Kung Fury: Street Rage – Recensione

Sviluppatore: Hello There AB Publisher: Hello There AB Piattaforma: PS Vita (disponibile anche per PS4) Genere: Picchiaduro a Scorrimento Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 3,99 € Italiano:

Da diversi anni a questa parte ormai stiamo assistendo a un ritorno stilistico di ciò che sono stati gli anni Ottanta. Basti pensare a una serie TV come Stranger Things che è un vero e proprio omaggio a pellicole cinematografiche di quell’epoca, o al ritorno nelle sale, proprio in questi giorni, del sequel di un film cult come Blade Runner. Anche in ambito videoludico sono state fatte operazioni analoghe, con titoli come Far Cry: Blood Dragon, Hotline Miami e Kung Fury: Street Rage, che andremo a recensire oggi. Tutti hanno uno stile audiovisivo ben riconoscibile e marcato, che strizza l’occhio in più di un’occasione ai cult che hanno saputo emozionarci in passato.

Meglio tardi che mai

Kung Fury: Street Rage è stato sviluppato da Hello There AB ed è basato sul mediometraggio finanziato con successo tramite una campagna Kickstarter e pubblicato nel 2015. Si presenta come un gioco in pixel art che fa del suo stile audiovisivo il suo punto di forza. Dopo essere approdato su dispositivi mobili, PC e PlayStation 4, il gioco risulta finalmente fruibile anche su PlayStation Vita.

A chi serve la trama?

Trattasi di un gioco indie che ricalca la trama volutamente assurda del film, e che vede l’agente Kung Fury impegnato a fermare l’attacco di un videogioco arcade trasformatosi improvvisamente in un robot capace di seminare terrore e distruzione, il tutto ambientato in una Miami di metà anni Ottanta. Non aspettatevi dunque una storia articolata, ma solo una quantità enorme di nemici, in un susseguirsi continuo di arti marziali e trovate fuori di testa, che vi accompagneranno fino al boss finale.

Tap, tap, tap… è il mio turno!

A primo impatto potrebbe sembrare a tutti gli effetti un gioco di genere beat ‘em up, salvo accorgersi che ne ha, sì, qualche sfumatura, ma che si tratta di un semplice “button masher”. Saremo infatti impossibilitati dal muovere il personaggio e potremo giusto premere un paio di tasti mentre i nemici si proporranno in serie dal lato destro e sinistro dello schermo, con il protagonista che si muoverà verso quest’ultimo in automatico. La varietà del gameplay dipende quindi da come premeremo questi tasti, a seconda dei nemici che avremo di fronte. Se, ad esempio, ci troveremo a combattere contro un nemico classico, questi andrà K.O. con uno/due colpi massimo. Discorso diverso per i nemici più ostici quali i robot, che necessiteranno di una scarica continua di colpi per finire al tappeto.

L’obiettivo insomma è quello di sopravvivere alle ondate di nemici che ci si parano davanti fino ad arrivare allo scontro con il boss finale. Un pizzico di varietà è in grado di regalarla la scelta di diversi personaggi, quali il poliziotto dinosauro o la donna barbara, che a loro volta possiedono abilità uniche. Peccato però che questa varietà crolli sotto il peso della natura stessa del gioco e non sia in grado di offrire quel qualcosa in più al titolo. Difatti non faremo altro che premere due tasti nei diversi livelli del gioco, per tutta la sua durata. Kung Fury può essere adatto a sessioni mordi e fuggi, quando si è in autobus, in fila alle poste o in attesa dal dentista, ed è forse proprio in queste partite “al volo” che riesce a far emergere appieno la sua particolarità.

Back to the 80’s

Un plauso invece va alla colonna sonora che, seppur non brilli per varietà di tracce presenti, sa essere incalzante con i suoi brani synthwave e accompagna l’azione di gioco in modo impeccabile. Piacevoli anche i vari effetti sonori a 16 bit che restituisco al gioco la giusta atmosfera.

Meglio tardi, ok, ma non così

Il gioco è ormai disponibile sulle altre piattaforme dal 2015 ed è inspiegabile come il tempo necessario per realizzare questo porting non sia stato sfruttato a dovere. La conversione, a conti fatti, è piuttosto pigra e la sensazione è che Kung Fury: Street Rage avrebbe potuto e dovuto offrire qualcosa in più. Se da un lato lo schermo più piccolo della console, rispetto a una TV di casa, restituisce una resa visiva migliore, è quasi assurdo notare come nelle fasi più concitate, il titolo soffra di vistosi cali di frame rate. Nulla che non si possa risolvere tramite una patch apposita, sia chiaro, ma dopo tutto questo tempo era lecito attendersi una versione quantomeno più rifinita dal punto di vista tecnico.

Il portafoglio, almeno per ora, è salvo!

In definitiva comunque, Kung Fury: Street Rage, preso a piccole dosi, può dire la sua e riesce nello scopo di divertire il giocatore. Non è sicuramente il top nel suo genere, ma non è nemmeno un gioco da evitare. Il suo lavoro lo svolge egregiamente, tendendo a essere un semplice button masher, come molti altri, ma artisticamente ispirato all’estetica degli anni Ottanta. Un altro punto a suo favore è sicuramente il costo non proprio eccessivo di 3,99 euro. Ciò che resta però, è un’occasione persa e quella sensazione che si sarebbe potuto fare di più, in particolare per quest’ultimo porting.

Trofeisticamente parlando: pochi trofei posson bastare

In totale i trofei di Kung Fury sono undici: sei di bronzo, quattro di argento e uno d’oro, assente invece il trofeo Platino. Gli obiettivi non richiedono particolari compiti da portare a termine, vi basterà uccidere nemici e fare punteggi alti, quindi tempo e difficoltà per il loro ottenimento dipenderanno esclusivamente dalla vostra abilità. Per qualsiasi suggerimento o informazioni, potete consultare il nostro elenco trofei.

VERDETTO

Kung Fury: Rage Street è un gioco che omaggia i film cult degli anni Ottanta, ispirato, bello da ascoltare e da vedere. Purtroppo però viene schiacciato dal peso della sua natura mobile e da un porting piuttosto pigro su PlayStation Vita. Nonostante questo, resta piuttosto divertente se preso a piccole dosi. Il prezzo non eccessivo, unito al suo stile ricercato, potrebbe spingere gli amanti del genere a valutarne l'acquisto.

Guida ai Voti

Gennaro Schiavelli
Devoto al Cyberpunk nelle sue più ampie forme, adora ogni tipo di arte contemporanea, nonché tecnologica. Gioca qualsiasi genere di videogames, dallo sportivo al jrpg, dall' fps al puzzle game, senza distinzione di sorta. Legge fumetti di tipologie diverse sin dalla tenera età, propendendo in questo caso per i manga. È innamorato di Alita, tanto quanto del maggiore Motoko Kusanagi. È un fan di Takeshi Kitano, detto Beat, quanto di Ridley Scott, a cui si deve quel capolavoro di Blade Runner. Il suo anime preferito è Tekkonkinkreet.