Abbiamo fatto una valutazione psicologica con Finis, titolo di k148 Game Studio protagonista della nostra recensione Speedrun. Il gioco, pubblicato su PlayStation da JanduSoft, punta tantissimo sull’atmosfera e su un gameplay inedito. Questi elementi saranno sufficienti a regalarci un capolavoro? Continuate a leggere per scoprirlo.
Cosa vedi in questa macchina?
Il test psicologico più famoso è forse quello di Rorschach, grazie al quale è possibile ricavare dati tramite l’osservazione di una serie di macchie simmetriche. Esistono però anche altri modi di studiare la personalità, come il test di Lüscher: questo consente di scoprire lo stato d’animo di una persona basandosi sui colori scelti. Partiamo proprio da qui per analizzare Finis, titolo che promette di fare una valutazione psicologica del giocatore.
Il primo test a cui si viene sottoposti è proprio quello dei colori: si inizierà in una misteriosa casa e si verrà chiamati da una voce robotica a scegliere, da un pannello, uno tra otto colori. Da qui partirà un’avventura interattiva decisamente particolare, in grado di mettere alla prova la mente e studiare la psiche dei giocatori. Questo ingegnoso stratagemma promette, almeno sulla carta, di portare i viaggiatori in 21 diversi universi, con richieste specifiche in ognuno di essi.
Quello che però sembra emergere fin da subito è un certo senso di isolamento: non ci sono tutorial a spiegare come agire e non ci sono indicazioni, se non incredibilmente generiche, a dirci come agire nei vari scenari. Le zone inoltre sembrano totalmente disconnesse tra loro, mentre la narrazione è inesistente e rende quindi fin troppo evanescente l’esplorazione.
Il gameplay di Finis
Ma come fa Finis a valutare lo stato psicologico dei giocatori? Come detto, il titolo di k148 Game Studio si affida efficacemente a test noti nel settore, mettendo gli utenti di fronte a scelte che ne svelano man mano le inclinazioni mentali. L’idea di fondo è come detto davvero interessante, ma le meccaniche di gioco, più ancora che la narrazione, non riescono a coinvolgere il giocatore. Nei vari universi, tutto si limita a semplici interazioni con l’ambiente, senza proporre particolari sfide per il cervello dei giocatori.
Terminare l’avventura regala comunque una sensazione piacevole, complice la presenza di una vera e propria valutazione psicologica che restituisce al giocatore l’idea che quello che ha fatto nella comunque breve campagna non sia del tutto invano, ma sia servito per un preciso scopo. Qualche spiegazione in più e una maggior coesione generale avrebbero sicuramente giovato all’esperienza, che è in grado d’intrigare chi è appassionati di psicologia e psichiatria.
Discreto il comparto tecnico: le 21 ambientazioni sono affascinanti anche se realizzati forse con poligoni un po’ troppo grezzi, mentre la colonna sonora risulta più che adatta allo stile del gioco. A dispetto delle aspettative, inoltre Finis vanta una discreta rigiocabilità: la scelta dei percorsi porta a vedere solo una parte di quello che il titolo ha da offrire, dunque i più curiosi ripeteranno la campagna (relativamente breve da completare) più e più volte. Il team ha infatti dichiarato che sono presenti centinaia di finali diversi: li vedrete tutti?
Il Platino di Finis
Se siete dei cacciatori, il vostro colore preferito sarà sicuramente il blu di Platino. Per sbloccare tutti i trofei della lista di Finis sarà necessario affrontare i vari percorsi presenti e risolvere qualche enigma. Non sarà richiesta alcuna particolare abilità: basterà seguire tutti i percorsi per ottenere in men che non si dica tutte le coppe e ovviamente un nuovo, scintillante Platino.