Dragon Sinker: Descendants of Legend – Recensione

Sviluppatore: Exe-Create Publisher: KEMCO Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita, Mobile) Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Nel 1987 l’allora SquareSoft, divenuta poi Square Enix, si trovava sull’orlo del fallimento e decise di tentare il tutto per tutto con un titolo dalla grafica rivoluzionaria, una vasta mappa esplorabile e meccaniche RPG innovative. Quel gioco, pubblicato sul primo Nintendo, venne chiamato Final Fantasy e divenne, nel tempo, punto di riferimento per chiunque volesse creare giochi di ruolo, come successo a Exe-Create con Dragon Sinker: Descendants of Legend.

Dragon Sinker: Descendants of Legend

Ci sono un nano, un elfo e un umano

La nostra prefazione è andata non a caso a pescare nel passato dato che il gioco pubblicato da KEMCO, editore ultimamente più che prolifico su smartphone, vuole essere un chiaro tributo a tutti i giochi di ruolo che hanno segnato un’epoca, a partire da un titolo che ricorda neanche troppo velatamente il ben più blasonato Dragon Quest. La trama di questa avventura retrò è quanto di più scontato e banale si possa immaginare. Il giocatore interpreterà Abram, un valoroso principe che proverà a fermare il malvagio drago Wyrmvarg, creatura che si diletta a chiedere sacrifici umani in cambio della pace. Dopo un primo, tragico fallimento il nostro eroe deciderà di lanciarsi in un viaggio per trovare tre armi leggendarie in grado di abbattere la bestia e riportare la tranquillità nel regno.

Le armi in questione però saranno protette da due popolazioni magiche, ossia gli elfi e i nani, con i quali Abram dovrà stringere una solida alleanza che si trasformerà durante il viaggio in profonda amicizia per riuscire così a radunare e ripristinare gli strumenti in grado di fermare Wyrmvarg. Se, leggendo questa breve descrizione della trama, vi è venuto in mente circa il 90% delle opere fantasy in commercio, non fatevene una colpa, perché questa sensazione vi accompagnerà per tutta la durata della campagna, completabile in non meno di una ventina di ore e in grado di offrire anche un piccolo endgame dedicato ai completisti.

Dragon Sinker: Descendants of Legend

Quadratini colorati

L’elemento che colpirà fin da subito chiunque si avvicinerà a Dragon Sinker è sicuramente il marcato stile anni Ottanta, con una grafica 8 bit pulita e colorata in grado di riportare alla mente proprio i classici del passato e tutto sommato piacevole da guardare, nonostante una generale vicinanza dell’inquadratura che darà alcuni problemi di orientamento. Il design classico dei mostri e delle città non farà gridare al miracolo, ma permetterà ai giocatori più nostalgici di rievocare intense nottate passate con il pad rettangolare del vecchio Nintendo stretto tra le mani, pronti a eliminare qualche potente boss in snervanti ed eterne battaglie a turni.

Anche la colonna sonora chiptune tenterà di farci rivivere i fasti del passato, riuscendoci però decisamente meno della curata grafica di gioco e venendo il più delle volte a noia con tonalità troppo forti, monotone e più in generale trascurabili. La mappa di gioco, anch’essa interamente “quadrata” e composta da grossi pixel, sarà vasta ma rispecchierà quanto detto per mostri e città, con una ripetizione infinita delle stesse identiche strutture che farà sentire spaesati i giocatori meno abituati a questo genere di gioco, complice anche una mappa allargata non esattamente chiara.

Dragon Sinker: Descendants of Legend

Non è molto, ma è un lavoro onesto

Con un comparto audio e video ispirato al passato, il gameplay del gioco non poteva essere da meno, dato che Dragon Sinker proporrà classici combattimenti a turni in cui dovremo puntare ad azzerare i punti vita dei nemici casuali e di potenti boss nascosti nei dungeon. La caratteristica più interessante di Dragon Sinker sarà legata alla gestione del party: il giocatore avrà a disposizione un totale di tre team, capitanati ognuno da uno dei personaggi principali del gioco, in cui sarà possibile inserire un massimo di altri tre membri scelti da un gruppo che andrà via via infoltendosi.

Ogni personaggio, sia principale che secondario, sarà dotato di una professione (i classici Job di Final Fantasy III) che gli darà accesso a particolari mosse speciali e abilità e che permetterà di creare con gli altri membri del gruppo potenti sinergie per infliggere ingenti danni ai nostri nemici. Una volta che una professione sarà giunta al livello massimo, si potrà cambiare Job in una delle chiese del gioco, creando così infinite possibilità per i giocatori che potranno trovare la loro via per terminare l’avventura al meglio.

Dragon Sinker: Descendants of Legend

Verso l’infinito e oltre

La grande varietà di scelte legate ai team che potranno essere schierati in battaglia cozza però con due fattori del gioco, ossia la ripetitività delle missioni e soprattutto la curva di difficoltà mal calcolata. Dopo qualche ora ci si accorgerà infatti che la struttura di Dragon Sinker sarà sempre composta da: città da esplorare, percorso open world, dungeon con boss, città da esplorare, con una ripetizione di questa sequenza a oltranza.

Per quanto riguarda invece la curva di difficoltà, il gioco proporrà vari gradi di sfida che potranno essere modificati strada facendo, ma si dimostrerà estremamente semplice nelle prime fasi, salvo poi alzare bruscamente l’asticella a un livello che richiederà un frustrante farming per essere competitivi oppure un abbassamento della difficoltà. Il modo per superare questo scoglio si cela nelle possibili microtransazioni inserite nel gioco e nella Lotteria, una sorta di bonus che alle volte ci farà sbloccare potenti personaggi che distruggeranno interamente il grado sfida. Oltre a questi problemi, Dragon Sinker si trascina dietro anche una serie di sviste legate al porting da smartphone che, nonostante un passaggio anche su PC, non sembrano essersi risolte su PlayStation 4, mentre l’esperienza è migliore su PlayStation Vita grazie alla presenza dello schermo touch, proprio come sui nostri cellulari.

Trofeisticamente parlando: guarda dappertutto

La lista trofei di Dragon Sinker comprende un interessante Platino. Giocando a difficoltà Facile, il suo ottenimento sarà tutt’altro che un problema, considerato che, a parte le missioni secondarie, non avrete particolari richieste da completare. Se seguirete passo passo la nostra completissima guida ai trofei l’unico ostacolo potrebbe essere la noia, dunque state attenti, perché le possibilità di abbandonare la missione saranno alte.

VERDETTO

Se siete alla ricerca di un viaggio nei ricordi, allora Dragon Sinker: Descendants of Legend potrebbe riuscire a riportarvi alla mente le serate spensierate passate in compagnia dei classici RPG come i primi capitoli di Final Fantasy. Nonostante questo, però, quella di Exe-Create e KEMCO resta un'opera mediocre affetta da svariati problemi, prime su tutti la monotonia e la generale mancanza d'ispirazione per un gioco che si trascinerà stancamente fino alle battute finali. Un buon sistema di evoluzione dei personaggi cozza con una curva di difficoltà mal calcolata per un gioco di ruolo trascurabile, visto anche il costo eccessivo.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.