Fast Striker – Recensione

Sviluppatore: NGDEV Publisher: Eastasiasoft Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Bullet Hell Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 6,99 € Italiano:

Nell’immenso panorama videoludico odierno, alcuni titoli di stampo prettamente arcade fanno ormai fatica a trovare il loro spazio, soprattutto in un periodo dove le grandi major puntano molto su una grafica spacca-mascella e trame sempre più articolate. Per questo motivo lo studio di sviluppo finlandese Housemarque ha deciso di abbandonare le produzioni arcade e spostarsi su un mercato online sempre più florido come quello dei battle royale. Un genere però meno nazional-popolare è quello dei bullet hell, che fa gola quasi esclusivamente a una ristretta cerchia di videogiocatori hardcore. Il progetto che è a capo del genere è senza dubbio la serie di Touhou, anche se ultimamente proprio quest’ultima saga sta cercando di allargare i propri orizzonti trasformando il proprio franchise. E’ proprio qui che cerca di infilarsi Fast Striker, shoot ‘em up uscito originariamente nel 2010 esclusivamente sulla console di casa Neo Geo (molto in ritardo) e ora riproposto con nuove difficoltà su PlayStation 4 e PlayStation Vita.

Vola nello spazio

La trama di Fast Striker è totalmente assente e non è chiaro per quale arcano motivo ci ritroviamo a distruggere ossessivamente le navicelle nemiche che ci vengono incontro senza sosta ma, trattandosi di un titolo che punta esclusivamente al punteggio finale, non ce ne facciamo certo un cruccio. La totale assenza di un minimo di trama iniziale non è un peso ma, anzi, ci cala direttamente nell’azione di gioco senza troppe, inutili ciance, in modo da poter massacrare quanti più nemici possibili senza indugio.

Fast Striker, come dicevamo, è originariamente nato su console di casa Neo Geo nel lontano 2010 e la versione a disposizione oggi è esattamente la stessa di ben nove anni fa, con la sola aggiunta di quattro nuove difficoltà. La schermata di gioco resta quindi in un ormai obsoleto 4:3 senza alcuna possibilità di aumentare la risoluzione e anche lo stile grafico rimane ancorato alle vecchie console senza nessun filtro grafico aggiuntivo. Non si tratta quindi di una rimasterizzazione in chiave moderna dello stesso titolo ma di un semplice porting che, dispiace dirlo, nonostante un frame rate stabile, ha fatto il suo tempo.

Anche lo stile grafico scelto non è dei migliori, o meglio, la paletta cromatica non fa che mimetizzare la maggior parte dei nemici con i fondali, portandoci così a correre inutili rischi in un titolo che di base è già carico di proiettili a schermo. La musica (sì, al singolare) che ci accompagna durante i nostri sei livelli è un’unica traccia techno che porta il giusto ritmo al caos che causeremo durante l’avventura.

Il titolo risulta a oggi troppo semplicistico e a tratti scarno di contenuti; questo perché, oltre ai soli sei livelli presenti in gioco, non solo non c’è alcuna modalità aggiuntiva, ma non troviamo nemmeno nessuna opzione per modificare la propria astronave né, tanto meno, nessun power-up che permetterà ai giocatori di creare il proprio personalissimo arsenale da combattimento. L’unica modifica al fuoco della navicella la troviamo nella difficoltà scelta, dove ogni personaggio avrà la propria nave e il proprio blast ma, oltre a questa leggera differenza, tutte le astronavi si guideranno allo stesso modo e il gameplay sarà identico per tutte.

Nello spazio nessuno può sentirvi urlare

Proprio riguardo al gameplay è il caso di spendere qualche parola, dato che anche quest’ultimo risulta basilare per i canoni odierni (e forse anche per quelli della console a cui il titolo si riferisce); avremo infatti la possibilità di muovere la nave con l’analogico sinistro, fare fuoco con il tasto X o Quadrato per il fuoco posteriore e, premendo il tasto Cerchio, avremo la possibilità di attivare uno scudo che ci garantirà qualche secondo di invincibilità. Niente di particolarmente complicato, quindi, ma allo stesso tempo non regalerà certamente soddisfazioni ai giocatori più accaniti che si aspettavano qualcosa in più, dato che l’intero titolo può essere completato nel giro di una ventina di minuti, anche alla difficoltà più alta.

I sei livelli presenti sono fin troppo brevi e con una quantità di nemici irrisoria rispetto agli standard del genere; la vera difficoltà la troveremo esclusivamente quando andremo ad affrontare i boss di ogni fine di livello. La rigiocabilità è sicuramente un punto a favore del titolo che porta comunque i giocatori a testare le proprie abilità affrontando difficoltà sempre più alte, ma la scelta di inserire una classifica esclusivamente offline ci ha fatto un po’ storcere il naso, dato che non potremo confrontarci con nessun giocatore al di fuori di noi stessi o degli amici che porteremo a casa.

Trofeisticamente parlando: un Platino spaziale

In ambito trofei Fast Striker è molto permissivo. Il titolo ci permette di recuperare ventuno trofei Platino compreso, nessuno dei quali vi chiederà di compiere azioni particolarmente ostiche. La maggior parte dei trofei potrà essere sbloccata giocando la difficoltà Original, quella base per intenderci, mentre i restanti verranno sbloccati semplicemente completando le altre modalità e sconfiggendo tutti i boss di fine-livello presenti. L’unico trofeo che può creare qualche grattacapo è senza dubbio 1CC, che richiede di completare l’intero gioco con un singolo credito, trofeo che però può essere ottenuto anche alla difficoltà più bassa.

VERDETTO

Nonostante il genere sia da sempre uno dei più apprezzati dagli appassionati, Fast Striker non riesce a colpire nel segno, forte di uno sviluppo di ormai quasi dieci anni fa e di una rigiocabilità non proprio eccellente. Il titolo è consigliato solo a chi mastica pane e bullet hell, dato che gli altri troveranno ben poche soddisfazioni nel completamento del gioco. Consigliato anche ai cacciatori di trofei, a cui farà sicuramente piacere il cross-buy e la doppia lista trofei PlayStation 4 e PlayStation Vita.

Guida ai Voti

Nicola Raiola
All'interno del mondo del Bit fin dal suo stato embrionale di UPSBlogit. Ha iniziato a giocare alla tenera età di quattro anni. Appassionato a ogni genere videoludico segue con passione, oltre ai videogame, anche film, anime e manga. Questo, purtroppo, è causa della sua instabilità mentale.