Rocketbirds 2: Evolution – Recensione

Sviluppatore: Ratloop Asia Publisher: Ratloop Asia Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Sparatutto Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 12 Prezzo: 20,99 € Italiano:

Il primo Rocketbirds si guadagnò una certa visibilità dopo qualche tempo rispetto all’uscita su PlayStation 3 (era il 2011 l’anno della release originale), complice il fatto di essere “regalato” agli abbonati al servizio PlayStation Plus. Quasi in concomitanza con questo accadimento, Ratloop Asia, lo studio di sviluppo, annunciò un sequel per PlayStation 4 e PlayStation Vita (vi consigliamo di giocarvelo su quest’ultima, a onor di cronaca), arrivato puntualmente sugli scaffali virtuali del PlayStation Store. Ecco la nostra recensione!

rocketbirds 2 logo 001Signora Longari, mi è caduta sull’uccello

Il malvagio dittatore Putzki, nonostante fosse stato sconfitto nel primo Rocketbirds, è tornato alla ribalta in Rocketbirds 2: Evolution. Sarà uno dei nostri compiti quello di capire come questo sia potuto resuscitare, tra vecchi e nuovi nemici, pinguini o gufi spaziali che siano, ma sempre vestendo i panni del carismatico pollo Hardboiled. Non è il caso di addentrarsi più di tanto nella trama perché questa, prevedibilmente, non è molto complessa – e non che ci fosse qualcuno che la pretendesse tale, per carità. In ogni caso le peripezie vissute dal nostro vantano ancora, così come nell’iterazione precedente, il giusto quantitativo di demenzialità e black humor, utili a rendere piuttosto intrigante il tutto, e a tratti pure piacevole da seguire grazie all’ottimo doppiaggio in inglese e alla localizzazione dei sottotitoli in italiano.

La modalità principale è divisa in sei capitoli, di mezz’ora e con tanto di boss finale, e dunque, se la matematica non è un’opinione, la durata complessiva è di tre ore circa. Questa si sviluppa partendo da fondamenta costituite anche e soprattutto di sparatorie, il vero centro nevralgico del titolo; stiamo parlando infatti, prima di ogni altra cosa, di uno shooter a scorrimento orizzontale, e a volte verticale. Un cuore pulsante non troppo riuscito, a dire la verità, visto che gli scontri a fuoco non risultano essere mai VERAMENTE divertenti, complice un misto di strategia unita a meccaniche tipicamente arcade che finiscono per produrre un risultato che, senza troppi indugi, potremmo definire né carne né pesce. In poche parole, tutto quello che dovrete fare per avere la meglio sarà correre e sparare contemporaneamente, almeno nella maggior parte dei casi. Questa, alla fine, la strategia che vi premierà maggiormente.

rocketbirds 2 evolution 005Il sistema di controllo, che affida allo stick sinistro il movimento del personaggio mentre a quello destro la sua mira, finisce per non apparire mai solido come dovrebbe, anzi, dà prova di una perenne incertezza, “scivolando” sotto i polpastrelli del videogiocatore. Il problema emerge ancor più in alcune fasi che richiedono una certa bravura e affinità. Nemmeno un arsenale offensivo e difensivo variegato ha potuto risolvere granché, venendo magari incontro al vostro stile di gioco, anzi; anche per quanto riguarda quest’ultimo segnaliamo qualche sbavatura di troppo, dato che lo switch è effettuabile solo tra un paio d’armi. Altrimenti dovremo giocoforza ricorrere al menù generale, cosa poco intuitiva, se non proprio macchinosa, visto che l’azione a schermo proseguirà senza fermarsi.

Non si vive però di solo piombo (e per fortuna, visto quanto appena detto). Infatti, dopo essere avanzati quel che basta, avremo a che fare con il lato puzzle di Rocketbirds 2: Evolution, a base di tessere magnetiche da trovare e utilizzare nelle sedi opportune e di personaggi, inizialmente ostili, di cui prendere il controllo, attraverso un apposito dispositivo dalle fattezze di un semplice cellulare. Anche in questo caso, però, duole constatare che il titolo sviluppato da Ratloop Asia non convince appieno e non spicca per particolari qualità, annoiando presto e non diventando praticamente mai accattivante, pur non demeritando eccessivamente in quanto a gameplay. Gli enigmi proposti non risultano particolarmente brillanti, anche per via di un level design che per quanto offra una vastità di ambienti non indifferente, non stupisce se non in qualche rara occasione.

