Hue – Recensione

Sviluppatore: Fiddlesticks Publisher: Curve Digital Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Oggi parleremo di Hue, puzzle platform pubblicato da Curve Digital e realizzato da Fiddlestick. L’idea di base del gioco sta nel colorare il modo grigio e spento di accesi colori, cosa che, a dire la verità, abbiamo già visto più di una volta in giochi del genere. Nonostante una base non originalissima, Hue sarà riuscito a conquistarci? Scopritelo nella nostra recensione.

Alla ricerca di Anna

Hue, nome del protagonista del gioco, è il figlio di Anna, donna al lavoro da tempo su di un anello capace di far recuperare i colori del mondo, ormai perduti. La realtà in cui vivono Hue e la sua famiglia è, infatti, completamente grigia. La creazione dell’artefatto, però, comporta una frattura spaziotemporale, nella quale l’amata madre si perde. Unico indizio una lettera lasciata proprio da Anna, che farà sì che l’avventura abbia inizio. L’arma a nostra disposizione sarà quindi l’anello, capace di manovrare la realtà colorandola e permettendo a Hue di superare ogni difficoltà.

Di platform, in Hue, c’è veramente molto poco, considerando che per la maggior parte del tempo si dovrà risolvere i puzzle a colori sparsi per la mappa. La risoluzione di questi ultimi è però l’unico pretesto per continuare ad andare avanti; la breve avventura (poco più di tre ore di gioco), infatti, pecca per quanto concerne il comparto narrativo. La storia, spesso fulcro centrale del gioco in altre produzioni simili, qui è solo l’input iniziale. Saranno veramente pochi i richiami, con qualche audio da ascoltare a inizio e fine di ogni livello. Ciò che davvero importa è arrivare al traguardo, e per farlo vi basterà colorare lo sfondo con l’anello (Annular Spectrum) che vi ha privato di vostra madre. Riscoprire man mano il rapporto con il familiare perduto, inoltre, vi consentirà di ottenere i frammenti di colore utili all’avanzamento della storia.

Vi basterà, così, saltare, spingere e tirare le casse, raccogliere le chiavi e superare i vari nemici per avanzare nei livelli, esattamente come avviene in titoli come Limbo, tanto per citarne uno dei più celebri. La differenza sostanziale, che rende Hue unico nel suo genere, è il già citato anello e i suoi frammenti. I colori, fra i quali sarà possibile switchare, sono otto: azzurro, blu, viola, rosa, arancione, rosso, giallo e verde. All’aumentare dei colori a disposizione, aumenteranno anche gli ostacoli che si presenteranno a schermo, inducendo, di conseguenza, a una maggiore difficoltà.

Non preoccupatevi, però, i livelli, seppur necessitino a volte di uno studio leggermente più approfondito, non risulteranno mai troppo ostici. Il tempismo nel superare determinati punti sarà la chiave del successo; aprendo il menù dell’anello, infatti, il tempo attorno a Hue rallenterà, consentendovi di selezionare al meglio l’opzione utile alla vostra sopravvivenza. Troppe morti? Nessun problema! Le vite in Hue sono infinite. Inoltre, procedendo di porta in porta, il gioco salverà in automatico, dandovi la possibilità di ripetere ogni sezione per migliorarvi e provare a procedere oltre.

Note e pastelli

Nonostante qualche piccolo difetto, da ricercare per lo più nel già citato reparto narrativo, Hue riesce a brillare per tanti pregi, tra cui l’ispiratissimo comparto tecnico. Il gioco è lineare e semplice in ogni sua meccanica, anche a livello visivo; la ruota di scelta di colori è precisa al millimetro, tanto da poter causare a volte difficoltà nella scelta, cosa comunque risolvibile con un po’ di esercizio.

I colori a pastello non sono però l’unica nota piacevole del gioco; una lancia va spezzata anche a favore del reparto audio. La musica elettronica, in pieno contrasto con il suono del pianoforte, fa da sottofondo alle avventure di Hue, divenendo spesso una piacevole compagna di avventura. Si è ben lontani, sotto questo punto di vista, dai classici indie con le loro ambientazioni e musiche cupe. Per quanto ci riguarda, è proprio l’originalità artistica il vero punto forte del gioco, che fa in modo tale da presentarci qualcosa di nuovo sotto ogni punto di vista, capace di conquistare e tenere impegnati i giocatori, nonostante la scarsa longevità dell’avventura.

Trofeisticamente parlando: indie a colori

Niente di diverso dai soliti indie Limbo-like. I trofei, precisamente dodici, saranno quasi tutti ottenibili semplicemente ultimando la storia. L’unica difficoltà riguarda la raccolta dei collezionabili, che di fatto va ad allungare la breve durata del gioco. Neanche in questo caso dovrete preoccuparvi troppo, comunque, dato che a schermo comparirà il numero di collezionabili presenti in ogni mappa.

VERDETTO

Bel titolo indie, sulla falsariga del celebre Limbo. Ottimo il comparto tecnico, sia per quanto riguarda la colonna sonora che per la resa grafica. Molto divertente anche il gameplay, che unisce tanti puzzle da risolvere al platform. L'unica vera pecca della produzione è da ricercare nelle scelte compiute per la storia: la trama evanescente non convince e non rende giustizia al messaggio di fondo.

Guida ai Voti

Rocco Scotellaro
Amante dei Digimon più che di ogni altra fattispecie di creaturine e mostriciattoli vari, sviluppa la sua passione per il mondo Nerd e gaming in genere sin dalla tenera età di sette anni, cioè da quando gli è stata donata la prima PlayStation. Non è raro trovarlo in fiera in cosplay o a rincorrere fumettisti ed autori, come si suol dire: "ogni riccio un capriccio".