Inkulinati – Recensione

Sviluppatore: Yaza Games Publisher: Daedalic Entertainment Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano: Sottotitoli

Dopo un anno di rodaggio, Inkulinati sbarca anche su PlayStation e diventa protagonista della nostra recensione. Il titolo di Yaza Games, pubblicato da Daedalic Entertainment, noto ai più per il nome decisamente particolare, punta a proporre un’esperienza tattica senza compromessi.

Lo stato dell’arte

Fin dal suo annuncio, Inkulinati suscitò l’interesse dei giocatori. All’estero, il titolo di Yaza Games stuzzicava la fantasia degli appassionati di tattica, attirati da un gioco basato su disegni medioevali. In Italia invece la curiosità era legato al nome scelto, da molti reputato ambiguo. Facciamo quindi chiarezza, spiegando che la scelta del team è data dalla fusione del termine “inchiostro” (ink in inglese) con il termine “Illuminati”, che rappresentano i nemici da sconfiggere nei vari livelli. Nessun rischio di incidenti diplomatici quindi, per un gioco che oltre che per il suo nome vuole stupire i fan anche con il gameplay.

Inkulinati non presenta una particolare trama: la campagna, chiamata “Il Viaggio”, è sì divisa in sezioni, ma queste sono accompagnate solo da piccoli espedienti narrativi. Siamo quindi di fronte a un gioco che bada al sodo e che, come anticipato, fa della tattica la sua arma vincente. Una volta creato il nostro personaggio, potremo sfidare varie figure, da Dante alla Morte, in battaglie a colpi di creature nate dalla nostra mano.

L’obiettivo, tra uno scontro con un gruppo di soldati e una serie di terribili battaglie contro strani boss, è quello di accumulare fama e denaro, che nel Medioevo erano senza troppi giri di parole la ricetta per il successo. Il tutto rispettando in pieno l’antico adagio “ne uccide più la penna che la spada”.

Il gameplay di Inkulinati

Ma qual è quindi la richiesta del titolo di Yaza Games? L’intera campagna è divisa in una serie di livelli ambientati su una pergamena, in cui i combattenti che andremo a schierare verranno letteralmente disegnati. L’inchiostro diventa quindi, oltre che parte del titolo, componente fondamentale per dispiegare le nostre truppe.

Ogni soldato avrà delle specifiche abilità, un raggio d’azione e a volte dei poteri speciali da attivare. Tutto questo si rivela fondamentale per riuscire a calarsi appieno nel mondo di Inkulinati. Un ricco e articolato tutorial (chiamato Accademia) cerca di spiegare le basi del gioco, dimostrando però subito che non si tratta di un titolo adatto a tutti. Tra movimenti tattici da effettuare e funzioni da metabolizzare, ci si sentirà rapidamente sopraffatti dalle cose da imparare. Non ripetere le miniature per evitare la Noia, raccogliere l’inchiostro per averne da usare nei turni avanzati: sono tutte finezze che andranno apprese giocando (e soprattutto perdendo) i vari combattimenti.

La curva di difficoltà, nonostante i quattro livelli di sfida selezionabili, è brutale, tanto che molti giocatori potrebbero incappare in sonore sconfitte già nei primissimi livelli. Questo porterà anche molti ad abbandonare rapidamente la sfida, per dedicarsi a giochi più rilassati. A dispetto dello stile scanzonato, infatti, Inkulinati è un gioco che non perdona e che non ha alcuna intenzione di essere troppo user friendly. La localizzazione in italiano aiuta quanto meno a digerire il corposo tutorial, che sarà guida fondamentale sia per i neofiti che per i giocatori esperti.

Risse d’inchiostro

Gli amanti della tattica e, più in generale, chi avrà la forza e l’abilità di superare le prime fasi di gioco si troverà di fronte un tattico completo, pieno di elementi e in cui sarà davvero necessario studiare ogni mossa. Come in una partita a scacchi bidimensionale, ad ogni azione corrisponderà una reazione. Sbagliate una scelta e potreste cavarvela, ma con due errori sarete fuori dai giochi. I turni, qui chiamati Capitoli, prevedono l’alternarsi delle mosse dei personaggi schierati, che cercheranno di azzerarsi a vicenda la salute. La potenza degli attacchi verrà decisa fermando una barra in movimento, che garantisce ulteriore interazione.

