htoL#NiQ: The Firefly Diary – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: NIS America Developer: Nippon Ichi
Piattaforma:
 PS Vita Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 €

Dopo aver giocato, recensito e adorato alla follia Disgaea 4: A Promise Revisited su PlayStation Vita (che mi ha tenuto impegnato per mesi!), ogni volta che il sottoscritto si avvicina ad un titolo per la piccolina di casa Sony sviluppato da Nippon Ichi alcuni sentimenti gli pervadono il cuore: un misto di speranza e paura, giustificato, da una parte, dalla voglia di vedere cosa hanno combinato stavolta questi geniali sviluppatori nipponici accompagnata, d’altro canto, dal timore di “fissare troppo in alto l’asticella” e restare deluso. E proprio con questi sentimenti ho approcciato htoL#NiQ: The Firefly Diary, titolo dal nome tanto impronunciabile quanto a me sconosciuto, almeno fino a che non ho avviato una nuova partita…

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Luce ed oscurità

Il titolo narra la storia di Mion, una bambina che, priva di alcuna memoria su se stessa ed il proprio passato, si risveglia in un mondo pieno di trappole mortali e popolato da creature avvolte nell’ombra pronte a fare dell’indifesa bambina il proprio prossimo pasto. Ma Mion non sarà sola: ad accompagnarla nel pericoloso viaggio alla ricerca del suo passato ci saranno, infatti, due lucciole (da cui il titolo), Lumen ed Umbra che, come si può facilmente comprendere dal loro nome, possono agire rispettivamente solo nella luce o nell’ombra. Lo diciamo subito: il punto forte del gioco e su cui si basa tutto il suo gameplay è proprio quest’alternanza tra luce ed ombra che, solo combinando le proprie azioni e le proprie forze, porteranno alla risoluzione dei diversi enigmi.
Con la pressione di un semplice tasto, infatti, si potrà agilmente alternare l’utilizzo di Lumen nel “Regno della Luce” con quello di Umbra nel cosiddetto “Regno dell’Oscurità”. La differenza maggiore tra le due lucciole sta nel fatto che mentre Lumen può agire tutto sommato liberamente nella schermata di gioco permettendo, di fatto, al giocatore di controllare Mion che, fidandosi ciecamente del piccolo e lucente amico, lo seguirà in ogni suo movimento, sarà Umbra a svolgere un ruolo solo apparentemente di secondo piano proprio perché, nonostante i suoi limitati movimenti ristretti solo alle ombre proiettate dagli altri oggetti, dovrà interagire con diverse leve ed interruttori che faranno la differenza tra la vita e la morte della piccola bambina.

Non preoccupatevi se la schermata ogni tanto si bloccherà: in certi frangenti, fa parte del gioco!
Non preoccupatevi se la schermata ogni tanto si bloccherà: in certi frangenti, fa parte del gioco!

Controllo indiretto

Ritrovarsi in un mondo ostile, pieno zeppo di trappole e nemici, senza alcuna possibilità di difendersi non è mai un’esperienza piacevole in un videogioco. La cosa geniale che però contraddistingue questo titolo è il fatto che addirittura il giocatore non ha mai un controllo diretto sulla piccola protagonista che seguirà solo, come detto, i movimenti di Lumen. Tutto ciò, unito ad un’agilità piuttosto discutibile della piccola, non fa altro che aumentare a dismisura il senso di impotenza che una bambina indifesa prova di fronte ad un mondo del genere. Mion non avrà una barra della vita ed ogni trappola o mostro sarà fatale. Proprio per questo, il giocatore dovrà ingegnarsi in vari modi per portare a casa la pelle!

Come ve la caverete contro una bestia del genere senza armi?
Come ve la caverete contro una bestia del genere senza armi?

Peculiarità poco peculiari

htoL#NiQ: The Firefly Diary è un gran bel gioco, lungi però dall’essere perfetto. Ciò che si nota dopo circa tre secondi di gioco è l’incredibile imprecisione dei controlli touch. Teoricamente (e sottolineiamo teoricamente), l’idea degli sviluppatori era quella di proporre un gameplay basato sull’alternanza, come detto, tra luce ed ombra anche dal punto di vista dei comandi stessi. Affidato il touch-screen al controllo di Lumen, con un semplice tocco del touch-pad si passa al controllo di Umbra.
Purtroppo l’estrema rapidità e precisione richiesta da alcuni enigmi ed alcune delicate fasi di gioco, non permettono di sfruttare i poco calibrati comandi suddetti. Durante tutto il gioco, infatti, abbiamo impostato praticamente fin da subito i comandi “classici” (stick sinistro per muoversi e pochi comandi azione), migliorando sensibilmente l’esperienza di gioco e diminuendo enormemente il senso di frustrazione causato da un comandi touch poco preciso. Ingenuità clamorosa quella di inserire nel gioco parti in cui si controllano solo Lumen posizionando (se impostati i comandi touch, appunto) il dito sullo stesso, impedendo di farci vedere dove muoverci.

Chi è Mion? E dove sono i suoi genitori?
Chi è Mion? E dove sono i suoi genitori?

Pulita dentro e bella fuori

Lungi da noi voler parlare della storia del gioco, senza dubbio una delle parti più interessanti e che tiene incollato il giocatore dall’inizio alla fine dell’avventura proprio per scoprire di più su Mion, il suo passato, dove sono e chi sono i suoi genitori e perché l’hanno lasciata lì. Purtroppo la durata del titolo si attesta sulla 4-5 ore con poco altro da fare una volta raggiunti i titoli di coda. Ore che possono anche allungarsi esponenzialmente a causa dell’elevata difficoltà del titolo, quasi proibitivo per i meno pazienti.
Esteticamente il titolo si presenta molto bene. L’impatto visivo è spiazzante e vedere una bambina e due lucine in un mondo così cupo fa un certo effetto e lo stile grafico è sicuramente molto ispirato ed azzeccato. Di buon livello anche la colonna sonora, che accompagna degnamente il giocatore durante tutta l’avventura.

httpvh://youtu.be/1aTPsEVvUjc

VERDETTO

htoL#NiQ: The Firefly Diary è un platform molto particolare e che probabilmente non piacerà a tutti a causa della sua elevata difficoltà. I più pazienti, però, che riusciranno a scoprire tutto ciò che questo titolo ha da offrire, non potranno far altro che adorare quest'ennesima opera "Made in Nippon Ichi". Tutto ha il tocco di questi talentuosi ragazzi: la storia, un gameplay unico e particolare e perfino uno stile grafico accattivante. Certo, il gioco non è esente da difetti ma si tratta davvero di inezie. Per tutti questi motivi, abbiamo deciso di premiare il titolo con un voto così alto, lodando soprattutto la voglia degli sviluppatori di proporre ad i possessori di PlayStation Vita un titolo particolarissimo e che sprizza genialità da tutti i... pixel!

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