RUGBY 18 – Recensione

Sviluppatore: Eko Software Publisher: Bigben Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Sport Giocatori: 1-2 (Online: 1-2) PEGI: 3 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Se potessimo definire calciocentrica una nazione, l’Italia rientrerebbe sicuramente all’interno di questa espressione. La recente delusione per il mancato accesso ai Mondiali è sicuramente un indicatore di questo legame affettivo, ma negli ultimi anni sport definiti minori (anche se non potrebbe esserci definizione più pressapochista) stanno emergendo e attirando fan, come ad esempio il rugby.

La Terra è rotonda ovale

Se pensiamo a uno sport come il rugby la prima definizione che ci viene in mente è “quello sport con la palla ovale”, che non molto si discosta dal significato letterale del nome. Quello che molti non sanno è che in Italia questo particolare sport, in cui 15 uomini per squadra non se le mandano a dire per riuscire a fare meta, ha un suo campionato dal 1929. Nonostante la storia, le figure non proprio eccelse al torneo Sei Nazioni, uno tra i più importanti di questa disciplina, non hanno mai fatto sì che la passione dei tifosi italiani per il rugby esplodesse veramente.

Questa doverosa premessa ci permette di capire che l’opera di Bigben Interactive ed Eko Software è, almeno in terra nostrana, dedicata a un pubblico di nicchia e non ha la stessa risonanza dell’ennesimo FIFA o persino di un NBA 2K, e proprio per questo dovrà essere il più fedele possibile allo sport per fare breccia nei cuori degli appassionati.

Un tentativo, a ben vedere, era già stato fatto tre anni fa, quando HB Studios proponeva su PlayStation 3 uno dei peggiori simulatori sportivi di sempre. Proprio questo grande insuccesso ha spinto il producer a cambiare, affidandosi al team francese già responsabile di Handball 17 nella speranza di riuscire a soddisfare il palato fine dei fan.

RUGBY 18 si presenta quindi come il simulatore più completo di questo sport, mettendo fin da subito in chiaro che Bigben si è profusa in uno sforzo enorme, riuscendo ad aggiudicarsi la maggior parte delle licenze ufficiali per quello che riguarda squadre, tornei e giocatori.

Fango e ossa rotte

Se avete una minima conoscenza del rugby, vedere su schermo i vari tornei come il Pro 12, la Premiership e il già citato Sei Nazioni e poter scegliere di giocare con il nostro amato team italiano oppure optare per gli indomabili e celeberrimi All Blacks vi strapperà sicuramente più di un sorriso.

Avviando per la prima volta il gioco, ci verrà proposto di giocare una partita introduttiva volta a farci comprendere le meccaniche del titolo; tutorial strano, in effetti, quello proposto, dato che spiegherà solo le funzioni principali sorvolando su alcuni comandi che sarà il giocatore a dover scoprire.

Quello che colpisce fin da subito è la curiosa scelta di telecamera (non modificabile) fatta dal team. Per favorire il posizionamento in campo e la scelta dei giocatori per i contrasti, per il ruck e per i passaggi, infatti, la visuale sarà non laterale ma frontale. Non potremo quindi vedere la nostra linea di meta ma solo quella dell’avversario, rendendo quindi abbastanza complicato capire l’effettivo posizionamento della squadra. Superate le perplessità iniziali ci caliamo nella mischia cercando di difendere la palla dagli avversari e di arrivare in meta, per riuscire a vincere la nostra prima partita di rugby.

Seduti in panchina

Senza usare troppi giri di parole è doverosa una constatazione: RUGBY 18 è tecnicamente datato e sicuramente non all’altezza delle prestazioni di PlayStation 4. Questo si avverte nei modelli poligonali dei giocatori a tratti grotteschi, nei contrasti e persino nelle animazioni dei giocatori, legnose e goffe, fattori tutti sicuramente influenti ma di per sé non sufficienti a rendere il gioco brutto.

Quello che rovina totalmente l’esperienza è la presenza di un’infinità di situazioni di ruck (ossia le mischie per la contesa della palla) che andranno a creare una serie di assembramenti di giocatori da cui sarà difficilissimo uscire e che poterà (come il miglior pollice verde NdD) presto a noia le partite, dato che se non selezioneremo una durata di svariati minuti i risultati saranno pareggi o vittorie/sconfitte risicate.

Questa lentezza di gioco si palesa ancora di più affrontando la Carriera. Avviando la modalità dovremo scegliere un team e una serie di giocatori sulla falsa riga di quanto avviene per l’Ultimate Team di FIFA (oppure affidarci alle scelte del PC).

Una volta scelti i giocatori potremo affrontare una serie di partite ben consci però di un grosso rischio: se falliremo troppe partite o in qualsiasi momento rimarremo senza soldi, saremo costretti a ricominciare da zero, situazione sfortunatamente molto più comune di quanto dovrebbe essere.

Si salvi chi può

Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno RUGBY 18 non è un prodotto completamente da buttare, poiché ha comunque punti di forza rispetto al predecessore. La scelta di telecamera alle spalle dei giocatori permette di gestire meglio uno sport che si sviluppa in orizzontale, e la gestione delle touche e delle rimesse è sicuramente più azzeccato che in passato.

Allo stesso modo la gestione dei passaggi orizzontali e dei calci è stata semplificata per migliorare l’esperienza di gioco e cercare di rendere il tutto più dinamico di quello che poi in realtà il gioco sia, senza contare i calci piazzati con l’interessante aggiunta della variabile vento.

Per quanto riguarda la parte grafica, buone le realizzazioni dello stadio e delle divise, decisamente meno (come già accennato) i modelli poligonali dei giocatori e le loro animazioni, mentre il comparto audio a livello musicale non si farà ricordare. Il cronista che ci racconterà le partite, rigorosamente in lingua inglese, invece, sarà quanto di più scontato e irritante presente sulla piazza, tanto che dopo qualche minuto saremo già stufi e saremo propensi a disattivare la funzione o affidarci a tracce musicali esterne.

Trofeisticamente parlando: vedo tutto nero

Sono solo 24 i trofei che compongono l’elenco di RUGBY 18 ma tra essi spicca un Platino che richiederà una certa dedizione, soprattutto per quanto riguarda la vittoria di 25 partite online, sfida resa decisamente complicata dalla probabile assenza di giocatori in rete. Per il resto, nulla che possa impensierire i cacciatori di trofei più seri, se non un paio di coppe legate alla Carriera che richiederanno parecchie ore di gioco.

VERDETTO

La cicatrice lasciata da HB Studios ha spinto Bigben Interactive ad affidare il suo rugby a Eko Software, scelta che però non ha premiato e non soddisferà gli amanti di questo interessante sport. RUGBY 18 è un titolo tecnicamente datato, con modelli poligonali al limite del grottesco e una telecronaca da denuncia, in cui solo poche idee riescono davvero a salvarsi. Si tratta, comunque, di un bel passo avanti rispetto a quanto proposto tre anni fa ma ancora non in grado di soddisfare gli amanti del genere o addirittura crearne di nuovi. Servirà sicuramente lavoro ma la strada intrapresa secondo noi è quella giusta. Il voto, figlio di tutti i difetti sopra elencati e di un prezzo francamente esagerato, non deve infatti ingannare, perché con un po' di lavoro il prossimo anno saremo sicuramente in grado di vedere un titolo di rugby degno di onorare questo sport.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

1 commento

Comments are closed.