Rabi-Ribi – Recensione

Sviluppatore: CreSpirit International Ltd Publisher: PQube Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Rabi-Ribi a prima impressione può sembrare un titolo di chiara ispirazione ai colossi del passato quali, ad esempio, Metal Slug ma, in realtà, è tutt’altro.

Rabi-Ribi è un titolo d’esordio di una azienda di Taiwan (Paese che si sta sviluppando molto sia in ambito videoludico che musicale negli ultimi anni) ambizioso, che cerca di mescolare più generi quali metroidvania, gioco di ruolo, platform e bullet hell.

Chiariamoci, è una miscela di generi già vista ma che comunque fa capire che i produttori vogliono fare sul serio.

No, non è una cameriera vestita da coniglietta

La trama del gioco è, almeno inizialmente, molto semplice. La protagonista è una coniglietta di nome Erina, che un giorno si risveglia in una scatola rinchiusa in un appartamento a lei sconosciuto e quando si guarda intorno scopre di essersi misteriosamente tramutata in una ragazza (molto sexy, tra l’altro), mantenendo le iconiche orecchie e la coda a batuffolo.
La nostra protagonista, che man mano si adatterà alla sua nuova “forma”, avrà come obiettivo principale tornare a casa della sua padrona e scoprire cosa è successo, in modo tale da tornare come prima.

Subito nelle prime fasi del gioco incontrerà una fatina di nome Ribbon (da qui il nome del titolo, “Rabi” sta per “rabbit” e “Ribi” sta per “ribbon”) che, anch’ella bisognosa di un aiuto, si unirà a lei per il suo viaggio.

Da qui in avanti, la trama occuperà quasi esclusivamente un ruolo marginale a tutto ciò che il gioco ha da offrire ma, nel caso in cui decideremo di focalizzarci su di essa, verremo travolti da un’ondata di nonsense e degrado di rara bellezza; vi basti sapere che i nemici più frequenti sono ragazze che appartengono a un movimento di fanatiche di conigli che cercheranno di accarezzarvi (o farvi anche altro…).

Molti NPC hanno delle storyline che possono incuriosire il videogiocatore, ma purtroppo non tutte sono sviluppate e dettagliate a dovere. Nonostante questa piccola pecca, ogni singolo personaggio è ben delineato caratterialmente e susciterà nel videogiocatore curiosità e interesse, sperando che non siate sufficientemente malati da farvi venire anche qualche strana perversione.

Un gameplay in ascesa continua

Per quanto concerne il gameplay, abbiamo trovato somiglianze con Dust: An Elysian Tail, poiché la nostra protagonista si esibirà negli attacchi corpo a corpo, mentre la nostra piccola e divertentissima Ribbon ci delizierà con attacchi a distanza che potranno variare in base alla runa che equipaggeremo (esattamente come per Fidget in Dust).

Inizialmente, le possibilità di combattimento si limiteranno a combo piuttosto legnose con un martello gigante e un raggio rettilineo dalla lunga distanza ma, proseguendo con la storia, potremo ottenere molto altro. Qui entra in ballo una bella peculiarità del titolo: lo sviluppo del nostro stile di combattimento si basa su quante volte utilizziamo una certa combo e/o arma, che farà aumentare di livello la stessa. Potremo però anche assegnare punti esperienza alle varie armi e decidere di virare su qualcosa di nuovo.

Abbiamo trovato il gameplay molto dinamico e delirante in alcuni suoi frangenti (soprattutto nelle numerose e variabilissime boss fight), ma non semplice da padroneggiare, sia per il ritmo frenetico, sia per comandi non propriamente comodi, seppur molto precisi.

Una dolcezza letale

I personaggi di questo gioco sono solo ed esclusivamente di sesso femminile, e tutte prevedibilmente molto affascinanti. Personalmente mi sono ritrovato ogni 40 minuti a innamorarmi di una ragazza diversa.

Tralasciando questo aspetto, il gioco vi porrà dinanzi una interessante scelta: i nemici livellano insieme a voi e all’equipaggiamento che possedete; oppure i nemici sono standardizzati, in modo tale che il vostro farm e la vostra esplorazione alla ricerca di oggetti vi possa dare un vantaggio considerevole. Questa scelta permette di giocare il titolo nel modo che più aggrada il giocatore, e noi apprezziamo.

Come prevedibile, si può scegliere fra molti livelli difficoltà, seppur gli ultimi due possono mettere alla prova anche i videogiocatori più hardcore.

