I am Bread – Recensione

Sviluppatore: Just Add Water Publisher: Bossa Studios Piattaforma: PS4 Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 12,99 € Italiano:

Se avete avuto modo di provare Surgeon Simulator, allora sapete di cosa sono capaci i ragazzi di Bossa Studios, un team per cui la fedeltà al mondo reale è meno importante del divertimento e in cui la parola “difficile” assume un significato del tutto particolare. Ebbene, se avete apprezzato i folli interventi chirurgici proposti su PlayStation 4, preparatevi ad amare il loro nuovo titolo, I am Bread.

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Io sono pane

Mi trovo su un tavolo, circondato da piatti e posate, appena staccato dal caldo abbraccio della pagnotta dalla lama di un coltello. Sono sdraiato sul tagliere, ho freddo e sento crescere in me un solo desiderio, quello di trovare una fonte di calore in grado di trasformarmi da molle fetta di pane in un croccante e dorato toast. Muovo un passo, poi un altro, striscio fin oltre la saliera e mi lancio sulla sedia. Tutto intorno a me sembra una minaccia, il pavimento sudicio, le formiche che banchettano con i resti di quella che pare essere una fetta di prosciutto. Qualsiasi cosa sembra poter intaccare e danneggiare il mio soffice corpo mollicoso, quindi devo fare massima attenzione ed usare tutte le mie capacità. Fortunatamente posso aggrapparmi al frigo, dall’aspetto vagamente pulito, e schivare l’acqua nel lavandino, perchè in lontananza posso già vedere il mio obiettivo, quel tostapane che è in grado di soddisfare in pochi secondi le mie esigenze di croccantezza. Io sono una fetta di pane integrale, e altrimenti non potrebbe essere visto il titolo del gioco, dato che I am Bread conferma quello che ci si potrebbe aspettare.
Punto chiave del gioco è impersonare appunto del pane, una di quelle classiche fette quadrate tagliate dal “bauletto”, pronte a finire dentro il tostapane per essere consumate a colazione, il cui scopo è arrivare a divenire un toast con le sue sole forze, nei modi e sfruttando i mezzi più disparati. Alla base di un concetto di gioco così semplice si cela comunque una meccanica diabolica, dato che per arrivare al nostro obiettivo (qualunque decidiamo sia) dovremo trovare delle strade sicure, per evitare di finire in posti eccessivamente tossici e quindi compromettere la nostra commestibilità, evitando quindi formiche, macchie di muffa e pavimenti che hanno visto giorni migliori, pena il fallimento della nostra attuale missione. Tutto qui, ci verrebbe da dire, ma sarebbe sbagliato, perchè I am Bread ha tanto da offrire a chiunque abbia sufficiente pazienza ed ironia per andare a fondo di questa piccola chicca.

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Progettato all’inferno

Come tutti gli appassionati di Surgeon Simulator sapranno la voce “user friendly” non è presente sul vocabolario dei ragazzi di Bossa Studios, che anche per I am Bread non si sono smentiti creando un sistema di controllo che non sentirete quasi mai di aver padroneggiato completamente. Impersonando il pane integrale infatti dovremo sfruttare i quattro tasti dorsali per ancorare i nostri 4 angoli alle superfici e ribaltarci in giro per il mondo, dato che bloccando due angoli su quattro potremo appunto sollevarci (utilizzando la levetta analogica sinistra) e ricadere sull’altro lato, e così via per guadagnare metri e avvicinarci al nostro obiettivo di tostatura, tenendo sempre d’occhio il livello di adesione della nostra fetta che, se raggiunto lo zero, ci farà cadere rovinosamente a terra. Ovviamente sulla carta sembra tutto più facile, dato che nell’effettivo muovere la nostra controparte soffice sarà tutt’altro che facile ma, grazie ad alcune accortezze e allo spirito del gioco, quasi mai frustrante. Sì, perchè a differenza del gioco di interventi chirurgici dello stesso creatore qui si è scelto per una linea più morbida, volta a favorire anche quei giocatori non definibili hardcore gamers che vogliono comunque godere dell’esperienza, visto che dopo alcuni tentativi andati male ci verrà data la possibilità di usare una speciale marmellata magica che ci renderà invincibili e farà sì che il nostro livello di “appiccicosità” non cali mai, evitandoci rovinose cadute e quindi prevenendo la morte, anche se ciò non comporta che una piccola semplificazione dato che vi resterà comunque la missione di trovare una fonte di calore adatta a rendervi un toast, fattore che richiede parecchia inventiva. Uno degli aspetti più belli del gioco è infatti la materia grigia richiesta per ottenere fiamme o altro, come ad esempio far cadere una palla da bowling sul televisore, accendere il falciaerba fino al surriscaldamento oppure sfregare un cerino per dar fuoco alle braci nel barbecue.

