The Dreamlands: Aisling’s Quest – Recensione

Sviluppatore: The Domaginarium Publisher: The Domaginarium Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Punta e Clicca Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 4,99 € Italiano:

Diciamocelo chiaramente: l’estate è la peggior stagione per noi videogiocatori. E non parliamo solo delle poche uscite videoludiche che accompagnano questo periodo, ma anche e soprattutto di tutti gli impegni che si accumulano. Certo, le ferie ci concedono una tregua dal lavoro, ma è proprio in questo periodo che non si riesce ad accendere la console. Tra passeggiate al fresco, gite al mare e giornate in piscina, ritagliarsi del tempo per videogiocare è quanto mai complesso. In preda all’afa, poi, persino la voglia di buttarsi sul divano e accendere la propria consolo preferita svanisce completamente.

Ma è in questi momenti che si riscoprono le console portatili; il nostro ultimo salvagente sotto l’ombrellone. L’arrivo della stagione estiva è l’occasione perfetta per emergere per The Dreamlands: Aisling’s Quest, un titolo che altrimenti sarebbe rimasto nascosto per sempre nell’ombra di produzioni più grandi. Sviluppato e pubblicato da The Domaginarium, The Dreamlands: Aisling’s Quest è un classico punta e clicca che trae ispirazione dai capisaldi del genere. O sarebbe meglio dire prova a trarre ispirazione, poiché il risultato finale, come vedremo, non è certamente dei migliori.

The Dreamlands Aislings Quest

Sogno ribelle

La narrazione ruota attorno ai sogni della giovane Aisling. Gli utenti vengono introdotti attraverso un brevissimo filmato in cui la ragazza prende appunti sul suo diario segreto. Aisling vorrebbe rivedere sua madre ancora una volta, ma dove sia o che fine abbia fatto non ci è dato saperlo. Al termine del filmato, la giovane donna cerca di riposare. Piuttosto che dormire, però, cade nel vuoto e arriva nelle terre dei sogni.

Mentre si ritrova spaesata in un luogo mistico, Aisling scopre di trovarsi in un universo immaginario, composto dai suoi sogni e dai suoi incubi. Dopo qualche sequenza, un essere misterioso ci informa che questa realtà immaginaria e lo stesso subconscio della ragazza sono stati corrotti da un’entità oscura: il Funereo. Alla protagonista di questa avventura spetta il compito di ritrovare tre tesori che l’aiuteranno a fronteggiarlo e a riportare la calma nel suo cuore.

The Dreamlands: Aisling's Quest

The Dreamlands: Aisling’s Quest è palesemente un titolo low budget, per cui non ci saremmo mai aspettati di ritrovarci di fronte a un capolavoro del calibro di Deponia o di Day of the Tentacle, ma la trama è assolutamente banale, scontata e priva di qualsivoglia motivazione che spinga i giocatori a scoprirla a fondo. E parliamo di un titolo della durata di meno di un’ora, non certo di un JRPG.

Tocca qui, tocca lì

La situazione non cambia durante le fasi di gameplay che, come saprete, in un punta e clicca sono incentrate sugli spostamenti e sulla ricerca di oggetti. Ai giocatori non viene spiegato cosa fare o addirittura cosa premere e li costringe a toccare qualsiasi oggetto presente a schermo sperando che qualcosa reagisca al tocco. Inoltre, pur premendo i punti giusti, il titolo non risponde prontamente ai comandi e richiede più di qualche tentativo. Il touchscreen di PlayStation Vita è praticamente perfetto per questo genere, ma The Dreamlands: Aisling’s Quest toppa clamorosamente anche questa feature. Su PlayStation 4 è possibile utilizzare il touchpad del DualShock 4, ma anche in questo caso la risposta dei comandi è imprecisa, facendoci optare per i controlli tradizionali.

Ray tracing cosa?

Il titolo sviluppato da The Domaginarium presenta pochissime altre azioni da compiere. Premendo il tasto Quadrato è possibile visualizzare le pagine del diario, L1 mostra l’inventario e Triangolo fornisce un suggerimento. Per quanto riguarda gli spostamenti… semplicemente non è possibile effettuarli, in quanto la protagonista – che su PlayStation Vita non è nemmeno presente su schermo – è immobile nello scenario. Per muoversi nelle ambientazioni è dunque necessario cliccare sui lati dello schermo, con il titolo che scorre come in un libro.

Il titolo presenta fasi puzzle e di combattimento, anche in questo caso semplici e poco interessanti. Piccola nota di merito è da attribuirsi agli enigmi, che non si ripetono mai più di una volta nel corso dell’intero videogioco che, ripetiamo, nel peggiore dei casi dura un’ora in totale. Per quanto riguarda i combattimenti, i giocatori sono limitati a premere forsennatamente sui nemici che appaiono misteriosamente. Nulla di sorprendente, ma almeno spezza la monotonia generale.

The Dreamlands: Aisling's Quest

Graficamente, The Dreamlands: Aisling’s Quest sembra un brutto titolo dell’epoca PlayStation 2. Le ambientazioni sono avare di dettagli, le texture sono tecnicamente scadenti e le animazioni non esistono. Come già detto, la protagonista non si muove, ma anche durante i filmati Aisling ne è praticamente priva. Si salva in parte la scenografia, piuttosto ispirata. La direzione artistica, inizialmente piuttosto colorata, tende a diventare più cupa avvicinandosi al Funereo. All’alba di una nuova generazione, che promette miracoli tecnici, vedere un prodotto del genere è piuttosto imbarazzante. Ci sono titoli mobile – e non parliamo solamente di grandi produzioni – decisamente più riusciti, sia tecnicamente che artisticamente. Anche dal punto di vista sonoro, The Dreamlands: Aisling’s Quest non spicca. Il doppiaggio, esclusivamente in lingua inglese, è discreto, mentre la colonna sonora non è mai risultata ripetitiva o fuori luogo. Segnaliamo la presenza dei sottotitoli in lingua italiana; non che siano realmente necessari, data la pochezza generale.

Trofeisticamente parlando: un incubo

Visto anche il prezzo ridotto a cui è proposto, avremmo potuto giustificare The Dreamlands: Aisling’s Quest se fosse stato provvisto di un Platino semplice. Ma come avrete già capito, esso è del tutto assente. L’elenco trofei di The Dreamlands: Aisling’s Quest è composto da un totale di soli dieci obiettivi, suddivisi in sette di bronzo, uno d’argento e due d’oro. Per conquistare questo 100%, compito riservato esclusivamente ai giocatori più temerari, dovrete raccogliere tutti gli oggetti presenti e salvare le Dreamlands.

VERDETTO

The Dreamlands: Aisling’s Quest è un tradizionale punta e clicca che non introduce nulla di nuovo. Anzi, fallisce clamorosamente in quasi tutte le sue meccaniche. Il titolo sviluppato da The Domaginarium presenta una trama banale e scontata, un gameplay ricco di problemi tecnici e una grafica più simile a un brutto videogioco PlayStation 2 che a uno di questa generazione. Fortunatamente, il titolo dura solamente un’ora scarsa. Segnaliamo l’assenza del trofeo di Platino, unica ragione che ne avrebbe giustificato l’acquisto. Consigliato esclusivamente a chi è in cerca di esperienze mistiche.

Guida ai Voti

Alberto Lanzidei
Nato con la passione per la PlayStation è cresciuto coltivando l'amore verso tutti i generi di videogames. I suoi hobby, oltre il gaming, sono le auto e la palestra.