Heidelberg 1693 – Recensione

Sviluppatore: Red Art Games Publisher: Andrade Games Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Al servizio del re di Francia abbiamo realizzato per voi la recensione di Heidelberg 1693. Il team di Andrade Games, supportato da Red Art Games, ci porta nell’universo di Sturmfront: The Mutant War, proponendo un gioco d’azione bidimensionale con alcuni spunti decisamente interessanti. E, cosa non meno importante, con ondate di zombie da eliminare.

Il Sole e la Luna

Se, leggendo la nostra premessa a questa recensione, vi sono tornati alla mente ricordi di Sturmfront, avete già un’idea base da cui partire per comprendere meglio Heidelberg 1693. Il titolo di Andrade Games infatti riprende lo stile del predecessore spirituale, abbandonando lo stile tridimensionale simile ai primi Grand Theft Auto per concentrarsi sul 2D.

La trama del gioco è tanto semplice quanto interessante. Luigi XIV, da tutti conosciuto come il Re Sole, ha un antagonista che non ha trovato spazio nei libri di storia. Si tratta del Re Luna, l’opposto naturale del reggente, legato a pratiche oscure e al controllo dei morti viventi. Proprio per via della sua natura malvagia, Luigi XIV decide d’incaricare uno dei suoi fedeli e altrettanto celeberrimi moschettieri di sterminare il Re Luna e le sue legioni.

Questo è l’incipit di Heidelberg 1693, ambientato appunto in un 1693 alternativo pieno di mostri e creature ripugnanti. I giocatori si trovano a spostarsi in ambientazioni bidimensionali, in cui sfruttare le abilità da spadaccino e l’arma da fuoco del protagonista per sbarazzarsi di questi esseri. Le meccaniche di gioco sono relativamente semplici da metabolizzare ma, come spesso accade in questo genere di opere, difficili da padroneggiare. Come vederemo, infatti, il titolo di Andrade Games è di quelli che non perdona.

Vive la France!

Le tematiche di Heidelberg 1693 sono decisamente particolari e interessanti, ben supportate da una narrazione che prende ispirazione dai primi film muti. Ogni livello è introdotto da una serie di tavole, accompagnate da testi a schermo. Tramite queste sequenze è possibile scoprire qualcosa di più sui servitori del Re Luna, creature abiette che hanno varie tipologie di perversioni o depravazioni. Lo stile di Heidelberg 1693 si rivela infatti fin da subito estremamente gore, con tonnellate di sangue e un abuso di situazioni splatter.

La scelta stessa di creare un 1693 alternativo, pieno di zombie e di mostri, ha permesso al team di creare un mondo tanto lugubre quanto affascinante. Il senso iniziale di stupore per le ambientazioni in cui si muove dovrà però essere smaltito rapidamente, pena una morte violenta e dolorosa. Heidelberg 1693 è infatti un gioco 2D che si autodefinisce “Contra-like”. Dal mitico classico di Konami, l’opera di Andrade Games prende in prestito alcuni elementi peculiari, pur differenziandosi sotto aspetti meno viscerali.

Il protagonista, come detto, si muove in ambientazioni piatte, da sinistra a destra, abbattendo fiotti di nemici. Il nostro moschettiere è un esperto della lama, che non esita a passare a fil di spada sia umani che mostri. Negli schemi sono infatti presenti varie creature, ma anche altri soldati pronti a spararci addosso non appena ci avvisteranno. Di contro, anche il nostro eroe è dotato di un’arma iconica, il suo moschetto. I colpi saranno incredibilmente potenti, ma il fucile richiederà una ricarica manuale dopo ogni attacco. Questa scelta aggiunge tattica e profondità a un gameplay già comunque molto stratificato. Mischiare al meglio gli attacchi da distanza e ravvicinati sarà infatti la chiave per il successo.

Mettiamoci una croce sopra

Nonostante le abilità del nostro moschettiere, i giocatori dovranno fare estrema attenzione esplorando i vari livelli di Heidelberg 1693. L’eroe è infatti dotato di un numero limitato di cuori, che ci verranno sottratti rapidamente se saremo troppo irruenti. Un’eventuale morte comporta la necessità di ricominciare da zero lo schema o da uno dei rarissimi checkpoint presenti. La scelta è brutale, ma rispecchia in pieno uno stile arcade “vecchia scuola” in cui gli errori si pagano cari.