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Cracker e vecchie baguettes

Il nostro essere pane ci sta quindi appagando, anche grazie ad una storia interessante e divertente nella sua semplicità, fattore che fa sicuramente piacere in un titolo del genere in cui ci si aspetta tutto meno che una trama ispirata ma che appunto sorprenderà tutti con una storia in stile Heavy Rain, in cui il pane farà la parte dell’assassino (!) ma di cui non vogliamo svelarvi ulteriori dettagli. Se tuttavia ci sentiremo stanchi della piatta vita da fetta imburrata il gioco offre la bellezza di altre 5 modalità, per aumentare notevolmente le ore di gioco. La prima è la Corsa Bagel, nel quale diventeremo una ciambellina impegnata a correre su dei circuiti casalinghi e passare attraverso una serie di checkpoint nel minor tempo possibile, aiutati anche da controlli molto più permissivi. Abbiamo poi la Furia, nel quale saremo una baguette arrabbiata che desidera solo spaccare tutto e che aumenterà il punteggio in base a quanti oggetti (possibilmente concatenati in qualche lunga combo) saremo in grado di distruggere prima dello scadere del tempo. La modalità Caccia al formaggio (di gran lunga la più difficile) ci trasforma invece in un cracker desideroso di recuperare i pezzi di formaggio nascosti nei livelli di gioco, evitando però di frantumarci eccessivamente. Per finire troviamo la Gravità zero, simile alla Storia principale ma con la differenza che saremo nello spazio e dovremo quindi muoverci tramite l’utilizzo di curiosi jetpack dai controlli e dai movimenti intricatissimi, ed infine il Gioco libero, che ci darà la possibilità di fare tutto quello che vorremo, senza limiti di tempo, commestibilità o altro. Una splendida scorpacciata che richiederà svariate ore di gioco per essere completata in tutta la sua interezza, nonostante le modalità siano composte solo da 7 livelli ciascuna, più un unico epilogo nella Storia.

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La regola dei 5 secondi

I am Bread è quindi un titolo divertente e diverso da qualsiasi altra cosa abbiate mai giocato, ma non per questo esente da difetti, nonostante gli stessi si perdano nella follia dilagante a cui assisteremo giocando. Il problema più grave del gioco è la telecamera, progettata probabilmente assieme ai controlli e dunque problematica al punto da rendere impossibile uscire da certi angoli e costringendoci a ricominciare il livello perdendo tutti i progressi maturati sino a quel momento. A questo si aggiunge un particolare fenomeno che occorre perlopiù mentre si impersona il pane, che ci vede bloccati a mezz’aria incastrati all’interno di alcuni oggetti (molto spesso sottili, come ad esempio le librerie) che ci richiederà di pazientare parecchio tempo per una sorta di sblocco automatico oppure di ricominciare, senza dubbio un difetto fastidioso risolvibile, riteniamo, con qualche piccola patch, assieme al già citato problema delle inquadrature più che ballerine. Tolti questi problemi e sorvolando sull’incredibile difficoltà di certe situazioni, possiamo dire che I am Bread è uno di quei titoli talmente particolari da dover essere provati per forza da chi sia dotato di sufficiente spirito per apprezzare un gioco in cui saremo pane da tostare ed in cui nulla più e nulla meno ci verrà offerto, ma che fornisce sufficiente materiale per divertirsi ore e giorni, soprattutto se giocato in compagnia di qualche amico passandosi il controller per vedere chi è “più pane” degli altri.

Trofeisticamente parlando: fare il pane non è roba per tutti

Quelli di I am Bread non sono affatto trofei facili, nonostante il tenore del titolo, che sembrerebbe decisamente abbordabile. Dovrete darvi da fare con tutte le modalità disponibili e compiere qualche impresa extra non strettamente necessaria per ottenere l’agognata coppa di platino, al momento definibile come un’autentica impresa alla portata di pochi.

httpvh://youtu.be/wk3byPNh2gA

VERDETTO

I am Bread è un progetto come nessun altro al mondo, che i meno informati potrebbero considerare una specie di scherzo e pertanto non degno di attenzione. La realtà è che Bossa Studios ha creato una piccola perla del genere, afflitta da un paio di problemi minori (come quello della telecamera) che non intaccano però il valore complessivo di un'opera che chiunque dotato dell'ironia necessaria per interpretare una fetta di pane dovrebbe provare. Se il team riuscirà a correggere i passi falsi fatti, sentitevi liberi di alzare di un punto la valutazione e preparatevi a diventare anche voi pane, perchè, ve lo assicuro, è un'esperienza incredibilmente divertente.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.