Crimson Spires – Recensione

Sviluppatore: Woodsy Studio Publisher: Eastasiasoft Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Visual Novel Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 19,99 € Italiano:

L’oscuro Crimson Spires protagonista di questa recensione è un’interessante insalata di generi. Lo sviluppatore Woodsy Studio ha dato vita a una visual novel otome horror: vediamo assieme se questo mix è da chef stellato o da bettola di periferia.

Da agente a sceriffo

La storia di Crimson Spires parte, per così dire, in medias res. L’agente dell’FBI Erika è infatti all’inseguimento di un pericoloso criminale chiamato Spaccacuori (Heartbreaker, data l’assenza di localizzazione) ed è sul punto di assicurarlo alla giustizia. Il serial killer si nasconde disperatamente in una grotta nella città di Bataille, in Missouri, tallonato dall’agente: entrambi però ignorano cosa sta per succedere.

Per motivi misteriosi infatti viene attivato un processo chiamato Contingenza, a causa del quale la ridente cittadina viene circondata da una serie di pilastri impenetrabili. Questi, di fatto, bloccano all’interno di Bataille tutte le persone che si trovavano lì al momento dell’evento, compresi appunto Erika e l’Heartbreaker. La parte peggiore di questo drammatico evento è il potere dei pilastri di decapitare chiunque si dia alla fuga o tenti di distruggere le colonne.

Nonostante questo, i coraggiosi agenti di polizia della città tentano un disperato attacco per liberarsi, rimanendo uccisi. Erika diventa così l’unica figura autoritaria presente a Bataille, trasformandosi rapidamente in una sorta di sceriffo costretta a tenere sotto controllo i potenziali criminali. Le avventure di Crimson Spires, però, sono solo all’inizio.

Ci mancavano i morti viventi…

La trama di Crimson Spires è già ricca così: una città di persone senza legge, un serial killer a piede libero e un agente sfortunato che dovrà fare buon viso a cattivo gioco. I ragazzi di Woodsy Studio hanno voluto esagerare (in senso buono) inserendo però anche un’altra variabile: Erika scoprirà infatti che Bataille è nota per una vasta comunità di vampiri che la controllano.

La poliziotta si trova quindi a dover gestire situazioni molto calde, risolvendo una serie di crimini e interagendo con tanti personaggi in pieno stile visual novel. Alcuni degli abitanti permettono poi di approfondire le relazioni a tal punto da diventare intimi con Erika, introducendo così anche l’elemento otome e completando il quadro descritto nella nostra introduzione.

Sorprendentemente, però, fin dalle prime fasi si nota un incredibile equilibrio. Crimson Spires mette la quantità giusta di spezie sulla carne, senza mai strafare e rendere quindi la visual novel difficile da digerire. Nessuna componente, salvo rari sprazzi, prevale sulle altre e si amalgama in maniera egregia, missione tutt’altro che facile da completare.

Leggi e cammina

A livello di gameplay, Crimson Spires non si discosta eccessivamente dalla proposta classica delle visual novel. Una serie di dialoghi a schermo accompagnati dagli sprite dei personaggi sveleranno la trama di gioco. Erika potrà compiere una serie di scelte multiple legate alle indagini oppure alle romance, modificando la trama e i legami che la uniscono ai personaggi.

La scrittura dei dialoghi è ottima, così come il doppiaggio. Alcune voci vi rimarranno letteralmente impresse nella mente, soprattutto quella azzeccatissima dell’Heartbreaker. Sfortunatamente, come già accennato, l’intero gioco è solo in lingua inglese, il che lo rende poco fruibile da chi non conosce la lingua a dovere.

Crimson Spires offre anche un altro elemento tutt’altro che canonico. In certi punti del gioco si ottiene infatti il controllo di Erika, che può esplorare liberamente una serie di aree e raccogliere eventuali indizi. Queste sezioni, simili a quelle viste anche in Danganronpa, sono purtroppo il tallone d’Achille del titolo. I movimenti del personaggio sono legnosi e la grafica in 3D risale a una generazione precedente. Inoltre le ambientazioni, per quanto relativamente vaste, sono quasi sempre prive di interazioni, il che rende l’esplorazione sostanzialmente una perdita di tempo.

Tra religione e filosofia

Uno degli elementi migliori di Crimson Spires è sicuramente la narrazione. Senza svelarvi eccessivi dettagli della trama, elemento portante di ogni visual novel, possiamo dirvi che il gioco di Woodsy Studio riesce a mischiare elementi di tensione con altri più riflessivi.

La città di Bataille viene radicalmente modificata dalla Contingenza, portando ad esempio la chiesa a diventare una sorta di setta che venera Lucius Christ, mentre i vampiri richiamano serie televisive come The Vampire Diaries. Anche la caratterizzazione della maggior parte dei personaggi principali è encomiabile, senza contare che l’elemento horror aggiunge un costante senso di tensione a ogni dialogo.

A fare da contorno alla narrazione troviamo un comparto audio molto valido soprattutto a livello di doppiaggio. Le colonne sonore scelte sono invece di buona qualità, anche se non ci sono tracce per cui si griderà al miracolo. Parzialmente lacunosa la realizzazione tecnica, complici soprattutto le scene di movimento in cui si prenderà il controllo di Erika. Un ultimo, doveroso, accenno va fatto alla longevità: Crimson Spires si differenzia anche qui dalla maggior parte delle storie interattive in commercio. Per arrivare alla conclusione non sarà necessario investire più di una manciata di ore. Peccato solo per la poca influenza che la maggior parte delle scelte hanno sulla narrazione.

Trofeisticamente parlando: ma hai almeno letto?

Un’ulteriore attrattiva in Crimson Spires è rappresentata dalla sua lista trofei. Il gioco vanta infatti solo tredici coppe, di cui un succoso Platino, una sola d’argento e il resto d’oro. Questo scintillante elenco può essere completato giocando normalmente oppure “rushando” senza leggere alcun dialogo in circa mezz’ora. Ovviamente questa seconda possibilità la riserviamo solo ai cacciatori senza cuore. A tutti gli altri suggeriamo di prendersi il loro tempo e godersi il viaggio.

VERDETTO

La descrizione iniziale di Crimson Spires ci ha quasi spaventato. Un ardito mix di generi è solitamente la ricetta per il fallimento. Il team di Woodsy Studio si è invece rivelato abilissimo nel mischiare orrore e amore in una visual novel dai toni forti e con tanti momenti riflessivi. L'avventura di Erika, al netto di sezioni di movimento tutt'altro che perfette, è sicuramente da vivere se amate le visual novel con un pizzico di pepe. Inoltre, se il genere non vi attira, gli elementi horror potrebbero farvi ricredere e portarvi ad apprezzare questa tipologia di titoli. Se siete curiosi, vi suggeriamo di vestire i panni del poliziotto e correre a Bataille, tra vampiri e serial killer.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.