Risk of Rain – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Chucklefish Games Developer: Hopoo Games
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Tipo “platform-roguelike” Giocatori: 1-4 PEGI: 12 Prezzo: 8,99€

Al giorno d’oggi ci sono molti giochi che personalmente definirei come accattivanti e caratteristici, e che pure hanno una storia da raccontare. Aggiungerei poi che sono anche gli stessi che arrivano a rovinarmi la giornata grazie allo stress che mi causano; ti siedi sul divano col sorrisone stampato in faccia, felice di aver acquistato e di stare per provare questo nuovo gioco, e mezz’ora dopo hai già rotto due joypad; la causa? Da ritrovare nel appunto nel titolo, che può rivelarsi talmente difficile e/o stimolante da strapparti via dal corpo anni della tua vita. Se guardassimo bene i particolari del gioco in sé, non sarebbe nemmeno una brutta cosa però. In passato ci sono stati esempi più che validi in Hotline Miami (il primo soprattutto), Titan Souls e così via; oggi invece tocca a Risk of Rain.

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Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

Appena lo avvieremo, il gioco partirà con la classica introduzione di rito: in una nave spaziale dalle equivoche forme, miste tra uno spermatozoo e l’Enterprise di Star Trek, un tizio dalle sembianze di un maya si teletrasporterà in uno degli hangar della nostra navetta, danneggiandola tanto da farci atterrare su un pianeta dal nome a noi sconosciuto. Una volta finito l’intro, verremo catapultati nel basico menù principale, che ci metterà di fronte alle modalità disponibili: single player, multiplayer (sia co-op locale che online), item log, craeture log ed option. Cimentandoci nel gioco in singolo, si parerà davanti il primo punto d’interesse: i personaggi/classi disponibili. Va detto che, nonostante non ci sia la possibilità di personalizzazione, i pg disponibili si rivelano tutti ben caratterizzati, tutti però con un set di quattro vari attacchi e con i relativi cooldown. In realtà l’unico personaggio che all’inizio potremo utilizzare sarà il Commando, con attacchi ranged leggeri ed mobilità tutto sommato buona, senza contare che tra le sue skill troviamo anche un roll extra; caratteristiche modellate ad hoc per chi affronta la prima esperienza in Risk of Rain, insomma.

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Noi siamo l’armata Brancaleon

Logicamente, durante il proseguimento del gioco potremo sbloccare nuovi personaggi. Come? Soddisfando certe condizioni, trovando determinate zone, finendo direttamente tutta la modalità single player eccetera. Così potremo sbloccare altre varie classi, come l’Enforcer, L’Engineer e così via. In ogni caso, per quanto la classe iniziale del Commando sia ben bilanciata, sarà comunque frustrante, nel caso le caratteristiche ad essa riservate non fossero nelle nostre corde, essere obbligati a proseguire con quest’ultima. Questo perché per sbloccare gli altri ci vorrà sicuramente molto tempo ed abilità. Parlando del gioco vero e proprio invece, ogni livello avrà un obiettivo primario da raggiungere: trovare ed attivare il portale (randomicamente piazzato nel livello) per potersi teletrasportare nello stage successivo. Una volta attivato, partirà un countdown dove dovremo vedercela con un’orda di nemici abbastanza significativa, con annesso un boss (anch’esso casuale); al termine del conto alla rovescia, ci toccherà fare piazza pulita dei rimanenti mostri per poter poi tornare al portale e trasferirci presso il livello successivo. Tutto questo per un complessivo di cinque livelli e, nonostante il numero di questi possa risultare abbastanza risicato, il tutto è strutturato in vista di una rigiocabilità a cui Risk of Rain ci obbliga per goderlo appieno. Logicamente infatti con la varietà delle abilità dei personaggi, ogni nuova run cambierà anche l’approccio che il giocatore vorrà dare ogniqualvolta inizia una partita, elemento che a suo modo è importante sia in single che in multiplayer. A tal proposito, questo c’è sia in locale che online, in entrambi i casi fino a 4 giocatori; l’aggiunta di co-op non cambia la meccanica di molto a parte il fatto che alcuni power-up o abilità non possono essere condivise tra i giocatori, e ciò porterà i giocatori a dover scegliere cosa spartirsi, oppure ad un solo giocatore egoista che arraffa il tutto con fare bastardo.

E che caso!

Come appena accennato, i nemici, i portali e le casse con gli oggetti sono situati in maniera casuale nel livello. Non c’è la componente del livello strutturale, è vero, ma questo è abbastanza per renderci ogni  playthrough sarà diverso da un altro perché non potremo sapere quali nemici avremo addosso né dove si troveranno (anche se, una volta familiarizzato abbastanza qualsiasi posto, un’idea generale ce la saremo fatta per benino). Stesso discorso vale per gli oggetti, situati di default dentro delle casse e che andranno aperte spendendo il denaro lootato uccidendo i nemici che troveremo; in queste potremo beccare ad esempio l’abilità di fermare il tempo per qualche secondo una volta raggiunto il low health, oppure un oggetto che potenzia la nostra quarta abilità, passando anche per altri che rigenerano, stordiscono, o che ci permettono di sparare in maniera casuale un raggio laser gigantesco che infligge danni notevoli. Tutti gli oggetti che prendiamo verranno poi registrati nell’Item Log, nel menù, utile nel caso ci dimenticassimo le proprietà degli oggetti in questione, ed i nemici nel Monster Log.

