Uncanny Valley – Recensione

Sviluppatore: Cowardly Creations Publisher: Digerati Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 14,99 € Italiano:

“Preservare la tradizionale tipologia di gameplay dei vecchi survival horror, piuttosto che seguire il trend moderno che prevede la creazione di third person shooter con elementi horror”.  Questa è la prefazione di Uncanny Valley, di un certo spessore e con un’impronta decisa. Con un titolo che rimanda chiaramente all’ipotesi presentata dallo studioso di robotica nipponico Masahiro Mori nel 1970. Questa ricerca analizza come la sensazione di familiarità e di piacevolezza generata in un campione di persone da robot antropomorfi aumenti al crescere della loro somiglianza con la figura umana, fino, però, a un punto in cui l’estremo realismo rappresentativo produce un calo delle reazioni emotive positive, destando sensazioni spiacevoli. Da qui la traduzione, in italiano, di “zona perturbante”. Vediamo allora se questi canoni sono stati rispettati dagli sviluppatori, protagonisti di qualche Instant Game Collection fa proprio con Uncanny Valley.

Insonnia

Uncanny Valley è un survival horror in 2D, con molta poca sorpresa visto quanto abbiamo appena scritto. Il protagonista, Tom, passa la notte costantemente sveglio, in preda alle sue paure e visioni spaventose; nelle ore diurne, invece, il nostro Tom non sembra passarsela poi così male. Il gioco comincia, non a caso, con il protagonista che sta per iniziare un nuovo lavoro: il custode presso un laboratorio di ricerca dismesso. Nonostante, normalmente, si tenti di evitare questo tipo di lavori poiché mettono il nostro corpo sotto stress a causa dell’inversione del ciclo del giorno e della notte, il nostro Tom non sembra così infelice per la propria occupazione. Dal punto di vista dell’originalità, non ci siamo: l’ambientazione scelta ricade molto, anzi troppo sul cliché del classico survival horror, anche se, in fin dei conti, è quello che la casa produttrice ha voluto.

Il setting è molto curato, infatti ci ritroveremo inizialmente immersi in una foresta, cupa, scura, circondata da campi innevati. Sono stato particolarmente sorpreso in questo senso, perché, anche se classico, è stato realizzato molto bene e curato nei minimi particolari. Il laboratorio che Tom dovrà custodire si caratterizza per essere un luogo molto silenzioso, anche se in alcune circostanze questa quiete verrà interrotta da due presenze: Buck, un collega di Tom dal carattere molto scontroso e pigro, e poi Eve, la donna delle pulizie della residenza del protagonista.

Considerando questi ingredienti iniziali e il genere del titolo, ci si aspetta subito un pericolo in arrivo; invece, il difficile può arrivare da diverse direzioni. Anzi, la parola corretta è “scelte”, infatti la somma delle nostre definirà l’intera storyline del gioco, con un finale ad hoc in base ai nostri comportamenti. La durata del titolo è molto contenuta, tre ore sembrano essere più che sufficienti per completare almeno due o tre run di Uncanny Valley, e durante tutte queste abbiamo la possibilità, tramite le nostre decisioni, di avere sempre qualche novità proseguo della storia. Questa ci permette di vivere momenti inediti, con il tutto volto a cercare un senso negli incubi del nostro povero Tom.

La vera forza di Uncanny Valley risiede proprio qui; il giocatore, infatti, sarà sempre alla ricerca di una verità di fondo, e proprio nel momento in cui sembrerebbe arrivare la verità, ecco che il gioco ribalta completamente l’universale convinzione che ogni titolo del genere horror debba nascondere una chiave di lettura, oltre che prefissare degli scopi ben precisi per i protagonisti coinvolti.

Una narrativa già vista, con qualche imprecisione

Uncanny Valley fa della narrativa l’elemento centrale dell’intera opera, ma ci troviamo davanti a un gioco già visto, in fin dei conti; pensiamo a Lone Survivor o a Psycologico, giusto per citarne un paio. Il gioco propone anche scene horror con una certa tendenza allo splatter, una gradita sorpresa per gli utenti che sposano questa tipologia di gusti. Peccato per una certa ripetitività che si verrà a creare ben presto.

Passeremo gran parte del nostro tempo a fare avanti e indietro tra il nostro alloggio e il laboratorio dismesso, con turni che si ripetono inesorabili. Questa particolare struttura di gioco pensata dagli sviluppatori si è resa necessaria per far intendere la monotonia del lavoro di Tom. Certamente è apprezzabile dal punto di vista del realismo, ma alla lunga risulta essere fastidiosa, nonostante la sensazione progressiva di addentrarsi nella “valle perturbante” del titolo. Il comparto tecnico non è privo di anomalie; intanto c’è da precisare che il gioco è solamente in inglese. Per molti non sarà un vero limite, ma per alcuni potrebbe esserlo in quanto, essendo un gioco che si appoggia sulla narrazione, si potrebbero perdere alcune sfaccettature dei dialoghi. Il comparto audio, invece, ci ha molto convinto: non abbiamo alcun tipo di doppiaggio, ma abbiamo degli effetti sonori di una buona qualità. Possiamo apprezzarli sopratutto durante i sogni di Tom, quando l’audio diventa veramente immersivo.

Trofeisticamente parlando: un incubo facile e indolore

I trofei totali di Uncanny Valley sono dodici, di cui sette di bronzo, quattro di argento e uno d’oro. Manca il Platino, quindi questo titolo non fa per i platinatori seriali. Per la guida completa ai trofei basta fare una salto sul nostro forum, nell’apposita discussione dedicata. Si tratta, comunque sia, di un 100% facile e breve da ottenere.

VERDETTO

Uncanny Valley è un survival horror che punta tutto sui momenti di suspense e di tensione; di horror ha ben poco, anzi, è più splatter che horror, e la longevità non gioca un punto a suo favore, anche se il titolo consente di essere rigiocato in vari modi con una storyline che cambia a seconda delle scelte. Un gioco sufficiente, con qualche pecca ma sufficiente.

Guida ai Voti