NORTH – Recensione

Sviluppatore: Sometimes You Publisher: Outlands Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 3,59 € Italiano:

Negli ultimi anni le case indipendenti hanno realizzato che, per dar vita a una buona idea, basti avere carta e penna, non necessariamente un grande capitale a cui attingere. Il gameplay unico, che fa del poco budget un’ispirazione, e la storia dalla profonda morale sono gli elementi base di ogni videogioco indie che si rispetti. Senza giri di parole, tuttavia, questo non è il caso di NORTH. Vediamo perché.

Non proprio il re del Nord

In NORTH controlleremo un individuo anonimo intento a trovare asilo in una città distorta, abitata da strani esseri dalla inesistente etica morale e dai dubbi costumi. Il nostro protagonista si ritroverà a seguire un modello di vita alieno per far sì che venga accettato dalla strana comunità, svolgendo lavori forzati in miniera sotto l’obbligo dei piani alti o addirittura convertirsi alla loro religione senza poter esercitare libertà di pensiero, come se il tutto fosse un lavaggio del cervello.

Durante lo svolgere delle mansioni imposte, l’individuo scriverà delle lettere a sua sorella per spiegarle le atrocità a cui è costretto a prender parte. Imbucare le lettere alla cassetta sarà l’unico vero spunto di trama, in quanto non esistono dialoghi né vere e proprie spiegazioni. NORTH tratta il tema delicato dell’immigrazione, tematica attuale anche nel nostro Paese, ma lo fa in modo distopico; invece che soffermarsi sull’inferno vissuto dal protagonista, il gioco sfoggia elementi paranormali e psichedelici che prendono il sopravvento e lasciano un messaggio non del tutto chiaro, complice anche il deludente finale.

Tutto d’un fiato!

La prima schermata che appare è un disclaimer; esso spiega che non c’è alcun menù principale né ci saranno salvataggi. Il titolo è fatto per essere giocato in un’unica sessione (che dura all’incirca un’ora), e saremo invitati ad avviarlo solo se avremo abbastanza tempo da dedicargli. NORTH si rivela essere un walking simulator in prima persona. Nessuna azione effettiva da compiere, solo interagire con le porte, con la cassetta delle lettere e con gli NPC. Verremo da subito catapultati in un’avventura horror non proprio spaventosa, quanto piuttosto inquietante. Nessun jumpscare o situazioni spaventose; il gioco si limita a cercare di trasmettere irrequietezza, senso di ansia e smarrimento grazie all’ambiente che circonda il giocatore, anche se diviso in sole tre sezioni una più piccola dell’altra. Segnaliamo, oltre alla sciagurata classificazione del PEGI, un paio di lunghe scene da crisi epilettiche (che partono di punto in bianco, tra l’altro) impossibili da saltare, avvertenza che manca nel disclaimer: se soffrite di epilessia, evitate l’acquisto.

Per alimentare il senso di spaesamento, non ci verrà quasi mai spiegato il nostro prossimo obiettivo. L’unico modo per scoprire come affrontare i puzzle, se così si possono definire, è tornare macchinosamente indietro (scelta discutibile a livello narrativo) dopo aver visto l’enigma in questione e metterci in cerca di una cassetta della posta per imbucare una lettera indirizzata a nostra sorella, nella quale saranno scritti i pensieri del protagonista che fungeranno da consiglio, lettera che non potremo mai più leggere una volta inviata.

Need for slow

Il concetto del gioco è originale, lo riconosciamo, ma siamo onesti: con una mancanza di fluidità simile, è ovvio che il gioco duri addirittura un’ora! I contenuti sono pochissimi e l’esecuzione generale del gameplay è ciò che rovina l’esperienza anziché esserne la colonna portante, in quanto il prodotto in questione è un videogioco. I movimenti del nostro personaggio sono tardivi, fiacchi, e come se non bastasse i comandi non sono affatto reattivi; la visuale si sposterà con un input lag di mezzo secondo, mentre aprire una porta o imbucare una lettera ci richiederà di premere ripetutamente il tasto X per far riconoscere l’azione relativa al gioco.

A gettar benzina sul fuoco è complice anche una pochezza di dettagli visivi che risalta all’occhio a causa dello stesso disclaimer iniziale, che invita i giocatori a esplorare l’ambiente di gioco per raccontare con le lettere ciò che si vede; il tutto risulta poco ispirato e vuoto di contenuti. Ad aggravare ancora le cose c’è un comparto grafico per nulla ottimizzato, con animazioni degli NPC inesistenti e texture in bassa risoluzione in bella vista, che il gioco cerca di rattoppare servendosi della luminosità a livelli minimi e inserendo una visuale sfocata in stile Amnesia, purtroppo fallendo. Menzione d’onore invece va al comparto sonoro, che con le inquietanti note riprodotte si amalgama bene con l’ambiente e la situazione, fatta eccezione per la sezione in miniera, che d’altro canto vede la riproduzione improvvisa di una musica di stampo arcade del tutto inadeguata al contesto (ma LOL NdD).

Trofeisticamente parlando: faccio cose, vedo mostri

Come giusto che sia (altrimenti sarebbe stato un altro Little Adventure on the Prairie), l’elenco trofei di NORTH non ha un trofeo di Platino. Ottenere il 100% è possibile in meno di un’ora e consiste nello svolgere tutte le azioni disponibili del gioco, in quanto ogni trofeo è legato alla storia; basterà arrivare alla fine per avere già tutte le coppe.

VERDETTO

NORTH può sembrare un titolo intrigante, ma tutto ciò che resta alla fine è un grande punto interrogativo. Il gameplay è pessimo, le aree di gioco estremamente ridotte e il backtracking è onnipresente. Se non siete amanti dell'horror, passate oltre. Se lo siete, pure. Troverete di meglio. Prezzo esiguo o meno, consigliamo l'acquisto solo a chi ha una gran voglia di rovinarsi il pomeriggio.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.