Ogni livello di Inkulinati può essere completato affidandosi a varie soluzioni, con una o due che saranno tendenzialmente più efficaci delle altre. Lanciare a testa bassa il proprio esercito in battaglia potrebbe essere deleterio: meglio magari puntare a spingere gli avversari giù da un dirupo o attirarli in “trappola”. Questi sono solo alcuni esempi delle tattiche di Inkulinati. Gestire al meglio le proprie truppe diventerà fondamentale per superare tutte le pergamene e arrivare in fondo alla longeva campagna. Per terminare il titolo, dovrete infatti mettere in conto almeno una decina di ore, ammesso di non dover ripetere più e più volte alcuni dei livelli avanzati.

La generazione procedurale di alcuni elementi e la presenza dunque di elementi roguelike rendono il tutto estremamente rigiocabile, soprattutto per i giocatori di mettersi alla prova con i livelli di difficoltà più elevati. Le truppe sbloccate inoltre poteranno a scegliere approcci e strade diverse, modificando in maniera importante l’esperienza globale offerta da Inkulinati.

Il comparto tecnico di Inkulinati

L’elemento più affascinate e distintivo di Inkulinati è sicuramente la sua grafica. L’ambientazione è quella delle opere medioevali, con guerrieri realizzati come animali antropomorfi, ognuno con un suo stile e tanti dettagli. La mano che si appoggia sulla pergamena e disegna in tempo reale aiuta a immergere nell’atmosfera, dimostrando che sotto questo aspetto i ragazzi di Yaza Games hanno davvero colpito nel segno. Il tutto è fatto nel segno dell’ilarità e della simpatia, con animali con poteri legati alle loro flatulenze, personaggi scanzonati e uno stile che in generale non si prende mai sul serio.

Altrettanto apprezzabile la colonna sonora, che vanta tracce direttamente collegate al periodo storico ma che riescono ad accompagnare l’azione senza distrarre il giocatore dai suoi ragionamenti. Cornamuse e simili saranno accompagnati dai versi e dagli effetti sonori dei nostri animali. Un ottimo mix, perfettamente calzante all’atmosfera. Ottima anche la localizzazione in italiano, che aiuta a metabolizzare le tantissime nozioni di gioco e rende più semplice applicare le proprie tattiche. Preparatevi a leggere grandi “mappazzoni” contenenti la spiegazione delle abilità delle truppe, spesso però troppo piccoli sugli schermi dei televisori.

Ottima anche la fluidità generale del gioco: anche con tante truppe a schermo, Inkulinati non mostrerà il fianco a critiche, segno che l’esperienza maturata su altre piattaforme è stata utile anche per il porting su PlayStation. Pressoché nullo invece, sotto questo aspetto, l’utilizzo delle funzioni peculiari del DualSense. Sotto questo aspetto, si sarebbe potuto fare qualcosa di più per rendere Inkulinati davvero memorabile.

Il Platino di Inkulinati

Da un gioco tutt’altro che amichevole come Inkulinati ci aspettavamo una lista trofei tutt’altro che facile da completare. E questo è esattamente ciò che gli sviluppatori hanno imbastito per i cacciatori: oltre a dover terminare la storia, sarà necessario completare una serie di azioni di miscellanea, alcune non esattamente immediate. Come se non bastasse, per ottenere il Platino bisognerà anche sconfiggere il boss finale alla difficoltà massima (Maestro), impresa per pochi eletti. Sarete all’altezza di questa sfida?

VERDETTO

Per gli appassionati di videogiochi tattici, Inkulinati sarà un vero e proprio paradiso. Risolti eventuali battibecchi legati al nome scelto, l'opera di Yaza Games si è rivelata infatti incredibilmente piacevole da giocare. Questo al netto di una curva di difficoltà tutt'altro che lieve, in grado di mettere sotto pressione i meno preparati già dalle prime fasi di gioco. Chi riuscirà a calarsi anima e corpo in questo mondo pieno di guerrieri e di disegni scoprirà però un'opera curata e avvincente, in grado d'intrattenere per parecchie ore. L'ambientazione medioevale e la generale simpatia di Inkulinati fanno il resto, per un titolo che saprà regalarvi incredibili soddisfazioni e cocenti delusioni in egual misura.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.