Furwind – Recensione

Sviluppatore: Boomfire Games Publisher: JanduSoft Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 9,99 € Italiano:

Il mondo dei videogiochi è bello anche perché riesce ad affiancare, su una stessa console, titoli con grafica fotorealistica e trame cinematografiche e giochi che sembrano usciti da una macchina del tempo direttamente dagli anni Ottanta e Novanta. Se poi si parla di platform e ci si trova nel suggestivo mondo della pixel art, si toccano spesso vette altissime a livello di coinvolgimento, meccaniche di gioco, sfida ed effetto nostalgia che non abbiamo mai mancato di premiare, come dimostrano le nostre recensioni di Dead Cells o di Owlboy. Ci siamo quindi approcciati a Furwind con aspettative abbastanza alte. Vediamo se sono state soddisfatte.

furwind recensione

La solita maledizione

C’era una volta un villaggio in una foresta, i cui abitanti vivevano pacificamente e in serenità grazie alla protezione e all’armonia garantite dagli Antichi. Il più potente di loro, Darhun, colto da ambizioni malvagie, trasformò in mostri le creature della foresta, ma gli altri lo sconfissero e lo imprigionarono. Mille anni dopo uno stregone libera Darhun e spetterà al nostro volpesco eroe Furwind impedire la rinascita del male.

La trama del gioco, piuttosto scontata, è tutta raccontata nell’introduzione, scritta sulle pagine di un libro che una voce legge in un orribile inglese e con un inascoltabile microfono. Non dovremo quasi più preoccuparci della storia in seguito, visto che gli unici richiami saranno in alcuni dialoghi solo scritti tra il protagonista e un vecchio saggio. In ogni caso, il background è solo un pretesto per un gioco che vuole subito metterci in azione.

Platform DOC

Pensate al più canonico dei giochi platform e avrete Furwind. Impostazione bidimensionale, piattaforme su cui saltare per raggiungere zone sopraelevate o superare voragini aperte sul vuoto, trappole da evitare e nemici da eliminare per farsi strada verso l’obiettivo del livello sono elementi tutti presenti e tutti pienamente inscrivibili nel classico genere d’appartenenza. Il valore aggiunto è dato da una certa ramificazione dei livelli e da una buona varietà nelle meccaniche di gioco, di cui parleremo più avanti e che mettono un po’ di sale a un titolo che non vuole e non deve essere un emule di Super Mario fuori tempo massimo.

Andando nel dettaglio, il gioco propone quindici livelli principali suddivisi in tre mondi, rappresentati su una schematica mappa che include anche sfide secondarie e attività di liberazione dei prigionieri. Queste ultime due proposte sono estensioni della storia principale che si attivano solo recuperando alcune pergamene nei livelli (due in ognuno) e che sono in parte necessarie per avanzare con il gioco e in parte facoltative.

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I singoli livelli prevedono di esplorare ogni anfratto alla ricerca di due parti di un medaglione che costituisce l’unico mezzo per attivare un portale e condurci all’uscita. Le due parti possono essere recuperate solo affrontando altrettanti miniboss o risolvendo un minigioco, in base al tipo di livello. Una volta in loro possesso possiamo trovare il portale, oppure impegnarci prima nel recupero delle pergamene, per non dover rigiocare successivamente la stessa sequenza.

Una passeggiata (quasi)

Non lasciatevi ingannare dall’aspetto simpatico e colorato del gioco e dalla lista trofei che assomiglia tanto a quelle dei giochi da pochi minuti e via. Furwind saprà metterci in difficoltà fin dalle prime battute, a causa di una gestione delle meccaniche platform piuttosto esigente e che richiede la massima attenzione, concentrazione e coordinazione. Al di là del classico salto e doppio salto, che deve comunque essere calibrato alla perfezione soprattutto nei livelli di corsa contro il tempo, sarà lo scontro con i nemici comuni a darci filo da torcere.

Niente di trascendentale, ben inteso, ma tra nemici piccoli e in movimento continuo come pipistrelli o vermetti, sciamani che lanciano palle velenose, occhi volanti che compaiono all’improvviso sul nostro cammino e lupi aggressivi ne avremo di tutti i gusti. Per eliminarli possiamo sferrare un colpo di coda, oppure saltare e schiacciarli dall’alto. In ogni caso, dovremo fare attenzione a direzione e precisione del nostro attacco, soprattutto con gli avversari più piccoli, e alla barra di energia che deve ricaricarsi ogni tre/quattro colpi, il che ci impedisce di colpire a ripetizione.

