I Am The Hero – Recensione

Sviluppatore: Crazyant Publisher: Ratalaika Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Picchiaduro a Scorrimento Giocatori: 1-2 PEGI: 12 Prezzo: 9,99 € Italiano:

C’è sempre bisogno di un eroe. Che si tratti di sconfiggere un drago sputafuoco che minaccia un regno, di eliminare un ninja oscuro o di liberare un’isola che ospita un commando di terroristi, ogni storia di malvagità necessita del paladino che riporti ordine e giustizia. Da queste scontate premesse e con una buona dose di sarcasmo e autoironia Crazyant confeziona un gioco divertente e leggero che, come recita il titolo, ci porterà ad affermare con orgoglio “I am the hero”.

Eroi bidimensionali

Il nostro avversario, nello specifico, è una non meglio identificata multinazionale malvagia, un cliché che si aggiunge a quelli elencati nella cutscene introduttiva del gioco e che funge dichiaratamente da pretesto. Non a caso nel finale, dopo una buona dose di scazzottate e boss vari, il nostro eroe trionferà e si sentirà il salvatore del mondo nonostante dichiari di non sapere nemmeno con precisione quale fosse il piano crudele della compagnia. Ma un eroe non si fissa sui dettagli e lascia lavorare calci e pugni piuttosto che il cervello.

I Am The Hero è un gioco così, scanzonato, che non cerca di stupire ma si limita a far divertire, che non vuole raccontare o stimolare una riflessione, ma intrattenere e mettere amichevolmente alla prova la nostra abilità videoludica. Parliamo di un picchiaduro a scorrimento orizzontale che più arcade non si potrebbe, con grafica bidimensionale, resa comunque interessante da un’inquadratura di sbieco che riesce a conferire profondità nonostante l’impostazione piatta di personaggi e scenari.

Quello che ti aspetteresti

Non c’è niente, in I Am The Hero, che brilli per originalità, ma è nella capacità di rispondere alle attese e ai canoni del genere di appartenenza che il gioco trova la sua migliore qualità. Il personaggio che controlliamo, preferibilmente con la croce direzionale, procede nella breve avventura che si dipana nel giro di un paio d’ore potendo contare su un set di mosse ben variegato. Parliamo del classico attacco con i pugni, di uno a calci e di una sorta di testata che fa rimbalzare i nemici come palline di un flipper, anche se ognuno di essi assume poi forme diverse se abbinato al tasto della croce direzionale “su” o al salto. A ciò vanno aggiunti l’immancabile schivata, che in realtà è più uno scatto in avanti utile sia per sfuggire alle situazioni più scomode che per potenziare ulteriormente uno degli attacchi, e l’attacco critico, realizzato premendo il tasto appena prima del colpo nemico e capace di ucciderlo in un istante.

A variare e arricchire l’esperienza si aggiunge la possibilità, al termine di ogni mondo, di sbloccare una nuova mossa speciale. Questa è fondamentalmente una sequenza di tasti che ricorda quella dei classici picchiaduro e permette di inanellare automaticamente una serie di attacchi ai quali i nemici non possono opporsi. Naturalmente un simile vantaggio non è illimitato, poiché ne perderebbe l’interesse suscitato dal gioco, ma una barra sotto a quella dell’energia indica quante mosse speciali possiamo eseguire prima della necessaria ricarica, che si ottiene mettendo a segno colpi e aumentando il valore della combo. La stessa barra può essere sfruttata per attivare una modalità “endurance” nella quale il protagonista è di fatto inattaccabile dai nemici e può sfogare la propria ira per districarsi nelle risse più affollate.

Lo sblocco di una mossa speciale alla fine di uno stage è una scelta alternativa a quella di un nuovo personaggio giocabile; sta a noi infatti decidere se prediligere un potenziamento del protagonista principale o se rendere disponibile un secondo personaggio che, di fatto, rappresenta una seconda vita prima del game over. Questo personaggio, infatti, che altri non è se uno dei nemici già sconfitti nel corso del gioco che possiamo ora controllare in prima persona, si attiva automaticamente alla morte del protagonista, oppure può essere richiamato con il tasto R1, e permette di godere di una seconda barra dell’energia piena per procedere con l’avventura. A conti fatti, considerando che un game over si traduce nella rinascita in un punto poco precedente quello in cui siamo morti, e che quindi non è particolarmente fastidioso, è preferibile puntare sulle mosse speciali.

