Primo PianoThe Binding of Isaac: Rebirth – Recensione

The Binding of Isaac: Rebirth – Recensione

Publisher: Nicalis Developer: Nicalis/Edmund McMillen
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Action/Adventure Giocatori: 1-2 PEGI: 18 Prezzo: 14,99 €

Edmund McMillen, già geniale ideatore di Super Meat Boy, ha creato un altro capolavoro su PC, The Binding of Isaac. Ora Nicalis ha preso questa creatura e l’ha trasformata, rendendola un gioco perfetto per girare sulle console di casa Sony, che hanno colto la palla al balzo e lanciato questa versione Rebirth con tutti gli onori del caso. Vediamo quindi se gli sviluppatori sono riusciti a fare onore ad un titolo che è diventato un cult da milioni di vendite su Steam.

the_binding_of_isaac_001

Un salto nella cantina

La botola si chiude alle mie spalle con uno scatto sordo, e mi ritrovo quasi al buio, in una stanza quadrata, completamente nudo. Tutt’attorno a me vedo porte e mostri a non finire, spaventosi, terribili, mortali, e faccio l’unica cosa che mi riesce di fare. Piango, le lacrime scendono copiose e rigano le mie rosee guance di bimbo, ma scopro che queste lacrime possono anche essere la mia salvezza, perché i nemici temono il mio pianto, e cadono come mosche sotto la marea delle mie lacrime. Mi addentro verso il fondo della mia cantina, puntando a trovare colei che mi ha spinto a rifugiarmi in questo antro oscuro, la persona che ha cercato di eliminarmi per comando di un’entità superiore, che mi riteneva corrotto dal peccato. Mia madre, la mia stessa genitrice, sta cercando di farmi abbandonare prematuramente questa Terra, ma io sono più forte, io posso sconfiggerla e scappare da questo baratro di follia.
Avanzo ancora e trovo una stanza, bordata d’oro, che mi chiama come se fosse una sirena intenta a cantare una melodia irresistibile. Entro quindi all’interno, e trovo, su un piedistallo di pietra, uno strano oggetto, un appendino, che sicuramente potrà essermi utile. Lo prendo, e appena lo raccolgo esso perfora da parte a parte la mia testa, ma non vengo ucciso, anzi, le mie lacrime traggono forza da questa maledizione, e io sono più potente e più preparato a sconfiggere i miei avversari.
Mi lancio oltre gli ostacoli che mi si parano davanti, schivo cumuli di feci e baratri insuperabili e alla fine la trovo, in tutta la sua enormità, la Madre vuole prendersi la mia vita, ma grazie a tutto ciò che sono riuscito a reperire nel mio cammino e con un pizzico di fortuna l’orrido mostro andrà a terra, e io sarò libero.

rebirth press start img
Premete Start, e sarete risucchiati in un mondo da cui non riuscirete più ad uscire

Piano piano, buono buono

Questa introduzione molto romanzata è a tutti gli effetti il riassunto di una partita a The Binding of Isaac: Rebirth. Il titolo, sviluppato da Nicalis in collaborazione con il creatore, Edmund McMillen, è un dungeon crawler diviso in stanze che ricordano lo stile dei primi Zelda, in cui il protagonista Isaac, sfruttando le sue lacrime come arma, dovrà sconfiggere orde di nemici e numerosi Boss per arrivare a sfidare sua Madre in uno scontro mortale che lo condannerà a una tragica fine o lo libererà dalla tirannia e dall’oppressione.
Questo indie in realtà sfrutta una metodica molto semplice, essendo diviso in stanze della grandezza dello schermo in cui verremo attaccati da un numero variabile di mostri diversi, ognuno con i suoi attacchi ed i suoi punti forti o deboli, e il nostro obiettivo sarà sconfiggerli tutti per aprire la porta per la stanza successiva. Su ogni piano della cantina che andremo ad affrontare, oltre a stanze semplici piene di mostri, ve ne sarà una con all’interno un Boss che, una volta sconfitto, ci permetterà di accedere ad una botola per scendere al livello successivo. I movimenti dei mostri e del protagonista non sono ridotti a 4 o 8 direzioni ma sono liberi, mentre per quanto riguarda i nostri colpi, essi sì saranno vincolati ad andare nelle quattro direzioni principali, in linea retta rispetto alla posizione del personaggio.
Ovviamente dietro a una meccanica molto semplice si cela in realtà un gioco molto complesso e vario, che darà vita a un numero di varianti pressochè infinito, poiché caratteristica principale di questo titolo è la casualità, che influenza in positivo o in negativo l’andamento delle partite svolte dal giocatore.

Isaac powers brimstone devil
Le porte chiuse sono sempre un dilemma. Aprirle costa una chiave, ma il suo consumo varrà quello che si trova all’interno della stanza? A volte una scelta sbagliata può compromettere un’intera partita

Il fato ha deciso

Casualità appunto è la parola chiave di The Binding of Isaac, dove tutto è affidato alla divina sorte. Innanzitutto i piani che affronteremo, così come i mostri ed i Boss che incontreremo durante la nostra discesa all’Inferno saranno sempre diversi, senza una reale possibilità di prevedere cosa ci troveremo davanti, anche se ovviamente il numero di avversari inseriti nel gioco è limitato, ma pur sempre sufficiente a mantenere alto il livello di sfida. Casuali saranno, ovviamente, anche gli oggetti che ci verranno dati in premio per la pulizia delle stanze, divisi tra bombe, chiavi, monete e forzieri dal contenuto misterioso. Le bombe ci torneranno utili per danneggiare i nemici e cercare passaggi segreti, inseriti due per piano, in cui trovare leccornie di ogni genere o addirittura, nei casi più sfortunati, mini-boss a sorpresa. Le chiavi torneranno utili per aprire negozi, stanze del tesoro e porte speciali che potrebbero avere effetti positivi o negativi sul nostro personaggio. Infine le monete potranno essere spese nei negozi per acquistare utili oggetti o potenziamenti oppure, per i più temerari, gettati dentro slot macchine succhia-soldi sperando di riuscire ad avere un premio all’altezza del denaro buttato al vento. Ci sono poi altre mille varianti di cui non stiamo ad elencarvi, perché il bello di Isaac è la scoperta, visto che spesso la reazione davanti a certe cose è a metà tra lo stupito ed il divertito, cosa che spinge a giocare sempre di più, per vedere fin dove può arrivare la follia di questo gioco. Follia che tocca il picco più alto con i poteri ottenibili dal nostro povero bambino.

220629-isaac2
Cosa ci sarà in quel baule? Altre chiavi? Poteri? Mostri? Solo il caso potrà dirlo, e starà a noi decidere se aprire il forziere o abbandonarlo, sperando che più avanti vi sia qualcosa di più succulento. E cercando ovviamente di non farsi uccidere nel frattempo

Articoli correlati

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

6 Commenti

    • Confermo, poi io quando sono arrivato al punto in cui lei molla lui, perché lei scopre e capisce (finalmente!) che solo con Magalli poteva essere vero amore, mi sono commosso.

  1. Non fate Trash Talking nella mia recensione U_U… E comunque Magalli può essere solo il vero amore di Dario, non ci sono storie!

Comments are closed.