Le cose si fanno un po’ più complicate e dinamiche con il passare del tempo, grazie alla presenza di alleati dotati di abilità speciali, da coprire mentre operano, o ancora di fasi sott’acqua o nello spazio che permettono al titolo di trasformarsi in un twin-stick shooter a tutti gli effetti. Ma l’andazzo non cambia. Pur non mancando mai grossolanamente il bersaglio, Rocketbirds 2: Evolution non dà prova della brillantezza necessaria perché dobbiate preferirlo a un altro esponente dello stesso genere.

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In co-op è meglio (forse)

Una volta finita la modalità principale, piuttosto breve, potrete rigiocarvi i diversi capitoli per recuperare i collezionabili, tre per livello, che vi siete persi. Oppure addentrarvi nella seconda modalità di gioco, pensata per la cooperativa fino a un massimo di quattro giocatori, sia offline che online con tanto di efficace sistema di drop-in e drop-out, ma affrontabile anche in single player. Stiamo parlando della modalità Salvataggio, in cui, in quattro diverse ambientazioni, potremo affrontare infinite missioni di recupero di ostaggi, tenuti prigionieri, auto-generate.

A dispetto delle apparenze, però, la sostanza, anche in questo caso, sul lungo termine non cambia mai, dunque non è detto che anche in compagnia la noia incomba impietosa dopo relativamente poco tempo. Un mezzo esercito di polli, ampiamente personalizzabile, non offrirà insomma i necessari stimoli nemmeno in questo caso.

rocketbirds 2 evolution 006Insomma, per ogni lato esistente di Rocketbirds 2: Evolution ci sono altrettante imprecisioni. Non è così, per fortuna, per la colonna sonora, spumeggiante e convincente come quella del primo capitolo; non a caso i responsabili sono ancora i talentuosi ragazzi unitisi sotto il nome di New World Revolution. C’è anche una piccola chicca: il rumore emesso dalla vostra arma, così come altri suoni di contorno, saranno emessi direttamente dall’altoparlante del DualShock 4, cosa che strapperà un sorriso ebete sulla faccia ai più, sottoscritto incluso. Anche sotto il profilo visivo il lavoro svolto è assolutamente da elogiare; sia a livello di impatto che di fluidità l’aspetto tecnico brilla di luce propria, specie se accostato ad altri titoli catalogati come indipendenti.

Non mancano alcune ciliegine sulla torta, come i nemici che, crivellati di piombo, saranno smembrati in base a dove sono stati colpiti, o ancora lo scenario che si riempirà del sangue delle vittime, relativamente a dove queste hanno incontrato il tristo mietitore. Chiudiamo il paragrafo segnalando la sempre apprezzata funzionalità di cross-buy e cross-save per i possessori di PlayStation 4 e Vita, che così potranno portarsi a casa entrambe le versioni del titolo con un solo esborso economico.

Trofeisticamente parlando: che Richard Benson sia con te

Il set di trofei di Rocketbirds 2: Evolution, omaggiato anche dell’agognato Platino, vi chiederà di completare la modalità storia, trovare tutti i collezionabili, esplorare come si deve la cooperativa e infine eseguire specifiche azioni di gioco da compiere durante la vostra avventura. Non si tratta di un’impresa, certo, ma nemmeno di una passeggiata, visto che un minimo di attenzione e organizzazione è richiesta. Trophy hunter, siete avvisati.

VERDETTO

Rocketbirds 2: Evolution tenta di migliorare il titolo originale ma, in fin dei conti, non se ne distacca quasi per niente, portandosi appresso tutti i pregi e le sbavature che avevano contraddistinto il prequel. Consigliato solo a chi ha amato alla follia il primo Rocketbirds.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.