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Uno su mille ce la fa!

Parlando della scala della difficoltà, l’aumento o la riduzione di questa à è il gancio principale di Risk of Rain, ed aiuta a differenziarlo da altri titoli; più a lungo si gioca, più difficile il titolo sarà: c’è anche una scala a portata di mano sullo schermo, in alto a destra, che mostra il livello di difficoltà corrente ed il tempo di gioco trascorso. Ogni gioco inizia a “molto facile” e aumenta gradualmente a difficoltà più elevate; questo metro finirà per arrivare al punto in cui il livello può andare da “Insane” ad un sadico e beffardo “HAHAHAHA”, che sarebbe la massima difficoltà, logico. Il titolo quindi diventa in questo frangente tutt’altro che uno scherzo dato che i nemici iniziano ad attaccare in numeri più grandi e con una barra di salute e resistenza ai danni sempre maggiore. Questo aspetto costringerà i giocatori a prendere una decisione: esplorare il gioco per ogni elemento, quindi, trascorrere più tempo e aumentare la difficoltà, oppure fare una sorta di speedrun per evitare la situazione più ostica? In entrambi i casi la scelta ha i suoi pro e contro. Vi è inoltre l’opzione “rischio e ricompensa”, che significa giocarsi tempo e difficoltà nella speranza di power-up casuali (che trovando un determinato artefatto avremo la possibilità di scegliere ogni volta apriamo una cassa), o la possibilità di speed-rush attraverso il gioco ed, eventualmente di fronte alla fine del gioco, ritrovarsi molto poco in termini di power-up o abilità a loro disposizione.

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Il gioco della miopia

Il visual design di Risk of Rain è piuttosto semplice oltre che funzionale per un gioco incentrato sulle meccaniche, come del resto anche per molti altri titoli indie, peraltro recenti. Le immagini sono su uno stile 8-bit che conferisce un look old-school che opera a favore del gioco e permette agli sviluppatori di fare molto con la meccanica e la varietà dei nemici. L”unica vera pecca delle immagini è che a volte può essere davvero molto facile perdere il nostro personaggio in uno schermo pieno di caos a causa delle loro dimensioni. Gli sprite dei personaggi sono infatti piuttosto piccoli, e sarà difficile distinguere il nostro omino soprattutto quando lo schermo si riempie di nemici e partner co-op. Un altro problema con gli sprite dei personaggi è infatti riscontrabile quando si gioca co-op locale; ecco, a tal proposito: se entrambi i giocatori scelgono la stessa classe, non vi è alcun modo per differenziarli gli uni dagli altri in quanto saranno sembrare identici. Si tratta di problema potrebbe essere risolto semplicemente cambiando il colore ad uno dei due pg, ma tant’è. Sul versante estetico, l’aspetto sonoro è quello che più sorprende; gran parte dei cosiddetti “giochi indie” spesso hanno infatti queste colonne sonore chiptune spesso parecchio simile fra loro; qui c’è di più. Si tratta di mix di sound 8-bittosi, tenute insieme da sorprendenti vibrazioni ambient, ma non solo. La musica dà un tono al gioco che salta da musica classica in stile avventura d’esplorazione a tracce più da “relax”, passando ancora a tracce heavy nel mezzo della lotta con i Boss, ad esempio, invocando a mio parere molta suggestione.

Trofeisticamente parlando: culo e farming

Risk of Rain mette a disposizione appena 15 trofei, divisi fra 6 d’argento e ben 9 bronzoni. Poca roba per i cacciatori di trofei insomma. Nonostante questo, raggiungere il 100% non sarà facile. Mentre alcuni si potranno conquistare agilmente, per altri occorrerà farmare parecchio, mettendo inoltre in cantiere l’idea di ritentare, run su run, alla ricerca dell’oggetto adatto (e legato allo sbloccamento di determinati personaggi), che potrebbe non comparire in tutti i playtrough.

VERDETTO

A dispetto di quelle che potrebbero essere le premesse meramente estetiche, rafforzate magari anche dal costo ridotto del titolo, Risk of Rain è uno di quei giochi che premia il giocatore, dandogli tanto nel caso in cui quest'ultimo sia disposto a prendere sonori schiaffoni in faccia. Si tratta di un meraviglioso casino, che riesce a mischiare alla perfezione pixel-art, musiche evocative in un gameplay variegato, che si fa interpretare in diverse declinazione ad ogni run affrontata. Peccato solo per qualche difetto di forma, che non intaccano comunque il prodotto finale; insomma, Risk of Rain è un piccolo capolavoro.

Guida ai Voti

Natale Ciappina
Traumatizzato dallo studio di Kierkegaard, è solito nascondere il suo nome fra miriadi di pseudonimi, sommerso com'è fra le sue infinite liste di cose da fare, vedere, ascoltare, leggere e magari anche giocare.