EMMA: Lost in Memories – Recensione

Sviluppatore: SandBloom Studio Publisher: JanduSoft Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 7,99 € Italiano:

Presentato come un titolo poetico, malinconico e surreale, EMMA: Lost in Memories è un platform 2D sviluppato da SandBloom Studio e JanduSoft che si prefissa l’obiettivo di offrire un’esperienza coinvolgente e dinamica. L’idea è indubbiamente buona, la realizzazione claudicante. Scoprite il perché nella nostra recensione!

EMMA Lost in Memories

Mai seguire un gufo

La protagonista è, manco a dirlo, Emma. Si tratta di una ragazzina che, uscendo di casa, si imbatte in un gufo e decide istintivamente di seguirlo. Il percorso che la giovane dovrà affrontare per seguire l’iconico volatile è irto e pieno di ostacoli. Attraverserà montagne ghiacciate, caverne buie e vallate di campagna. I livelli di gioco sono complessivamente cinquanta, suddivisi in cinque mondi.

La narrazione è ristretta alle poche parole che si scambieranno i due protagonisti del viaggio, caratterizzate da una forte componente interpretativa e criptica che, alla fine della fiera, non consente di avere ben chiaro il quadro generale dell’opera. Non si tratta di un difetto, è un platform incentrato sul gameplay e la componente narrativa è ampiamente trascurabile. Tuttavia, il concept di EMMA: Lost in Memories aveva del potenziale e si sarebbe potuto sfruttare in maniera più adeguata.

emma lost in memories

Emma, fermati!

Il gameplay di EMMA: Lost in Memories è semplice ma efficace, se si chiude un occhio su un certo dettaglio di cui parleremo più avanti. Si tratta di un platform puzzle in 2D che ruota attorno a un concetto interessante: ogniqualvolta Emma toccherà una parete o un elemento dello scenario, questi inizieranno a dissolversi fino a svanire completamente. Tale meccanica vi obbliga a pianificare i vostri movimenti e realizzarli rapidamente e, soprattutto, con estrema precisione.

Questa idea intrigante (e ben realizzata) si schianta contro un’altra idea strutturale del gameplay che elimina drasticamente la libertà di movimento di Emma. Quest’ultima, infatti, correrà orizzontalmente in autonomia; voi non potete né fermarvi né direzionare la corsa. Potete solamente saltare, scivolare o arrampicarvi sulle pareti verticali. Questa duplice scelta proietta EMMA: Lost in Memories in un limbo fra il masocore (in cui troviamo, ad esempio, Super Meat Boy) e il platform d’intrattenimento soft, portando il gioco a essere un pendolo che oscilla fra frustrazione e noia, dove il filo conduttore è una persistente sensazione di limitazione.

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Le piume come plus

L’avventura prosegue anche una volta conclusi i livelli della storia principale. Sono infatti accessibili altri novanta livelli bonus, decisamente migliori come design e come risoluzione rispetto a quelli che dovrete affrontare all’inseguimento del gufo.

Pochissimi livelli regalano qualche soddisfazione o un livello di sfida accettabile ma, fortunatamente, gli sviluppatori hanno pensato di inserire in ogni livello un collezionabile: le piume del gufo, che vi costringeranno a prendere strade alternative e a pianificare meglio il vostro percorso, nonché a dar sfoggio di maggior tecnica nei comandi. E’ proprio nella raccolta delle piume che EMMA: Lost in Memories manifesta tutto il suo potenziale (seppur non altissimo, in verità). Vi consigliamo dunque di dedicarvi a questo obiettivo, tra l’altro necessario per ottenere il trofeo di Platino.

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Un indie offre garanzie?

Se un videogioco indipendente soffre generalmente di limiti tecnici dovuti al budget limitato, è altrettanto vero che questa categoria di prodotti cerca di sopperire con idee innovative o qualità estremamente alta in aspetti che nei tripla A vengono il più delle volte trascurati. Fra questi si evidenzia la colonna sonora, che negli indie trova la sua miglior culla. Un gioco con un concept evocativo come EMMA: Lost in Memories merita una colonna sonora di qualità che, purtroppo, non abbiamo trovato. Musiche anonime, piatte e con pochissimo carattere, oltre che piuttosto brevi. Si tratta probabilmente dell’aspetto più deludente di questo titolo.

Per quanto concerne il design, EMMA: Lost in Memories lascia l’amaro in bocca. La creazione dei livelli (con il relativo percorso risolutivo) è altalenante e spazia fra livelli facili e lunghi e livelli brevi ma complessi. Dal punto di vista puramente estetico, si poteva indubbiamente fare qualcosa di più, sia sulla qualità grafica che sulla varietà degli scenari sullo sfondo e degli effetti paesaggistici.

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EMMA: Lost in Ambitions

In sostanza, EMMA: Lost in Memories è un titolo che si perde nelle sue stesse ambizioni. Un titolo che parte da buoni presupposti ma che viene pesantemente condizionato da scelte sbagliate e che, in conclusione, offre un’esperienza che non riesce mai a coinvolgere pienamente il videogiocatore, il quale si ritroverà a giocare per inerzia essendo comunque il titolo composto da una sequenza di livelli che, presi singolarmente, sono piuttosto leggeri da completare.

Trofeisticamente parlando: piume, piume e ancora piume

La lista trofei di EMMA: Lost in Memories è molto ricca, con ventinove trofei in totale, di cui solamente cinque di bronzo, e con la coppa blu in bella vista. Per fare l’en plein sarà sufficiente completare tutti i livelli raccogliendo la piuma in ognuno di questi. Le richieste per il Platino si fermano qui. Nulla di difficile, ma qualche passaggio un po’ tedioso potreste trovarlo.

VERDETTO

EMMA: Lost in Memories è il tipico esempio di titolo indipendente che si presenta come poetico e artistico, che si fonda su un'idea interessante (le piattaforme che si dissolvono al primo tocco) ma che sprofonda nell'anonimato a causa di alcune scelte discutibili e di troppi passi falsi. I livelli sono parzialmente divertenti solo se ci si dedica alla raccolta collezionabili, mentre a livello di design e soprattutto di musiche il titolo di SandBloom Studio e JanduSoft fa un enorme buco nell'acqua. Sebbene assegniamo un'insufficienza, non sconsigliamo il prodotto qualora vogliate un titolo da giostrare con il contagocce.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.