Man mano che si prosegue, inoltre, l’avventura diventa sempre meno permissiva, mettendo di fronte al giocatore una quantità di nemici ragguardevole. Molti di questi, inoltre, saranno dotati di attacchi letali, abilità speciali e molto altro. A complicare il tutto poi troveremo pressoché onnipresente una testa fluttuate, pronta a evocare legioni aggiuntive e rendere la nostra vita un inferno. Tutto è calibrato per offrire un’esperienza stimolante, anche se a volte la frustrazione prenderà inevitabilmente il sopravvento. Molto interessante e pertinente invece la scelta di far sì che i nemici si attacchino tra loro, eliminandosi e a volte semplificandoci il lavoro.

La tensione, già abbastanza alta, aumenta drasticamente durante le battaglie con i boss. Enormi e potenti, richiederanno un attento studio dei pattern d’attacco per avere la meglio. Se pensate che la situazione poi non possa peggiorare, sappiate che la scorta di munizioni per il moschetto sarà decisamente limitata. Inoltre i tempi di ricarica sono tutt’altro che generosi. Gli elementi da considerare per diventare un moschettiere perfetto quindi sono davvero tanti: solo i giocatori più tenaci ci riusciranno. Unico dato positivo, la scelta di posizionare un checkpoint prima delle battaglie più drammatiche, per andare incontro ai giocatori.

Fiumi di porpora

Uno degli elementi che più ci ha sorpreso di Heidelberg 1693 è la scelta di creare una quantità importante di percorsi alternativi. Arrivare alla fine di uno schema, per quanto si tratti di un gioco in due dimensioni, non comporta semplicemente andare da un lato all’altro della mappa. Determinate aree possono offrire ricompense, armi speciali o salute, in cambio di un maggiore rischio per la propria vita. Scegliere come muoversi e magari quando fuggire dai nemici sarà fondamentale per arrivare fino alla conclusione dell’avventura. Questa, peraltro, non arriverà nemmeno troppo rapidamente, senza contare che ci saranno vari finali ottenibili.

La longevità e la qualità dei percorsi non sono però gli unici elementi positivi di Heidelberg 1693. Lo stile grafico è un altro punto a favore del titolo di Andrade Games, che ha studiato ambientazioni gotiche affascinanti, riempendole poi di sangue e gore. Gli appassionati di splatter si sentiranno decisamente a casa, tra mostri da sventrare, monaci che si staccano le teste per lanciarle e molto altro. Encomiabile anche la scelta di una pixel art semplice ma non troppo obsoleta, che restituisce un discreto fascino al titolo.

Decisamente di qualità anche la colonna sonora, con effetti dei mostri sufficientemente tenebrosi e tracce musicali pertinenti. Ad amplificare il tutto ci pensa una voce cavernosa trasmessa dal microfono del DualSense, che fornisce alcune informazioni e sottolinea morti e momenti clou. L’integrazione delle funzioni del controller di PlayStation è davvero ottima, tanto che Heidelberg 1693 sfrutta anche i trigger adattivi per restituire la sensazione di fuoco del moschetto. Una scelta tutt’altro che scontata e che non può che farci piacere.

Trofeisticamente parlando: un vero moschettiere

Per completare la lista trofei di Heidelberg 1693 sarà necessario dare fondo alle proprie abilità di spadaccino. Le coppe studiate dai ragazzi di Andrade Games nascondono numerose insidie, tra cui quella di arrivare a possedere otto cuori, accumulare 50.000 punti e ottenere 10.000 uccisioni totali. Se non vi bastasse, poi, sappiate che sarà necessario completare il gioco a Difficile in un’unica sessione e scoprire i vari segreti. Una vera impresa, riservata solo ai moschettieri più tenaci (e forse un po’ folli).

VERDETTO

Heidelberg 1693 è stata una piacevole sorpresa: l'opera di Andrade Games trae ispirazione dai classici giochi d'azione bidimensionali del passato, offrendo però tanti elementi unici e particolari ai giocatori. L'ambientazione è davvero affascinante, così come la scelta di un protagonista esperto di spada ma dotato anche di armi a distanza. Proprio le meccaniche legate al moschetto sono forse le più riuscite, integrate al meglio in gameplay che chiede costante attenzione al giocatore. Gli elementi sublimano poi nelle battaglie con i boss, intense e divertenti. Qualcosa in più forse poteva essere fatto per agevolare i giocatori meno abili, ma anche così Heidelberg 1693 è un titolo che ci sentiamo di consigliare senza remore. Se poi siete degli amanti del gore, allora vi troverete in un piccolo paradiso digitale.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.