Capiterà spesso di morire per via di un banale pipistrello solo perché non riusciamo a colpirlo precisamente a causa del suo movimento rapido e delle sue dimensioni ridotte. Perdere tutte le barre della salute, magari a una lunga distanza dal checkpoint, sarà piuttosto frustrante, specialmente avanzando verso il terzo mondo, a causa di un aumento sensibile della difficoltà proporzionalmente al livello. Per assurdo, i miniboss e i tre boss di fine mondo saranno gli avversari meno problematici, poiché basta comprendere le due/tre modalità di attacco e il gioco è fatto.

Ripetitivamente vario

Il bello di Furwind, come dicevamo, sta nella varietà che si sforza di offrire. Ogni mondo include cinque livelli principali e un boss. Troviamo però un livello classico, uno in cui dobbiamo fuggire velocemente tra piattaforme mentre il bordo laterale dello schermo ci insegue, uno sviluppato in senso verticale all’interno di una torre piena di lava, uno ancora ambientato nell’oscurità in cui gestire alcune lucciole per non restare al buio. Non solo, ma ogni mondo ci permette di sbloccare un’abilità speciale, nello specifico il volo, la rigenerazione della salute e l’attacco a distanza, che si aggiungono all’attacco con bombe disponibile fin dall’inizio. Per finire, sfide aggiuntive e liberazione di prigionieri sono brevi livelli a tasso di difficoltà superiore che arricchiscono l’esperienza.

L’altra faccia della medaglia è una certa ripetitività, nel senso che lo schema descritto qui sopra si ripete esattamente uguale in ogni mondo. Cambiano struttura dei livelli e forza dei nemici, ma per il resto il mondo 2 e 3 sono variazioni sul tema del mondo 1. Persino miniboss e minigiochi si ripropongono, mentre una sufficiente differenza rimane nell’approccio ai boss finali.

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Perché no?

Gli amanti dei platform non possono dire di no a un titolo come Furwind, sia per il prezzo abbordabile, sia per il livello di sfida che propone. Se non siamo perfettamente concentrati o non abbiamo particolare abilità con il genere, alcuni livelli possono portare via anche decine di minuti e richiedere moltissimi tentativi, ancor più se vogliamo raggiungere certe aree nascoste per prendere tutte le pergamene.

Non ci sentiamo però di premiare eccessivamente il gioco in termini di valutazione. Il primo problema è proprio nella pigrizia con cui gli sviluppatori hanno preferito riproporre per tre volte lo stesso tipo di livello, aumentando solo la difficoltà per superarlo. Il secondo sta in alcune imprecisioni nella gestione del salto e dell’attacco con la coda, un elemento fondamentale in un platform; capita infatti che, trovandosi troppo vicini al bordo di una piattaforma, il comando non reagisca o lo faccia in ritardo, condannandoci a morte certa soprattutto nei livelli di fuga. Il terzo, infine, è nella trama, abbastanza banale, superficiale e trattata con poca convinzione.

Graficamente il titolo si fa apprezzare per la realizzazione in pixel art del protagonista e dei nemici, anche se questi sono pochi e spesso variano solo per il loro colore. Non male neanche le ambientazioni, anche se poi si riducono a tre tipologie ripetute per costruire tutti i quindici livelli con un evidente lavoro di copia e incolla. Il comparto sonoro non convince: le voci dei personaggi sono solo versi a caso sottotitolati, le musiche di sottofondo non incidono e l’unica voce umana che legge l’introduzione iniziale parla un inglese maccheronico con un microfono chiaramente non professionale.

Trofeisticamente parlando: un Platino non difficile

I diciannove trofei di Furwind, che comprendono il Platino, sono legati in gran parte al completamento dei livelli. Parliamo sia dei quindici livelli principali che delle missioni secondarie costituite dalla liberazione dei prigionieri e dalle sfide. Altri trofei sono legati all’esplorazione e all’accumulo di gemme con cui acquistare i diversi potenziamenti disponibili, per un Platino la cui difficoltà è direttamente proporzionale alla vostra abilità con i platform, ma che non ruberà mai più di una decina di ore.

VERDETTO

Furwind è un classicissimo platform che combina esplorazione e combattimento in quindici livelli a difficoltà crescente capaci di mettere alla prova, in alcune loro parti, le abilità e la pazienza dei migliori amanti del genere. Dopo un ottimo inizio che mostra varietà e un buon level design, il gioco si richiude su sé stesso riproponendo lo stesso schema ripetuto con minime variazioni nei tre mondi che lo compongono. Sicuramente da giocare per chi apprezza i platform, anche alla luce di un Platino più che abbordabile.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.