Elden Ring: tutto quello che sappiamo sulla lore – Speciale

L’ambizioso progetto di Hidetaka Miyazaki targato FromSoftware, con la partecipazione di George R.R. Martin si è mostrato durante la nottata dedicata ai The Game Awards 2021, rivelando uno story trailer davvero interessante. Prima di analizzarlo, concentriamoci su quello che già sappiamo sulla lore.

Le informazioni che abbiamo su Elden Ring, le troviamo principalmente sul sito ufficiale di Bandai Namco, che fungono da infarinatura generale su quello che è il mondo pronto ad accoglierci il 25 febbraio 2022. Tutte le altre informazioni le troviamo all’interno del closed network test conclusosi il 15 novembre scorso. Partendo dalle informazioni di base che gli sviluppatori ci hanno concesso, che cosa sappiamo? Siamo dei Senzaluce, una stirpe di reietti che molto tempo prima dell’inizio della narrazione di Elden Ring, si è vista spogliata della Grazia e quindi condannata all’esilio, lontano dalle terre sovrastate dall’Albero Madre. Secondo una leggenda (che molto probabilmente scopriremo pad alla mano) i Senzaluce potranno fare ritorno nell’Interregno, per reclamare la Sovranità Ancestrale promessa.

Un Interregno tutto da esplorare

Parlando del mondo di gioco, che il nostro alter-ego dovrà esplorare in lungo ed in largo, ma soprattutto in alto (data la spiccata verticalità che Miyazaki e Martin hanno voluto attribuire al titolo). Sappiamo che l’Interregno è dominato dalla regina Marika l’Eterna e che la rottura dell’Anello Ancestrale (l’Elden Ring) in “rune maggiori” ha portato a una guerra definita Disgregazione. Questo conflitto, di fatto ha condotto il mondo alla rovina (le stesse rovine che potremo esplorare sono i resti della civiltà antecedente al fattaccio). Oltre a Marika, anche la sua stirpe, i cosiddetti Semidei, rivendicano questi frammenti dell’anello in grado di donare loro potere. Un potere che li ha portati alla follia, dirigendo l’Interregno verso la Disgregazione.

I Semidei, componenti di quello che viene definito: “Ordine Aureo” che possiedono i frammenti dell’anello andato in pezzi, dominano ciò che resta di un mondo oramai privo della: “guida aurea della Volontà superiore”. Il primo e unico Semidio che si incontra nel network test, lo si potrà trovare nella prima porzione dell’Interregno, ossia Sepolcride, che sarà anche la prima macroarea in cui ci fionderemo tra esplorazione, combattimenti e tante morti (le nostre). Parliamo infatti di Margit il Presagio Implacabile, un boss particolarmente ostico, in grado di alternare colpi fisici a miracoli letali.

Gente del confine

Il giocatore, dopo aver scelto una tra le classi disponibili nel test, si ritrova in una grotta chiamata: Tomba eroica di gente di confine. Prima di procedere oltre è bene definire quelle che sono le statistiche che regoleranno, in pieno stile Dark Souls, il nostro avanzamento di livello all’interno dell’opera:

  • Vitalità: attributo relativo ai PV. Influisce anche su resistenza al fuoco e immunità al veleno;
  • Mente: attributo relativo ai PA. Influisce anche sulla resistenza legata alla concentrazione (che sia legata al danno da follia di alcuni nemici?);
  • Tempra: attributo relativo alla resistenza. Influisce su potenza difesa fisica e robustezza;
  • Forza: attributo richiesto per usare armamenti pesanti. Incrementa la potenza d’attacco degli armamenti dipendenti dalla forza e il carico massimo;
  • Destrezza: attributo richiesto per usare armamenti avanzati. Incrementa la potenza d’attacco degli armamenti dipendenti dalla destrezza, riduce il tempo di lancio degli incantesimi, riduce i danni da caduta e protegge dal disarcionamento;
  • Conoscenza: attributo richiesto per la stregoneria scintipietra. Incrementa la potenza magica delle stregonerie dipendenti dall’intelligenza e la resistenza alla magia (Intelligenza classica dei Souls);
  • Fede: attributo richiesto per eseguire incantesimi sacri. Potenzia gli incantesimi dipendenti dalla fede;
  • Arcano: attributo relativo alla scoperta. Influisce sulla resistenza alla morte e su alcuni incantesimi e stregonerie (Fortuna, sei tu?).