Tanti nemici, tanto onore

I nemici che si incontrano nel corso dell’avventura, tra corridoi di un ospedale, banchine della metropolitana, ascensori e sotterranei, sono ben differenziati. Ognuno ha caratteristiche di attacco uniche da tenere presenti nell’approccio, anche se ovviamente non parliamo di una gestione dei pattern che richieda uno studio approfondito; molto spesso è sufficiente continuare a premere un tasto di attacco, eseguire qualche combo e sfuggire con lo scatto a situazioni in cui risultiamo accerchiati. Almeno a livello facile, il primo dei tre disponibili, la progressione è all’acqua di rose, sia per quanto riguarda i nemici comuni che per quanto concerne i boss veri e propri.

Questi ultimi non si differenziano molto dagli avversari normali, se non per la barra di energia molto più lunga e per qualche attacco speciale che in realtà è tutto fuorché irresistibile. Uno, ad esempio, emana una specie di scossa elettrica, ma è sufficiente restare a guardarlo finché la sua ira non si è sfogata del tutto e riprendere a dargliele di santa ragione. In linea generale, arrivando a un boss con la barra delle mosse speciali piena ed eseguendone cinque/sei in sequenza si arriva a sconfiggerlo in pochissimo tempo. La difficoltà base, come si diceva, è stata messa in secondo piano rispetto alla necessità di divertire e intrattenere.

La giusta attenzione ai giocatori

I Am The Hero non si limita a svolgere il compito minimo, ma propone diverse opzioni per aumentare la propria longevità. I tre livelli di difficoltà disponibili sono sbloccati solo al completamento del precedente, il che presuppone almeno tre run per chi volesse completare la storia con la massima sfida. Il gioco può inoltre essere affrontato in compagnia, grazie al multiplayer locale per due giocatori che riaccenderà memorie dei pomeriggi in sala giochi. Per finire, oltre alla storia principale c’è una sezione riservata alle sfide, con classifiche globali, nelle quali è possibile affrontare ondate successive di nemici, oppure boss in scontri cronometrati.

Sarebbe facile, insomma, cadere nella tentazione e considerare I Am The Hero un titolo-esca, vista anche la sua semplicissima lista trofei e il publisher noto per proporre giochi banali per attirare i cacciatori di coppe virtuali, ma una prova attenta mostra che attenzione e passione hanno guidato lo sviluppo. Lo si nota, oltre che in quanto già elencato, nel compendio delle mosse raccolto in un apposito menù, nel sistema di ricompense (nuovi personaggi e nuove combo) da sbloccare con diverse run, nella già citata modalità sfida e nella generale assenza di bug evidenti, nell’ironia dei pochi testi scritti per introdurre boss e nuovi nemici, per un’esperienza di gioco soddisfacente, scorrevole, divertente.

Come in sala giochi

La grafica bidimensionale in pixel art di I Am The Hero non brilla per originalità, ma è comunque gradevole la scelta dei colori e soprattutto l’impostazione prospettica già citata, che attribuisce movimento a una scena altrimenti piatta. Le location di sfondo sono realizzate con una buona cura, anche se spesso gli elementi si ripetono in un mero copia-incolla, e i nemici sono ben pensati e caratterizzati esteticamente. Il comparto audio è in linea con la natura arcade del gioco, con musiche elettroniche ripetitive che si limitano ad accompagnare l’avventura, senza restare minimamente impresse.

Trofeisticamente parlando: Ratalaika, is that you?

Non si può negare che Ratalaika Games sia diventato sinonimo di Platini facili. I Am The Hero non è l’eccezione alla regola, in virtù della sua lista con due trofei di bronzo, tredici d’argento e sette d’oro prima del Platino. Apprezzabile che sia almeno necessario finire il gioco, anche se solo a livello facile, mentre per il resto dovrete trovare alcuni collezionabili nascosti… almeno finché non avrete letto la nostra guida.

VERDETTO

I Am The Hero propone un'esperienza medio-breve con un picchiaduro a scorrimento orizzontale classico che però svolge pienamente il proprio dovere: divertire. Gli amanti delle sessioni ai cabinati negli anni Novanta lo giocheranno con nostalgica approvazione, ma anche i più giovani possono mettersi alla prova grazie ai diversi livelli di difficoltà e alle possibilità di combattimento varie e ben combinabili. Un 7/10 tendente all'alto per un titolo che, nella sua semplicità, mostra cura e rispetto per i videogiocatori (e che strizza l'occhio ai cacciatori di trofei).

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.