One Eyed Kutkh – Recensione

Sviluppatore: Baba Yaga Games Publisher: Sometimes You Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita, Mobile) Genere: Indie Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 5,99 € Italiano:

Il mondo dei videogiochi si è aperto a tutti, sia per i fruitori che per gli sviluppatori. Questa cosa porta con sé dei risvolti sia positivi che negativi poiché, consentendo a chiunque di sviluppare videogiochi e di metterli in vendita (seppur il PlayStation Store ponga un minimo di filtro qualitativo e contenutistico), può arrivare negli scaffali digitali qualsiasi cosa.

E sono proprio gli ormai celeberrimi indie a portare all’estremo le conseguenze di questa apertura totale, essendo la fonte da cui derivano sia i concept più geniali, sia i prodotti più squallidi e insignificanti, non solo tecnicamente.

 Finché l’astronave va…

La trama del gioco è piuttosto semplice: un alieno monoculare (non propriamente un Kutkh, essendo questo una creatura mitologica russa dall’aspetto di un corvo) sta viaggiando su una piccola navicella per tornare a casa, ma un guasto improvviso lo fa precipitare su un pianeta sconosciuto. Lo schianto fa disperdere quattro ingranaggi indispensabili per tutto il pianeta, e il nostro piccolo alieno dovrà cercarli.

Uno degli ingranaggi, purtroppo, non sarà facile da trovare e il nostro protagonista, demoralizzato, si arrenderà. Qui entrerà in gioco un abitante del pianeta che, trovato l’ingranaggio in casa sua, cercherà il proprietario per tutto il pianeta, imbattendosi in strani personaggi e in due divinità in lotta fra loro. La trama, come detto, è molto semplice, ma gli sviluppatori hanno disseminato il pianeta di messaggi e significati da decifrare e vivere con la propria empatia. E’ inoltre curioso come vi sia un albero enorme con un’altra navicella schiantata sull’estremità.

Una storia per bambini

La storia principale sembra ispirarsi ai libri per bambini, dove si raccontano personaggi strani molto gentili e pacifici, due divinità che lottano fra di loro ma che alla fine troveranno il compromesso e uno straniero che viene aiutato dagli abitanti del pianeta. Gli sviluppatori stessi, nella descrizione del proprio titolo, hanno affermato di ispirarsi alle favole del lontano Nord, inquadrando il pianeta nel nono cielo. Coerentemente a questo, si aggiunge uno stile grafico che suscita nel fruitore la sensazione di essere dentro un libro di favole. Complice di questo effetto è soprattutto lo sfondo del gioco, che teoricamente dovrebbe raffigurare lo spazio aperto ma concretamente sembra essere disegnato a mano e composto da tanti abbozzi del pianeta stesso stilizzato.

Lo stile grafico concepito e disegnato da Baba Yaga Games è affascinante nella sua semplicità e purezza.  Lo stesso non si può dire purtroppo della colonna sonora: si tratta di un ambient molto leggero, molto simile al moderno vaporwave, seppur poco articolato. Un peccato, perché brani ed effetti sonori maggiormente curati avrebbero giovato enormemente.

Mai osare troppo

Veniamo al dunque, il gameplay. Si tratta di un punta e clicca dove impartiremo ordini al personaggio giocabile (leggi anche: movimento e interazione con alcuni elementi dell’ambiente). Le animazioni sono minimali ma sufficienti, e il ritmo del titolo non accelera mai. Si tratta di una scelta intelligente. Il budget a disposizione di Baba Yaga Games era probabilmente ristretto, e infognarsi in gameplay e animazioni complesse avrebbe solamente comportato una complicazione inutile e insormontabile, sfociando inevitabilmente in un prodotto scadente sotto ogni punti di vista.

Mai andare oltre le proprie possibilità. Baba Yaga Games lo sa e si è limitata a un gameplay risicato ma non inadeguato ed è anche riuscita a mascherare la scarsissima varietà di modelli presenti nel loro piccolo pianeta. Insomma, una notevole prova di consapevolezza e di capacità di sopravvivenza, che dà alla luce un videogioco non ambizioso ma che sa quanto vale. Un’avventura peculiare, da prendere alla leggera, e in cui immedesimarsi per un’oretta o poco più. In sostanza, una lettura di un libro per bambini portata in un nuovo mezzo di comunicazione.

SEI un po’ troppo caro…

Anche per il prezzo di lancio su PlayStation 4 i nostri cari amici di Baba Yaga Games si sono ispirati ai libri per bambini, in particolare quelli cartonati. Il prezzo di 5,99 euro risulta eccessivo, considerata la longevità piuttosto irrisoria che il titolo ha da offrire e la totale assenza di rigiocabilità. Il titolo nella sua interezza è valido e merita di essere vissuto, più che giocato, ma non a questo prezzo. Il prezzo corretto si dovrebbe aggirare intorno alla sua metà, quindi vi invitiamo ad aspettare un prevedibile sconto del 50% o più durante le promozioni autunnali o invernali.

Per quanto concerne invece la longevità, si tratta di un compromesso ideale e azzeccatissimo. Se fosse durato anche solo quattro ore avrebbe molto probabilmente stancato e perso appeal, così come se gli sviluppatori avessero creato un pianeta più grande riempiendolo di nulla. Si tratta di un’operazione di “annacquamento”, esattamente come si fa con il bicchiere di vino: per bere di più si aggiunge dell’acqua, si risparmia denaro ma si sacrifica il gusto del vino stesso. Ben venga quindi di non prolungare inutilmente i videogiochi. Anche questa è una scelta intelligente da parte degli sviluppatori, che hanno insegnato come con un’idea semplice, pochi soldi, un’ispirazione molto malleabile e la consapevolezza dei propri mezzi si possa creare un prodotto coerente con tutto ciò e quasi per nulla attaccabile. L’essenza dell’indie.

Trofeisticamente parlando: che kutkhata!

Il gioco è composto da solamente otto trofei: un trofeo di bronzo, sei d’argento e un trofeo d’oro. Per ottenere il 100% sarà necessario svolgere alcune azioni particolari, tutte molto semplici (essendo un punta e clicca).

VERDETTO

One Eyed Kutkh è un indie in piena regola nato da un'ispirazione curiosa e sviluppato con grande intelligenza e consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti. E' un'avventura punta e clicca molto concisa, che vi catapulta in un pianeta del nono cielo immerso da un'aura fatata. Buona realizzazione artistica e ottimo concept, rivedibili invece il comparto sonoro e soprattutto il prezzo di vendita, troppo pretenzioso. Un esempio da seguire per gli aspiranti sviluppatori di videogiochi.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.