L’anima di FromSoftware, il cuore di Miyazaki

Il viaggio del nostro Senzaluce partirà all’interno di questa tomba sotterranea che ha lo scopo di far apprendere le prime tecniche di gameplay che non si discostano in alcun modo, se non per rare eccezioni da quello di Dark Souls, e in particolare del terzo capitolo. Una volta fuori ci si rende conto delle infinite potenzialità date dalla componente open world. Questa componente, nuova peraltro nel genere a cui siamo da sempre abituati, non si dimostra essere un allungamento di brodo o semplice esplorazione fine a se stessa, bensì ci si accorge che ogni cosa è stata scelta in un determinato luogo, con un particolare scopo e tutto quello che vediamo è storia.

Storia che come da tradizione per i titoli FromSoftware viene raccontata attraverso il mondo che ci circonda e dalla descrizione di oggetti, armi e magie che si collezionano nel proprio inventario. Si possono trovare avamposti o accampamenti presidiati da nemici umanoidi, creature aberranti e pericolose, fauna più o meno ostile, draghi e molto altro. Si possono ammirare antiche rovine che celano dentro di esse dei dungeon (che ricordano molto i calici in Bloodborne), miniere disposte su più piani collegati tra di essi con ascensori rudimentali che danno l’impressione di essere più labirintiche rispetto ai classici dungeon di cui sopra (vaghi ricordi dello Stonefang Tunnel di Demon’s Souls). In questi tipi di dungeon è possibile inoltre, una volta esplorati, concluderli sfidando una sorta di mini-boss, che sbloccherà, una volta sconfitto, un luogo di Grazia (ex Falò) per poterci far ricongiungere con l’esterno. Ma la vera anima del titolo, ossia l’encomiabile level design che contraddistingue da sempre i titoli di Miyazaki, lo possiamo assaggiare per la prima volta al castello di Grantempesta (la location che ci ospiterà subito dopo aver tolto di mezzo Margit).

Analisi dello story trailer

Passando ora all’analisi del video rilasciato l’altro giorno e improntato sulla storia del mondo di gioco, possiamo notare fin da subito la figura di una donna (che sia una Vergine delle Leggidita?), non del tutto umana data la dotazione di due paia di braccia in più, che con voce narrante introduce al giocatore quello che sembra essere un possibile incipit. Veniamo a conoscenza, tramite il suo racconto, del furto della runa della morte, causa diretta della caduta dei Semidei a partire da Godwyn l’aureo. Nella scena successiva, possiamo vedere Margit posare una corona su una sorta di altare, circondato da troni (i posti a sedere destinati all’Ordine Aureo?).

In questo video la narratrice riprende un concetto già visto nel trailer di annuncio pubblicato da PlayStation durante l’E3 2019, chiedendosi chi fosse il colpevole della rottura dell’anello e quale fosse il motivo. Se andiamo a sentire le parole pronunciate da quello che sembra essere un fabbro intento a forgiare qualcosa di magico, la domanda diventa un’affermazione: “The Elden Ring was shattered by someone or something“. Possiamo notare, proseguendo nella visione, come l’Albero Madre, sia protetto da un imponente castello che sembra circondarlo.

Protetto dal caos e dal tentativo di assedio che sta avvenendo all’esterno di quelle mura, da parte di quello che ha l’aspetto di un esercito. La scena successiva vede alle prese due Semidei in uno scontro, su di un campo di battaglia ormai consumato dal sacrificio di molteplici vite. I duellanti in questione vengono presentati come: il conquistatore delle stelle, generale Radahn e la sua avversaria, la spada di Miquella, Malenia la recisa. Un dettaglio da non sottovalutare risiede nello sguardo della narratrice se messo a confronto con quello di Melina (figura chiave che permetterà al giocatore di livellare). Melina, infatti vede dal solo occhio destro, mentre invece è esattamente il contrario per la misteriosa donna.

Il mondo di Elden Ring ci viene presentato come un mondo diviso, in attesa dell’avvento di un Lord Ancestrale. Saremo noi? Avremo il coraggio di affrontare le creature dell’Interregno e superare il mare nebbioso per compiere il nostro destino?

Alessandro Romanato
24 anni. Videogiocatore e collezionista di retrogames. C’è chi videogioca per vivere e chi vive per videogiocare, io vivo direttamente nei videogiochi e faccio prima.