Utawarerumono: Mask of Truth – Recensione

Sviluppatore: Aquaplus Publisher: Deep Silver Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 49,99 € Italiano:

A distanza di pochi mesi dalla pubblicazione in Europa del primo capitolo della serie, Utawarerumono: Mask of Deception, Atlus e Deep Silver lanciano sul mercato il sequel, questa volta soprannominato Utawarerumono: Mask of Truth. Il titolo, come il suo predecessore, abbraccia un genere che è un mix tra una visual novel e un GdR tattico. Ve ne illustriamo gli aspetti salienti nella nostra recensione.

Si ricomincia!

Il filone narrativo è la componente principale della produzione. La storia di Utawarerumono: Mask of Truth riparte pochi giorni dopo la fine delle vicende del capitolo precedente. Questa volta l’impero di Yamato si trova in una tragica situazione; uno spietato usurpatore minaccia il regno cercando di sottomettere tutti al suo volere.

Spetta al protagonista Kuon, e ai suoi alleati, il compito di salvare il regno, annientare l’armata imperiale e porre fine alla guerra civile. Essendo il titolo una visual novel, gli eventi della trama sono raccontanti tramite illustrazioni e dialoghi doppiati in giapponese, ma sottotitolati in inglese.

I primi trenta minuti di gioco sono molto lenti, la storia fa fatica in un primo momento a decollare, anche per i classici cliché giapponesi che tendono ad allungare il brodo ma che sono necessari per la schiera di fan di cui il titolo gode.

Dopo le prime battute di assestamento, la trama diventa scorrevole e gli eventi iniziano a susseguirsi con netta rapidità, e il racconto entra nel vivo. La narrazione non permette al giocatore di effettuare scelte per modificare gli eventi, il tutto si svolge secondo una linearità “perfetta” che non lascia spazio all’immaginazione e non permette la realizzazione di finali diversi da quello predefinito.

Dato che il comparto narrativo è molto vasto e i dialoghi molto lenti e lunghi, gli sviluppatori hanno inserito varie scorciatoie che permettono di velocizzare o rivedere le frasi dette dai personaggi. Mentre si leggono le varie vignette proposte, tramite la pressione di alcuni tasti sul controller è possibile tornare indietro, velocizzare i testi e attivare l’auto mode, ovvero un comando che ci permette di abbandonare totalmente il joypad e dedicarci unicamente alla lettura degli infiniti discorsi tra i protagonisti.

Un combat system già visto

Parlando un po’ delle fasi di combattimento che, anche se esigue, sono presenti nel titolo di Aquaplus, possiamo affermare che seguono le regole dei tipici GdR tattici, in particolare le scelte di design ricordano quelle del famoso Final Fantasy Tactics. C’è da fare una precisazione per chi fosse nuovo del genere: questo non è un sistema di combattimento action o dinamico dove i personaggi possono muoversi liberamente nel terreno di gioco, bensì uno stile statico dove è presente una griglia simile a una scacchiera sulla quale i protagonisti si muovono e attaccano da distanze differenti in base all’arma equipaggiata e alla tecnica usata.

In quasi tutte le battaglie che il titolo ci propone, per raggiungere la vittoria bisognerà sconfiggere tutti i nemici presenti nell’area, in altre invece basterà uccidere un singolo nemico, come un boss specifico, per portare a casa la vittoria. Un’altra particolarità dello stile GdR tattico è quella dell’uso di più personaggi contemporaneamente. In tutti gli scontri presenti nella produzione sarà possible comandare più combattenti simultaneamente, in modo da sfruttare i punti di forza e sopperire le debolezze di ogni singolo personaggio usato.

I vari attacchi e le combo potranno essere effettuati tramite la semplice pressione di un tasto sul controller o in modo automatico a seconda della nostra preferenza, tuttavia avendo il giusto tempismo potremo sferrare colpi critici infliggendo danni non indifferenti ai nemici. Infine, dopo ogni battaglia, il sistema ci ricompenserà con i consueti punti esperienza spendibili in potenziamenti per accrescere i parametri dei nostri protagonisti oppure in nuove tecniche di attacco.

Un comparto tecnico degno di nota

Come accennato sopra, il doppiaggio è in lingua giapponese ma sottotitolato in inglese. Tuttavia questo è curato egregiamente e non lascia spazio a critiche. Gli amanti delle visual novel giapponesi non potranno che trovare impeccabili le voci e le colonne sonore usate, che rispecchiano con cura lo stato d’animo dei personaggi della vicenda.

Per quanto riguarda l’aspetto visivo del titolo, possiamo dirci pienamente soddisfatti del lavoro fatto dagli sviluppatori. Le illustrazioni dei personaggi e dei luoghi proposti durante i dialoghi hanno una fantastica caratterizzazione che ci permette di porre l’occhio anche sui particolari della produzione. I colori utilizzati danno quel tocco di vivacità all’opera che non manca di appassionarci, vignetta dopo vignetta.

Trofeisticamente parlando: la maschera della verità

Utawarerumono: Mask of Truth conta ben 57 trofei di cui 50 bronzi, 4 argenti, 2 ori più il classico Platino. La maggior parte degli obiettivi sarà concentrata sul finire il gioco e completare le sfide nei combattimenti. Sulle tempistiche di ottenimento del Platino possiamo dirvi che vi porterà via un discreto numero di ore, soprattutto per via della buona longevità di cui il titolo gode.

VERDETTO

Utawarerumono: Mask of Truth non è un titolo per casual gamer. Questo particolare genere abbraccia una cerchia di videogiocatori molto ristretta, che predilige le visual novel. Se volete avvicinarvi alla serie vi consigliamo di recuperare il primo capitolo, ovvero Mask of Deception, per godervi il sequel con maggiore chiarezza e tranquillità. Per il resto, che dire? La trama è curata nei minimi dettagli e anche se all'inizio fatica a decollare, dopo il primo impatto vi troverete una produzione solida con ottimi colpi di scena e momenti comici.

Guida ai Voti

Simone Giunta
Per gli amici "ZioSimo". Adora informarsi su tutto il mondo dell'informatica e dei videogiochi, ma apprezza anche serie TV, film e anime. Predilige qualsiasi videogame dove ci sia un minimo di logica e, per concludere, spera di diventare un avvocato, dato che si sta laureando in giurisprudenza (a tempo perso).