Reverie – Recensione

Sviluppatore: Rainbite Limited Publisher: Rainbite Limited Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 12,99 € Italiano:

Durante l’epoca d’oro degli 8 e 16 bit, i titoli Nintendo come The Legend of Zelda: A Link to the Past ed Earthbound erano tra i videogiochi più amati dai fan e ancora oggi tutti ricordano con grande nostalgia quelle vecchie perle. Le console e di conseguenza gli stessi videogame però si sono evoluti verso una grafica a tre dimensioni. Da questi ricordi nasce lo studio Rainbite Limited, ad Auckland, Nuova Zelanda, che prova a conquistare il mercato degli indie. Il motto del team è: “Siamo un piccolo team che costruisce giochi di qualità per gente di qualità” e da queste premesse nasce Reverie, un titolo che prende ispirazione dalle vecchie glorie Nintendo e che mira al cuore di tutti coloro che hanno amato i videogame d’avventura degli anni Novanta. Scopriamo insieme se Rainbite ha saputo ricreare quelle fantastiche atmosfere e innovare un genere ormai estinto, oppure ha semplicemente approfittato delle memorie dei più nostalgici.

Andiamo in vacanza!

Reverie è un titolo ambientato in un’isola immaginaria della Nuova Zelanda, terra natale della software house, e che prende ispirazione dalla folkloristica leggenda di Māui e il pesce gigante. Durante il corso del gioco prenderemo il controllo di Tai, un piccolo ragazzino che insieme alla mamma partirà per le vacanze estive per l’isola di Toromi in visita ai nonni. Sarà proprio il nonno di Tai a raccontarci la leggenda di Māui, un semidio con una canna da pesca creata dagli stessi dei, che perse la ragione e infestò l’intera isola di spiriti e creature mostruose. I fratelli di Māui, che partirono verso l’isola cercando di salvarlo, vennero corrotti anch’essi, diventando quattro spiriti malvagi.

Ben presto Tai scoprirà che non si tratta solamente di una storia narrata in un libro, ma al contrario l’isola dei racconti è proprio quella dove abitano i suoi nonni. Al giovane ragazzo toccherà così dover partire all’avventura per cercare di riportare la pace sul villaggio sconfiggendo i nemici e i boss che ci attenderanno durante il nostro cammino. La trama si sviluppa così in maniera davvero molto semplice e lineare, non ci saranno mai dei colpi di scena a sconvolgere l’azione di gioco e le poche side quest che troveremo si potranno risolvere in pochissimi minuti.

Un’arsenale micidiale

Come in ogni titolo del genere che si rispetti, a inizio gioco riceveremo l’arma principale che ci accompagnerà per tutto il gioco. Vi aspettate una classica spada? Dispiace deludervi, Tai sarà equipaggiato da una temibile mazza da baseball e durante l’esplorazione troverà una buona quantità di gadget diversi e folli, tra cui uno yo-yo per stordire i nemici e una pistola giocattolo, ispirata alle Nerf, che è possibile trovare in qualsiasi negozio di giocattoli. Esploreremo l’isola abbattendo nemici, come scoiattoli e api, alla ricerca delle caverne segrete dove risiederanno le anime tormentate dei quattro fratelli.

I dungeon sono molto diversi tra loro e ne dovremo percorrere di diversi tipi, dalle ambientazioni marine a quelle sabbiose. Il primo si trova direttamente nei sotterranei della villa del nonno di Tai e, una volta dentro, dovremo risolvere qualche puzzle che alla fine del labirinto ci consentirà di trovare una chiave dorata. Essa darà accesso alla stanza in cui affronteremo la prima boss fight contro… una lavatrice che ci sparerà contro dei panni sporchi. I combattimenti contro i boss sono molto carini e anche i nemici comuni risultano essere caratterizzati in maniera egregia, grazie agli spiriti malvagi in grado di impossessarsi di oggetti oppure animali. Va però specificato che le boss fight successive si ispirano un po’ troppo a quelle classiche del genere.

