Serial Cleaner – Recensione

Sviluppatore: IFun4all Publisher: Curve Digital Piattaforma: PS4 Genere: Azione Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Sono molte le software house che di questi tempi si affacciano sul mercato videoludico per cercare di portare un buon prodotto nelle mani dei sempre più affamati videogiocatori.

Questa volta tocca all’azienda polacca IFun4All, studio di sviluppo che avevamo già incontrato sul nostro percorso grazie a Green Game: TimeSwapper, titolo che non ci aveva del tutto convinto. Il team, composto da una dozzina di dipendenti, è nato nel 2009 focalizzandosi perlopiù su titoli per dispositivi mobili. Oggi, però, gli sviluppatori hanno deciso di lanciare un nuovo prodotto sul mercato console, e il loro nuovo titolo si chiama Serial Cleaner. Lo abbiamo analizzato per portavi le nostre considerazioni.

Pulitore seriale

Serial Cleaner segue le vicende di Bob, un “addetto alle pulizie” professionista al servizio della mafia. Egli ripulisce e rimette a nuovo i vari luoghi dove si sono susseguite sparatorie criminali, cercando di fare il proprio lavoro nella maniera più discreta possibile e non facendosi scoprire dalle forze dell’ordine. La storia molto semplice e banale si struttura in vari contratti (più di venti) che il nostro protagonista dovrà portare a termine. Nel gioco non sono presenti filmati e cutscene, quindi l’intera trama è un susseguirsi di dialoghi raccontati tramite vignette che, purtroppo, sono così piccole da far perdere qualche diottria anche a chi porta già un paio di occhiali. Dovremo quindi avvicinarci fisicamente, e non poco, al televisore per cercare di tradurle.

Nascondi il corpo!

Il titolo di IFun4All è un action/stealth in 2D che riprende la cultura anni Settanta, dove i baffoni e i Ray-Ban da aviatore alla Miami Vice regnavano incontrastati. Per definire sé stessi, gli sviluppatori hanno chiesto ai videogiocatori di immaginarsi Serial Cleaner come se Mr. Wolf di Pulp Fiction incontrasse Hotline Miami. L’ambientazione è l’aspetto più caratteristico del gioco, che lo rende accattivante e dà quello stile retrò alla produzione. Passando ad analizzare il gameplay: il gioco ha uno stile molto minimale e semplicistico. Un breve tutorial inizialmente ci illustrerà i pochi comandi a nostra disposizione; dalle varie levette per spostarsi nello scenario ai i consueti tasti azione, che non saranno più di tre.

Una volta iniziato un contratto, il classico mafioso di turno ci chiamerà al telefono dicendoci che dovremo andare sulla scena di una sparatoria per ripulire il casino da lui combinato. Una volta arrivati sul posto, quello che ci troveremo davanti sarà una mappa ricca di particolari come nascondigli, insenature, guardie e tracce di sangue.

I livelli si dividono in tre fasi principali: recuperare le prove, mettere al sicuro i corpi e ripulire le tracce di sangue. Una volta compiuti questi tre passaggi potremo tornare alla nostra macchina (su cui caricheremo gli oggetti presi) e abbandonare il luogo. Il nostro compito quindi, sarà quello di ripulire l’intero scenario da qualsiasi prova di colluttazione, sparatoria o di altro atto criminale. Per farlo avremo a disposizione un aspirapolvere portatile che laverà via il sangue dal pavimento.

Durante la nostra “missione di pulizia” alternativa, avremo anche a che fare con speciali livelli bonus dedicati a veri e propri cult cinematografici come Star Wars, Taxy Driver e Alien, con conseguente cambio di contesto e stile.

Livelli sempre più complessi

Una particolare caratteristica di Serial Cleaner è la difficoltà dei contratti inseriti dagli sviluppatori nel titolo. Sebbene le prime missioni potrebbero sembrare alquanto banali, noteremo ben presto che andando avanti nel gioco queste saranno sempre più complesse e articolate. Il numero di guardie all’inizio esiguo, aumenterà esponenzialmente, e i vari percorsi che seguiranno, varieranno di molto e saranno sempre più imprevedibili. Il sangue, così come i corpi e le prove da recuperare, raddoppieranno e spesso, casualmente, verranno collocate in luoghi difficilmente accessibili.

Una volta iniziato un contratto, prima di buttarci nell’azione, dovremo studiare attentamente lo scenario che ci troveremo davanti per approntare una strategia valida che ci consenta di superare il livello correndo il minimo rischio. Per farlo avremo a disposizione il tasto L2 che ci darà un quadro completo della mappa, mettendone in risalto gli obiettivi. Se verremo scoperti le guardie non ci perdoneranno, e finiremo irrimediabilmente per perdere la partita. Il solo modo di sfuggire a loro sarà quello di sfruttare i vari nascondigli sparsi nell’ambientazione.

Piaccia o non piaccia, lo stile audiovisivo del titolo è fortemente caratterizzato dal contesto in cui ci troviamo, ossia gli anni Settanta. Nel caso in cui li odiate, beh, Serial Cleaner non vi farà certo cambiare idea in merito; quel che è certo è che sia la grafica che la colonna sonora sono di buonissima qualità e ben caratterizzate.

Trofeisticamente parlando: ci pensa Bob!

L’elenco trofei di Serial Cleaner si compone di 29 trofei di cui 4 ori, 18 argenti, 6 bronzi e il classico Platino. Ottenere il trofeo finale sarà un’impresa piuttosto semplice, la maggior parte degli obiettivi saranno concentrati sul completare i vari livelli al 100% e sul compiere azioni nella nostra casa che fungerà da base. Una manciata di ore di gioco basteranno quindi per completare l’impresa.

VERDETTO

IFun4All è riuscita a creare un gioco molto particolare nel suo genere, riprendendo a tratti quanto visto in Hotline Miami. Il gameplay semplicistico ma solido assicura un'esperienza di gioco divertente e stimolante soprattutto nei livelli avanzati, in più lo stile anni Settanta rende la produzione molto accattivante. Consigliamo l'acquisto se volete un gioco senza troppe pretese e un Platino facile da ottenere.

Guida ai Voti

Simone Giunta
Per gli amici "ZioSimo". Adora informarsi su tutto il mondo dell'informatica e dei videogiochi, ma apprezza anche serie TV, film e anime. Predilige qualsiasi videogame dove ci sia un minimo di logica e, per concludere, spera di diventare un avvocato, dato che si sta laureando in giurisprudenza (a tempo perso).