Aztech: Forgotten Gods – Recensione

Sviluppatore: Lienzo Publisher: Lienzo Piattaforma: PS5/PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 29,99€ Italiano:

Aztech: Forgotten Gods è l’ultimo lavoro realizzato da Lienzo, uno sviluppatore indipendente messicano che abbiamo già incontrato sulle nostre pagine in occasione della recensione di Mulaka. In quell’occasione il gioco ci era piaciuto abbastanza da raggiungere una piena sufficienza e, a qualche anno di distanza, siamo curiosi di sapere se c’è stata una crescita tale da migliorare sotto ogni aspetto quel prodotto. A questo giro Aztech: Forgotten Gods si presenta come una rivisitazione futuristica della mitologia azteca che a primo acchito risulta essere sempre affascinante anche se…

Narrativamente è mediocre

I presupposti narrativi secondo una prima impressione potrebbero essere davvero interessanti. L’ambientazione è davvero molto affascinante con una civiltà azteca rivista in salsa cyberpunk e al suo massimo splendore tecnologico, dove la nostra protagonista Achtli si impossessa di un braccio meccanico risalente a civiltà antiche e che, una volta indossato, scatena in lei un grande potere. Subito dopo però Achtli viene presa da strane visioni e sogni da cui verremo a sapere che alcuni pericolosi colossi sono stati liberati, rappresentando una minaccia per la civiltà. A questo punto la nostra protagonista armata di braccio meccanico partirà per contrastare questa minaccia nel tentativo di scongiurare il peggio.

Come detto in precedenza quindi, la trama potrebbe essere davvero molto interessante, ma purtroppo non è così. Il racconto viene narrato in modo troppo frettoloso, danneggiando quanto di buono è stato fatto nel preludio. Dettagli, caratterizzazione dei personaggi e dialoghi non riescono nell’intento di portare a qualcosa di buono. Un vero peccato.

Quindici anni fa forse poteva starci 

Parlando del giocato Aztech: Forgotten Gods poteva essere interessante forse due generazioni fa. Nei primi minuti di gameplay il videogiocatore viene preso un po’ in giro, si tratta di una sorta di Prince of Persia? Ebbene no. Nonostante i salti, combattimenti al gusto di quick time event e camminate sulle pareti il titolo in realtà gira attorno a una componente “free roaming” (le virgolette sono volute) dove grazie al potere del braccio meccanico ci troveremo a gironzolare costantemente quà e là per la città alla ricerca di progressione. 

Le sequenze action e platform non brillano per originalità e le boss fight che rasentano il punto cruciale dell’esperienza ludica sono spesso poco ispirate e ripetitive. C’è la possibilità di espandere i poteri del braccio è vero, ma i potenziamenti non restituiscono quella sensazione di “novità” tale da far sembrare le battaglie diverse e stratificate. 

Un low budget fin troppo low

Lato grafico ci troviamo davanti a un prodotto davvero low budget. I modelli poligonali dei protagonisti e della città sono davvero poveri, non ci sono dettagli, tutto è troppo “grezzo” e la sensazione del “troppo grande e troppo vuoto” si riesce a percepire fin dai primi istanti di gioco, per poi trovare conferma durante le traversateper la città. La telecamera sopratutto durante le boss fight impazzisce restituendo una sensazione di confusione nel giocatore. Eppure se diamo un’ occhiata abbastanza approfondita, il prodotto realizzato da Lienzio idealmente non è proprio male. Probabilmente con un po’ più d’impegno sopratutto nel lato artistico, avremo avuto un gioco totalmente diverso e decisamente più apprezzabile.

La Colonna sonora che se per quanto fuori contesto è discreta e salva in parte l’opera, con delle belle musiche metal, specialmente il tema principale. Il doppiaggio è assente per qualsiasi lingua e i dialoghi vengono presentati con urla e gemiti dei protagonisti davvero fastidiosi.

Trofeisticamente parlando: fatevi avanti, ci vogliono sei ore!

In Aztech non abbiamo trofei di bronzo ma soltanto cinque argento, nove oro e il Platino. Tutto sommato sono molto semplici da ottenere, non richiedono particolare abilità e potranno essere raccolti nel giro di sei ore, quattro per la main quest e due per una speedrun. Il resto dei trofei si sbloccheranno con il completamento della campagna principale, alcune azioni in-game e il potenziamento al massimo del nostro braccio meccanico.

VERDETTO

Aztech: Forgotten Gods è un passo indietro da parte dello sviluppatore Lienzo dopo il buon lavoro svolto con Mulaka. I presupposti per un altro gioco di buon livello c’erano tutti, a partire dalla trama che purtroppo è stata raccontata in modo marginale e fin troppo sbrigativo. I trenta euro richiesti per l’acquisto del titolo sono decisamente troppi, oggettivamente non diverte, non innova e non rinnova. E semplicemente un action che ricicla meccaniche in uso una quindicina di anni fa e che adesso risultano essere fin troppo stantie.

Guida ai Voti

Gianfrancesco Maturo
Fin da piccolo ho sempre avuto una curiosità immane per i videogiochi. Nel 1999 ho ricevuto come regalo di compleanno (dopo vari capricci) la mia prima PlayStation. Sono passati gli anni, sono passate le generazioni, ma la passione è sempre qui, e probabilmente mi accompagnerà ancora a lungo.