Che cavolo, c’è il livello subacqueo anche qui!

Beh, non poteva certo mancare il livello subacqueo, con i proverbiali movimenti lenti e l’impossibilità di muoversi liberamente. Nei 20 livelli del gioco vi è una molteplicità di ambienti, molto ben disegnati e congegnati, che richiedono quasi sempre un backtracking tipico dei metroidvania e che spaziano dalle piramidi egizie alle grotte, dalle montagne innevate a un covo di fanatiche.

I nostri viaggi saranno accompagnati da una colonna sonora molto “otaku” (se ci passate il termine), ma assolutamente non esasperante o esagerata ma che, anzi, calza a pennello con lo stile che cerca di cavalcare Rabi-Ribi. Nota dolente è invece la totale assenza di un doppiaggio in qualsiasi lingua anche nelle scene tipiche delle visual novel con lettura del testo. Qui si poteva decisamente fare di più.

Sei morto

La citazione al brand che si è ritagliato la fama di titolo difficile, pur non essendolo minimamente, è tutt’altro che casuale (stretta di mano virtuale, ragazzo NdD).

Come già detto in precedenza, il titolo vanta ben sei livelli di difficoltà che possono regalare al videogiocatore un’esperienza rilassante e divertente nella sua innocente e dilettevole demenza, così come proporre una sfida agli amanti dell’hardcore come raramente si è visto su console.

Rabi-Ribi sa essere punitivo, crudele, a tratti frustrante quando ci si imbatte in quelle boss fight in cui piovono proiettili, raggi laser e e altri oggetti dalla discutibile entità da ogni parte dello schermo, nascondendoci una via di fuga apparentemente inesistente.

Insomma, a coloro che imprecano sui titoli From Software, che hanno come unica difficoltà la richiesta di concentrazione e pazienza e un briciolo di memorizzazione dei pattern di movimenti dei nemici, sconsigliamo altamente questo titolo ond’evitare di avere sulla coscienza un’impiccagione al lampadario del salotto.

Pixel art come se non ci fosse un domani

Altra nota dolente è la qualità tecnica dal punto di vista grafico. Mentre nelle fasi di intermezzo in cui seguiranno i dialoghi ci verranno presentati dei modelli femminili ben realizzati, seppur tendenti eccessivamente all’ecchi (cosa che può dar fastidio a molti come render felici altrettanti), il gioco in sé è veramente ridotto all’osso con animazioni appena accennate e una pixel art stile 16 bit. Noi non disdegniamo, ma in questo caso la riteniamo eccessiva e oltremodo forzata, sia considerando il prezzo del titolo tutt’altro che simbolico, sia considerato il fatto che questi indie game sembrano sempre volersi caratterizzare con stili grafici minimalisti come a voler dire “ehi ragazzi, la grafica non è tutto, noi vi diamo un gioco, lasciate la grafica ai tripla A che costano un vagone merci e poi non vi regalano nessuna emozione e rimangono nell’anonimato”.

Seriamente, basta con queste grafiche. Il minimalismo non è mai positivo, soprattutto se c’è la possibilità di fare di più, e qui tale possibilità è tangibile.

Trofeisticamente parlando: vi conviene comprare un coniglio vero

Rabi-Ribi vanta un trofeo di Platino praticamente inarrivabile, poiché vi verrà chiesto, ad esempio, di completare il gioco senza raccogliere nessun equipaggiamento o potenziamento, oppure di finire il gioco senza subire danni. Non c’è il salvataggio automatico, ma è anche vero che questi trofei sembrano essere stati inseriti volontariamente per creare un muro. Onore a chi riuscirà a scavalcarlo, saranno davvero in pochi.

VERDETTO

Rabi-Ribi è un titolo d'esordio molto coraggioso che vi regalerà decine e decine di ore miste fra esplorazione molto ben congegnata e combattimenti frizzanti e molto divertenti. Il tutto contornato da splendide ragazze e una trama che ricopre un ruolo marginale nell'economia del gioco, ma che sa farsi valere in alcuni frangenti. Il titolo è totalmente in inglese e privo del doppiaggio, ma vanta un ottimo comparto sonoro. Lo stesso non si può dire della grafica, eccessivamente riduttiva e a volte davvero fastidiosa. Riteniamo che, seppur il prezzo sia eccessivo, Rabi-Ribi sia una esperienza valida soprattutto per coloro che cercano una sfida hardcore.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.