Herodes – Recensione Speedrun

Sviluppatore: Tecnologils Publisher: QUByte Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Bullet Hell Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 4,99 € Italiano: No

Ci siamo messi a combattere contro strane creature per realizzare la recensione Speedrun di Herodes. Il titolo di Tecnologils e QUByte Interactive sfrutta meccaniche ben note agli appassionati di sparatutto per offrire un titolo in grado di prendere il meglio del passato e proporlo su PlayStation 4. Sarà riuscito a conquistarci? Scopritelo continuando a leggere.

Un salto nel futuro

La trama di Herodes è semplice tanto quanto le sue meccaniche. L’anno è il 2197, dunque ben più avanti di quanto chiunque di noi riuscirà a vivere. Un team medico chiamato semplicemente AS, è stato informato di una malattia in grado di resistere a ogni cura. Quello che si presentava come una semplice influenza si è rivelato un pericoloso male, che gli scienziati decidono di provare a fermare utilizzando la futuristica riduzione nanotecnologica.

Noi, come volontari, decidiamo d’imbarcarci in questo fantascientifico viaggio. Veniamo piazzati all’interno di una nave spaziale che viene rimpicciolita a livello quasi molecolare e iniettata nel corpo di un infetto. Da qui riceveremo indicazioni dai dottori all’esterno, con l’obiettivo di studiare le malattie ed eliminare i batteri, chiaramente di dimensioni paragonabili alle nostre, senza rimanerne vittima.

La missione ha quindi delle premesse molto interessanti, che si concretizzano però in un gameplay che si discosta ben poco da quello classico dei bullet hell (come ad esempio Feeble Light, da noi recentemente analizzato). Il giocatore si trova a pilotare la propria navetta, inizialmente dotata solo di un’arma base e alcune semplici abilità. Lo scopo è quello di schivare tonnellate di proiettili e restituire il colpo. Lungo il percorso sarà possibile raccogliere potenziamenti in grado di diversificare il tipo di fuoco del nostro veicolo, ma tutto si mantiene su binari ben delineati.

Il vero twist, in questo senso, è rappresentato dalle ambientazioni decisamente particolare. Ogni organo del corpo umano rappresenta un livello a sé stante, con precisi ostacoli e diverse tipologie d’infezioni (e quindi di nemici) da controllare. Come da tradizione, il tutto si conclude con la battaglia contro un potente boss, al quale andrà azzerata la salute per avere successo.

Una missione (quasi) kamikaze

Quello che risulta subito evidente dopo qualche minuto nel corpo di Herodes è che non si tratta di un bullet hell all’acqua di rose. Le morti saranno incredibilmente frequenti, complice una curva di difficoltà che non fa nulla per venire incontro al giocatore. Sono presenti anche vari potenziamenti permanenti, ma sbloccarli richiederà grandi sforzi e parecchio backtracking in livelli già affrontati.

Si tratta, per certi versi, di un allungamento artificiale della longevità altrimenti relativamente risicata, al netto di un prezzo contenuto. Nonostante questo, Herodes è il classico gioco in grado di creare dipendenza negli appassionati, desiderosi di dimostrare la propria abilità di volo tra pareti intestinali e vasi sanguigni. Quella dell’ambientazione è la vera forza del gioco, che in maniera simile a Carrion (per citarne uno) prende un elemento non comune e lo mette al centro della trama.

La scelta grafica contribuisce a creare la giusta atmosfera, tra masse di adipe semoventi e fondali che offrono un finto effetto tridimensionale in grado di dare al giocatore un bel colpo d’occhio. Una maggior cura nei dettagli dei nemici avrebbe sicuramente aumentato la varietà, ma è anche comprensibile la scelta di non creare virus e batteri troppo fuori dai canoni classici.

Più sotto tono la colonna sonora, che propone qualche traccia interessante ma che non riesce a stare al passo con il comparto grafico. Anche qui, come per il design degli avversari, un pizzico di coraggio avrebbe sicuramente giovato a Herodes. Totalmente assenti infine modalità secondarie: oltre alla campagna, non sarà possibile cimentarsi in altre tipologie di sfide.

Il Platino di Herodes

La lista trofei di Herodes include una serie di coppe con obiettivi opposti. Per sbloccarle tutte sarà necessario completare il gioco sconfiggendo il virus Herodes e affrontare almeno due volte ogni altro livello, per soddisfare le richieste di cui sopra. Una volta acquisita la sufficiente pratica, si tratta comunque di un Platino relativamente abbordabile, complicato solo dalla complessità alla base di questo bullet hell.

VERDETTO

Nonostante qualche problema tecnico e una curva di difficoltà non certo accomodante, Herodes si è rivelato un bullet hell decisamente valido. Le meccaniche tipiche del genere sono ben supportate da un'ambientazione che è il vero punto di forza dell'opera di Tecnologils: bella l'idea in stile Esplorando il Corpo Umano guerrigliero, così come la scelta di creare livelli basati sugli organi selezionabili liberamente. Chi ama il genere si divertirà sicuramente per tante ore, mentre i meno abili potrebbero trovare troppo frustranti le continue morti.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.