Utawarerumono: Prelude to the Fallen – Recensione

Sviluppatore: Aquaplus Publisher: NIS America Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Visual Novel Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Dopo essere riusciti a portare su PlayStation 4 ben due capitoli della saga di Utawarerumono, il team di Aquaplus e il publisher NIS America regalano agli appassionati il primo episodio della serie, Prelude to the Fallen, che svela come tutto è iniziato. Ecco la nostra recensione.

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Come nei manga

Tra le cose tipiche del Giappone, dopo il ramen e i robot giganti, annoveriamo sicuramente i manga. Questi fumetti, che si sono largamente diffusi anche in Italia, hanno la particolarità di dover essere letti al contrario rispetto ai libri europei. Questa condizione rispecchia anche le scelte di Aquaplus relativamente alla serie Utawarerumono, dato che, prima di veder sbarcare nel Vecchio Continente il capitolo che fa da preludio alla saga, gli appassionati hanno potuto mettere le mani sui seguiti, ossia Mask of Deception e Mask of Truth, entrambi apparsi su PlayStation 4 nel lontano 2017.

Il cerchio si chiude dopo tre anni, dato che Prelude to the Fallen, pur essendo il primo episodio, era l’ultimo che ancora mancava all’appello. Sviluppato nel 2002 dalla divisione Leaf, la visual novel ricca di combattimenti subì la stessa ingiustizia di molte altre apparse su PlayStation 2, ossia rimase confinata in terra nipponica. La sempre maggiore diffusione di queste storie interattive ha spinto però il team a mettersi al lavoro per creare una sorta di remastered da proporre su PlayStation 4 e PlayStation Vita, per offrire un quadro completo sulle vicende di Utawarerumono. Questa nuova versione del videogioco, pur conservando lo stile originale, include infatti alcune migliorie e modifiche che la rendono più fruibile e più accattivante anche per un pubblico moderno, grazie a colonne sonore rivisitate e modelli poligonali rielaborati.

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Un ragazzo e la sua maschera

Come ben saprà chi ha giocato i due capitoli già apparsi su console Sony, Utawarerumono narra la storia di un ragazzo che si risveglia disperso in un piccolo villaggio, aiutato dal vecchio Tuskur e da due sorelle chiamate (fantasiosamente) Eruruu e Aruruu. Il nostro eroe, con un buon cliché tipico delle storie giapponesi, soffre di una grave amnesia e non ricorda, oltre al suo nome, né come sia arrivato nella foresta in cui è stato rinvenuto né tantomeno come abbia riportato le gravi ferite che ne hanno quasi causato la morte. Un altro elemento misterioso del giovane smemorato è la maschera che indossa, impossibile da rimuovere per non si sa quale motivo; nonostante la mancanza d’informazioni utili a identificarlo, però, i tre decidono di prendere colui che rinomineranno Hakuowlo sotto la loro ala protettiva, tanto che il protagonista deciderà di mettersi al servizio del villaggio venendo però coinvolto in una serie di eventi che metteranno in serio pericolo la sua vita.

Tutto questo calderone d’informazioni viene condiviso con il giocatore tramite il classico stile delle visual novel, ossia con una mole di dialoghi a schermo spesso difficili da digerire, soprattutto per chi mastica a fatica l’inglese, che più di una volta faranno venire la tentazione di saltare la lettura per concentrarsi su quella che di fatto è la parte action: una serie di scontri contro mostri e boss. Ovviamente questa scelta non permetterà di godere appieno di una narrazione che, pur sentendo il peso degli oltre diciotto anni dalla sua stesura, riesce a coinvolgere.

Estrai la spada, guerriero

Una delle particolarità della serie Utawarerumono è quella di riuscire ad amalgamare sapientemente gli elementi delle visual novel con meccaniche tipiche dei giochi di ruolo come Disgaea e simili. Di tanto in tanto i giocatori si ritroveranno a dover schierare una serie di truppe e a combattere contro nugoli di nemici pronti a farci la pelle. Il sistema di combattimento, per quanto semplice, è stato interamente rivisitato rispetto all’originale e, anche in Prelude to the Fallen, si rifà a quanto visto nei due episodi successivi. Ogni soldato a nostra disposizione avrà una serie di statistiche, tra cui quelle relative a movimento, attacco e difesa, e un elemento specifico che lo renderà più forte o più debole contro determinati nemici. Questa meccanica semplificata rende accessibili gli scontri a tutti, anche a chi fosse completamente digiuno di JRPG, ben supportata da tutorial dettagliati.

Gli scontri forniranno esperienza per far aumentare di livello le proprie truppe e battle point per migliorarne gli attributi, nonostante la parte di gestione dei potenziamenti sia talmente marginale da risultare a tratti quasi superflua, senza contare che la maggior parte degli scontri sarà talmente semplice da richiedere solo un minimo impegno. Questa scelta, figlia anche della natura più da visual novel che da gioco di ruolo di Prelude to the Fallen, riesce però a scontentare tutti, dato che le battaglie avranno il solo scopo d’inframezzare le ondate di dialoghi a schermo e, oltre a risultare eccessivamente ripetitive, non riusciranno mai a rappresentare un elemento di sfida.

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Mi sembra un mondo diverso

Pur non eccellendo sotto nessun aspetto, Utawarerumono: Prelude to the Fallen sa farsi apprezzare grazie alla ferma volontà di Aquaplus di modernizzare il gioco senza stravolgerne la natura. Chi avesse avuto la fortuna di giocare la versione originale del titolo si ritroverà a osservare sprite accuratamente realizzati posti su fondali tridimensionali, rielaborati per aumentare il coinvolgimento del giocatore e rappresentare al meglio l’universo fantasy creato da Leaf. Lo stesso discorso di ammodernamento è applicabile anche agli scontri, in cui il modello già rodato sui capitoli precedentemente apparsi su PlayStation 4 torna utile per non far sentire il peso degli anni.

La colonna sonora è stata invece trattata con un occhio di riguardo, dato che non solo è stata rielaborata per non risultare antiquata, ma è stata anche inserita nella doppia versione classica e moderna. Sta al singolo decidere se vuole aumentare l’effetto nostalgia con la soundtrack originale oppure optare per la versione riveduta. Tutti questi elementi, nonostante il grande impegno profuso dal team, non riescono però a far scollare dalle spalle di Prelude to the Fallen il peso degli anni, troppi davvero, tanto che molto spesso si avrà la tentazione di saltare lunghe parti davvero pesanti da digerire, figlie anche di una cultura e di tematiche ormai obsolete.

Trofeisticamente parlando: racconti di guerra

Nonostante la natura ibrida, la lista trofei di Utawarerumono: Prelude to the Fallen regala un Platino relativamente facile, complice anche la quasi totale assenza di difficoltà negli scontri in stile JRPG. I cacciatori, al netto delle almeno venticinque ore da investire per terminare l’avventura, potranno festeggiare con l’agognata coppa blu senza troppi patemi.

VERDETTO

Il detto dice che gallina vecchia fa buon brodo, una frase che si può ben adattare a Utawarerumono: Prelude to the Fallen. L'opera di Aquaplus, nonostante la scelta saggia del team di proporre su PlayStation 4 una sorta di remake, sente il peso dei suoi diciotto anni e non riesce a colpire gli appassionati di visual novel nonostante una trama intrigante che va a legarsi a doppio filo con i capitoli successivi. Scontri fin troppo semplici e blandi, uniti alla pesantezza di certe sezioni, lo rendono un titolo adatto per i fan sfegatatati della serie che vogliono recuperare anche il primo capitolo e chiudere così il cerchio.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.