa e, perché no, un nuovo punto di partenza per questo genere.

Trofeisticamente parlando: un platino caduto dal cielo

Parlando dei trofei, vi informo fin da subito che la sfida offerta per la conquista del Platino è veramente semplice. Gran parte degli obiettivi, come quelli legati alla storia, quelli legati allo sviluppo dei personaggi o alle missioni secondarie verranno sbloccati durante la prima run. Le side quest sono tanto facili da trovare quanto completarle, inoltre conviene portarle a termine dato che forniscono un discreto numero di punti esperienza e soldi. La seconda run, disponibile grazie al New Game Plus, servirà per sbloccare il trofeo collegato al livello massimo dei personaggi e all’eventuale clean up dei trofei mancanti. La rigiocabilità del titolo e dei livelli permette di guadagnare tutti i trofei in maniera rapida e divertente.

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Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!