Primo PianoHyperdevotion Noire: Goddess Black Heart – Recensione

Hyperdevotion Noire: Goddess Black Heart – Recensione

Publisher: Idea Factory Developer: Sting
Piattaforma: PS VITA Genere: RPG Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 39,99 €

Da una costola del ben noto Hyperdimension Neptunia, arcinoto gioco di ruolo comparso sia su PlayStation Vita che su PlayStation 3, nasce Hyperdevotion Noire: Goddess Black Heart, primo titolo strategico progettato dai ragazzi di Sting pubblicato su PlayStation Vita, in cui si tenta di emulare i successi di Disgaea e affini. Vediamo quindi insieme se questo ambizioso obiettivo è stato centrato o se invece il re degli strategici ne uscirà ancora imbattuto.

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50 sfumature di Noire

Come ogni spin-off che si rispetti, in Hyperdevotion assurge al ruolo di protagonista non la celeberrima Neptune, bensì una delle sue rivali, la bella e procace Noire, che metterà a ferro e fuoco il mondo, meno noto rispetto a quello di Gameindustri, di Gamarket.
La trama, abbastanza banalotta ed anonima a dire il vero, narra perlappunto delle disavventure di Noire, la cui sorte viene cambiata da una strega, anch’essa mammellarmente dotatissima, che la spingerà ad attingere il potere da un misterioso cristallo posto sotto la città, per riunire tutte le zone del mondo sotto il suo controllo. Ovviamente qualcosa andrà per il verso sbagliato, e Noire prosciugherà involontariamente la fonte di energia delle CPU Divine, il cosiddetto Share, costringendo l’attraente dea ad intraprendere un viaggio in giro per il mondo per ricaricaricare la roccia e riportare la situazione alla normalità.

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Sorvolando sulla dubbia scelta di Noire di ascoltare una misteriosa losca donna comparsa dal nulla con un magico rimedio, che riporta alla mente lo stolto Jack che acquista dei fagioli incantati da un mercante poco raccomandabile, la mancanza di colpi di scena e l’inserimento di siparietti e digressioni che non trovano un senso logico rendono la storia piatta e monotona, anche se la comparsa di numerosi fan serivce hanno l’effetto di un defibrillatore su un malato che si dirige lentamente verso la luce in fondo al tunnel.
Ma come sappiamo la storia diventa quasi marginale se il gioco è in grado di coinvolgere gli utenti con un gameplay solido e con delle idee innovative, senza contare la grafica che, vista la natura delle protagoniste, potrebbe dare una bella svolta ad un inizio tutto in salita. Non ci resta dunque che vedere più nel dettaglio come si svolge l’avventura di Noire e compagne.

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Vert è visibilmente scossa per quanto combinato da Noire, e di certo non ce la farà passare liscia

Attacchi amorosi

Come detto, Hyperdevotion Noire è un tipico gioco strategico, in cui dovremo schierare una o più lottatrici (tutte rigorosamente donne, come da tradizione) per combattere contro terribili avversarie e mostri micidiali. Le battaglie, che ovviamente sono il grosso del gioco, si svolgeranno in arene dapprima lineari, dopodichè, man mano che aumenterà la curva di difficoltà, in zone costellate di trappole oppure spalmate su più livelli, il che aggiungerà complicatezza ad un sistema di combattimento ridotto comunque all’osso, con comandi digeribili da chiunque.
Durante gli scontri infatti ci verrà chiesto di spostare le nostre truppe sul terreno, avvicinandole ai nemici per poterli colpire con i nostri attacchi e con le nostre mosse speciali, potendo sempre compiere, per ogni personaggio, una sola azione di movimento ed una di attacco (o altro, a seconda delle esigenze).

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Ad aggiungere pepe alle sfide ci sarà anche un fattore chiamato “Kiss Combo”, che ci spingerà ad usare almeno un poco la materia grigia durante gli spostamenti delle eroine, visto che due o più di esse affiancate permetteranno, grazie al “fattore affetto”, di ridurre il costo in Skill Points delle nostre abilità, consentendoci dunque di risparmiare il grosso per i mostri più forti.
Detto delle combo e degli attacchi, come consuetudine dei giochi di ruolo potremo scegliere di usare oggetti curativi e, manco a dirlo, la modalità HDD, che i fan della saga conosceranno bene, che trasformerà le dee in devastanti macchine da guerra, pronte a fare a fette chiunque gli si pari davanti.
Il grosso problema di questo sistema di combattimento è però lo spostamento delle truppe, perchè per fare in modo che le stesse non incappino in trappole o facciano il percorso che vogliamo noi dovremo armeggiare non poco con le posizioni, problema generato dal fatto che, a differenza di Disgaea, il percorso dal punto A al punto B ci verrà indicato ma non potremo in nessun modo modificarne una parte di esso, il che genererà non poca frustrazione.

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Per essere un personaggio di un gioco della serie Hyperdimension è richiesta una notevole abilità nella lotta ed un alto tasso di prolattina

Unitamente a questo, da segnalare anche un tremendo problema di dislivelli, perchè molto spesso nelle arene a gradoni ci troveremo nell’impossibilità di proseguire (e dunque costretti ad un Game Over) a causa della mancanza di mezzi per raggiungere una piattaforma rialzata.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.