Difficoltà quasi inesistente

Per un gioco che si ispira palesemente ai vecchi Zelda ci si aspetterebbe una difficoltà degna di tale nome. Purtroppo in Reverie faremo davvero parecchia fatica a vedere il game over, anche nei combattimenti contro i boss capiterà sporadicamente di morire e non dovremo sforzare mai troppo l’ingegno. Durante le fasi di esplorazione dell’isola e dei dungeon ci basteranno massimo tre colpi per sconfiggere qualsiasi nemico e, anche qualora dovessimo perdere un pezzo della barra della salute, l’intera ambientazione è piena di casse contenenti fette di pizza, utili per rifocillare un intero quadrato della vita. Reverie sembra quasi un lungo tutorial e mostra la sua vera natura solamente negli ultimi due dungeon, in cui gli scontri e gli enigmi richiederanno un po’ più di attenzione per essere completati.

L’intero gameplay si basa su schivata e contrattacco, con la pressione di un tasto infatti il nostro personaggio potrà rotolare lontano dai nemici e successivamente colpirli con la sua mazza. Anche la mappa di gioco, seppur sia fatta in maniera discreta con una buona varietà di zone, non è eccelsa, in quanto è piccolissima in confronto ad altri titoli di questo genere. In totale Reverie ci propone sei dungeon, di cui uno bonus, per una durata totale che si assesta sulle cinque/sei ore di gioco. La longevità si alza di poco grazie ai minigiochi presenti, sull’isola infatti troveremo una sala giochi in cui potremo giocare a un classico shooter spaziale a scorrimento verticale. Sono presenti anche diverse piume collezionabili (di volatili realmente esistenti nell’habitat della Nuova Zelanda) che, una volta raccolte e portate alla nonna, sbloccheranno extra.

Graficamente si poteva fare di più

Graficamente parlando il titolo risulta sempre pulito e fluido, ma vista la pixel art e la visuale dall’alto che sono state usate per crearlo era il minimo che ci si potesse aspettare. Reverie risulta quindi essere senza infamia e senza lode dal punto di vista tecnico e questo si riconferma anche nel reparto audio, dove non ci sarà mai una melodia che ricorderemo con piacere. Il gioco non è disponibile in lingua italiana ma gli elementari dialoghi in inglese saranno comprensibili dalla stragrande maggioranza degli utenti. Una delle note più dolci del titolo sviluppato da Rainbite è la sua disponibilità al cross-buy; comprando il gioco dal PlayStation Store lo riceveremo sia per PlayStation 4 che per PlayStation Vita. Reverie darà il meglio di sé proprio sulla console portatile Sony, dove risplenderanno al meglio i colori accesi del gioco e la sua natura mordi e fuggi.

Trofeisticamente parlando: un Platino regalato

L’elenco di Reverie si compone di trentacinque trofei, incluso il Platino, che saranno quasi tutti facilmente ottenibili semplicemente andando avanti nel completare l’avventura principale. Ci saranno ben pochi trofei che richiederanno qualche attimo di attenzione in più, tra cui quello di battere il record al minigioco spaziale e quello dei collezionabili. Non occorrerà dover ricominciare il gioco, dal momento che anche dopo aver visto i titoli di coda partirà l’endgame che vi consentirà di completare gli obiettivi rimasti. Il titolo ha poi due liste trofei separate per le versioni PlayStation 4 e Vita, permettendo ai cacciatori più estremi di ottenere ben due Platini al prezzo di uno solo.

VERDETTO

Rainbite punta a far rivivere ai giocatori moderni l'epoca d'oro dei titoli a 16 bit che dominavano le console Nintendo durante gli anni '90. Con Reverie vivremo qualche ora spensierata in compagnia del piccolo Tai, che durante le vacanze estive si ritroverà coinvolto in una leggenda secolare che coinvolge l'intero villaggio abitato dai nonni. Purtroppo una difficoltà quasi assente e degli enigmi un po' troppo semplici ne minano l'esperienza di gioco. Ottimo invece il prezzo, infatti acquistando la versione PlayStation 4 dallo store riceveremo anche quella PlayStation Vita grazie al cross-buy.

Guida ai Voti

Alberto Lanzidei
Nato con la passione per la PlayStation è cresciuto coltivando l'amore verso tutti i generi di videogames. I suoi hobby, oltre il gaming, sono le auto e la palestra.