Primo PianoLifelessPlanet: Premier Edition - Recensione

LifelessPlanet: Premier Edition – Recensione

Publisher: Lace Games, KISS ltd  Developer: Stage 2 Studios
Piattaforma: PS4, Xbox One, Pc, Mac Genere: Avventura Giocatori:PEGI: 12 Prezzo: € 19,99

Prima di scrivere questa recensione ho fatto passare qualche giorno, mi sono informato sullo sviluppatore, sulla critica che ha ricevuto, sul suo passato e su quello che effettivamente LifelessPlanet è oggi. Ovvero una piccola opportunità atterrata sul PlayStation Store con un rovinoso impatto (qualcuno ha detto No Man’s Sky? NdD).

Lifeless Planet

Un inizio promettente

Le prime ore di gioco sono interessanti e invogliano il giocatore a scoprire cosa è successo al pianeta sul quale stiamo camminando dopo 20 anni luce di viaggio, abbandonando la nostra terra e quei cari al quale non siamo poi così tanto legati; difatti partiremo sapendo che non torneremo mai più a casa. La trama avrà un bel crescendo che purtroppo per noi si spegnerà in fretta, ne è complice il ripetersi delle ambientazioni e delle cose da fare. Risolti quei due puzzle visti una prima volta non ne troverete di nuovi durante il corso dell’avventura; li rivedremo giusto un altro paio di volte assieme alle innumerevoli fasi platform alle volte un po’ frustranti, anche per giocatori come il sottoscritto, che amano saltare da una parte all’altra.

Un gioco diluito nello spazio

Non si può ignorare il fatto che questo gioco sia stato sviluppato da una sola persona, dobbiamo dunque rendergli merito per l’opera creata ma non va coccolato come ho visto fare altrove, anzi! David Board, aka Stage 2 Studios, durante le fasi di sviluppo del gioco deve essere caduto vittima di una percezione troppo piccola della sua stessa opera e per renderla un po’ più grande ha sicuramente allungato il brodo, ma nel modo sbagliato.

Penso infatti che rimossi alcuni scenari inutili e accorciandone altri, Lifeless Planet sarebbe rimasto una densa, interessante e misteriosa avventura da godersi sul divano. Troppo spesso ci troveremo a domandarci quand’è che vedremo la fine del capitolo ma quando ciò accadrà non ne saremo affatto felici, poiché quest’ultimo sarà bruscamente interrotto da una schermata di caricamento nera che ci teletrasporterà in uno scenario alle volte completamente diverso e senza presunta motivazione. Si passa infatti dal deserto più arido alla valle di fuoco più buia che il sottoscritto abbia mai visto.

lifeless planet

Nonostante il gioco nelle sue opzioni presenti una voce “illumina aree scure”, questa sarà quasi completamente inutile e ci troveremo a brancolare nel buio con un senso di completo disorientamento che a piccole dosi sarebbe stato molto gradito, ma applicato così come lo si trova porta soltanto alla frustrazione, in quanto capiterà più di una volta di fare un passo falso verso la morte senza neanche capirne il perché.

Gameplay mal curato e sfruttato

Il nostro astronauta a stelle e strisce sarà capace di fare salti e doppi salti grazie al jetpack della sua tuta spaziale, potenziabile grazie a delle bombole di carburante speciale, le quali saranno ben visibili poco prima di ogni stage che ne richiede l’utilizzo per raggiungere piattaforme lontane dal nostro doppio salto. Le bombole hanno un quantitativo illimitato di carburante e si esauriranno esclusivamente a fine del livello. La stessa regola vale per le riserve di ossigeno, che a detta del gioco dovrebbero durare 8 ore, ma in realtà se il livello dura dieci minuti o due ore non fa differenza, in quanto il messaggio che ci avverte dell’esaurimento delle scorte di ossigeno apparirà sempre a pochi passi da un approvvigionamento d’aria. Credo che un vero quantitativo di carburante necessario per oltrepassare un livello, unito ad una scarsa quantità di ossigeno nella nostra tuta, avrebbe giovato al gameplay, creando così dei livelli dove diventa necessario saper gestire tempo e risorse, stimolando in modo concreto le capacità del giocatore.

lifeless planet

Dopo poche ore di gioco troveremo sul nostro percorso un braccio meccanico che si aggiungerà al nostro scarso equipaggiamento. Questo braccio sarà possibile sfruttarlo solo in due modi, ovvero il posizionamento di sfere radioattive all’interno di un generatore e l’inserimento di un codice su di una gigantesca porta con dei pulsanti.  Nulla di più è possibile fare con un oggetto che in fase di gioco si è meritato pure un cutscene!

Graficamente spoglio

L’interfaccia di gioco è vuota, esattamente come i paesaggi che ci verranno proposti per 3/4 della nostra avventura. Il massimo della HUD presente sarà composta del nostro diario di bordo che raccoglierà la documentazione trovata a giro per il pianeta. Tali documenti oltre ad essere importanti collezionabili per i trofei saranno anche parte integrante di una trama che vi farà passare la voglia di essere letta e compresa. Le texture inoltre sono di bassa qualità, allungate e ripetute molto spesso anche in questa Premier Edition. Un punto incredibilmente negativo va alla sua illuminazione che ci farà piombare molto spesso in livelli quasi completamente privi di luci dove la nostra torcia sarà quasi più di intralcio che aiuto.

lifeless planet

Trofeisticamente parlando… Meglio orbitare fuori dal platino

Lifeless Planet propone un grazioso quanto impossibile platino. Ad un primo occhio i 15 trofei necessari per sbloccare il tanto agognato trofeo di platino sembrano una barzelletta, se non fosse per il trofeo d’oro Survivalist che richiede di non morire mai durante tutto l’arco del gioco. Se sarete così coraggiosi da tentare l’impresa sappiate che vi aspettano ben tre trofei di bronzo, due d’argento e dieci d’oro. Avrete inoltre bisogno di almeno due run per portare a termine questa sfida in quanto alla richiesta di non morire mai vi si contrappone quella di morire in tutti i modi possibili.

Articoli correlati

Daniele Ulivihttp://danieleulivi.jimdo.com/
Videogiocatore dal MILLENOVECENTONOVANTASETTE. Con il primo Nintendo 64 ha scoperto l'amore per i videogiochi e pochi anni dopo ha scoperto quello che tutt'ora reputa il miglior gioco di tutti i tempi. The Legend of Zelda: Ocarina of Time gli rapì il cuore. Nonostante ciò si considera un estimatore di videogiochi a tutto tondo! Pochissime console non gli sono passate sotto mano. Di lavoro fa il fotografo e il suo super potere è il non sapersi alzare dal letto!