DreamWorks Dragons: Leggende dei Nove Regni – Recensione

Sviluppatore: aheartfulofgames S.L. Publisher: Outright Games Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 39,99 € Italiano:

Ispirato alla serie originale di DreamWorks Animation, denominata DreamWorks Dragons: The Nine Realms, il titolo che andiamo a recensire oggi è sviluppato da aheartfulofgames ed edito da Outright Games. Seguendo le vicende già note nei passati Dragon Trainer, è ambientato in un mondo sotterraneo ben 1300 anni dopo gli eventi del capitolo originale. Per la recensione di DreamWorks Dragons: Leggende dei Nove Regni abbiamo accompagnato Tuono e la sua squadra all’interno degli abissi e ne siamo usciti vittoriosi.

DreamWorks Dragons: Leggende dei Nove Regni - Recensione

C’è una storia sui draghi che nessuno conosce

Con un incipit abbastanza classico, in cui si racconta una storia sconosciuta di un mondo sotterraneo di cui nessuno ha notizie, si viene introdotti alla vicenda narrata. Tuono si è sostanzialmente perso e, a causa di un meteorite che ha colpito la terra, il Regno sotterraneo è in subbuglio. Spetterà a noi ritrovare la strada corretta e riportare la pace, un livello alla volta.

La storia non brilla per originalità o per capacità trascinatoria ma è funzionale a quello che serve. Il gioco è destinato a un pubblico infantile, per questo deve essere costruito con attenzione per non rovinare l’esperienza che un bambino prova. Le meccaniche di gioco sono basilari, i controlli anche, seppure con qualche deviazione un pochino più complessa. Ad esempio, la necessità quasi costante (anche semplicemente per non annoiarsi troppo) di volare per i livelli. Il volo infatti permette di spostarsi in maniera più veloce, per non rallentare troppo il ritmo a piedi.

DreamWorks Dragons: Leggende dei Nove Regni - Recensione

Visto un livello, visti tutti

La cura riposta nello sviluppo del titolo è abbastanza scarsa, purtroppo. Questo è palesemente evidente nel level design, in cui è possibile sperimentare un misto di noia e di frustrazione già dopo i primi livelli. Queste sensazioni sono causate dal fatto che ogni sezione è una variazione sul tema della precedente. Cambiano dei piccoli insignificanti dettagli, ma la sostanza rimane quella. Sono presenti sezioni platform da scalare o percorrere, piccolissimi enigmi ambientali che, il più delle volte, non sono nemmeno degli enigmi e qualche arena con alcune manciate di nemici da abbattere, pardon, far scappare.

Questi ultimi sono di diverso tipo, grandi e piccoli, con abilità peculiari come i nostri eroi. Potremo infatti avere fino a un massimo di quattro draghi sotto il nostro comando, cioè Tuono, Ariete, Wu & Wei e Camaleonte. Ognuno possiede un albero delle abilità, da sbloccare mediante la raccolta di cristalli sparsi nei livelli e sul cammino da seguire. È possibile ottenerli anche dopo la fuga dei nemici e all’interno di rocce da distruggere, ma in quantità marginali.

DreamWorks Dragons: Leggende dei Nove Regni - Recensione

Anche il resto non se la passa meglio

L’aspetto grafico del titolo è abbastanza sconcertante, specie se giocato su PlayStation 5. Quello che si vede è una veste estetica non proprio curatissima, con animazioni dei draghi abbastanza opinabili e una generale qualità delle texture non all’altezza. Si vedevano simili risultati su PlayStation 3, forse erano accettabili su PlayStation 4 a inizio generazione, anche se titoli come inFamous Second Son già facevano, letteralmente, scintille.

In generale comunque non si può essere troppo soddisfatti del lavoro grafico, ma almeno la solidità tecnica è garantita. Sebbene i caricamenti non siano istantanei, come PlayStation 5 permetterebbe, risultano comunque accettabili. Non abbiamo avuto problemi grafici o di stabilità, ma questo è il minimo sindacale. Tenendo comunque a mente che si tratta di un titolo rivolto a un pubblico giovanissimo, si può tranquillamente soprassedere.

Sonoro e doppiaggio

La colonna sonora è scritta e musicata da Chris Whiter, celebre nell’ambiente per lo stile compositivo. Il gioco è doppiato e sottotitolato in lingua italiana, permettendone la fruizione anche ai più piccoli senza fatica. Inoltre, ogni voce del menù di potenziamento è letta ad alta voce, dando modo ai giocatori, soprattutto se di tenera età, di fare pratica con la lingua.

I dialoghi e la narrazione in-game sono ben cadenzati e piacevoli da ascoltare, anche se vanno a cozzare con lo stile del gameplay, il quale purtroppo annebbia un po’ tutto il resto.

Trofeisticamente parlando: finisci il gioco e fai un altro giro

La lista trofei di DreamWorks Dragons: Leggende dei Nove Regni è composta da tredici coppe di bronzo, quattro d’argento, otto d’oro e uno scintillante trofeo di Platino. La conquista di quest’ultimo richiede di completare il gioco una prima volta, collezionare tutti i potenziamenti per i draghi, rigiocare ogni livello in modalità sfida e altre azioni secondarie, come far fuggire ben cinquecento nemici. Il Platino ha una difficoltà bassa e richiederà circa quindici o venti ore per il suo ottenimento.

VERDETTO

Sebbene sia rivolto a un pubblico infantile, DreamWorks Dragons: Leggende dei Nove Regni, come evidenziato nella recensione, è un prodotto senza fantasia e un po' trasandato. I più piccoli potranno senza dubbio trovare grande divertimento in compagnia di Tuono, Ariete e gli altri amici draghi, ma un occhio più oggettivo non può non vederne i difetti intrinseci. In ogni caso si tratta di un prodotto sufficiente, consigliato con uno sconto sul prezzo di listino.

Guida ai Voti

Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.