Alwa’s Awakening – Recensione

Sviluppatore: Elden Pixels Publisher: Elden Pixels Piattaforma: PS4 Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 9,99€ Italiano:

La ricetta ideale per incontrare il favore del pubblico e addentrarsi nell’intricato mondo dello sviluppo di videogiochi si tramanda proprio attraverso l’osservazione di un’opera che sappia scatenare un turbine di emozioni e la voglia di rimaneggiare quelle idee per farle proprie. Prendete quindi 400 g di grafica a 8 bit, 300 g di racconti fantastici, un cucchiaio di ricordi e tanto amore quanto basta. Gli ingredienti sono offerti dalla casa di Elden Pixels e amalgamati con la tenerezza di un vero appassionato. Il piatto che ci offrono è un succulento racconto d’avventura permeato dalle quelle storie virtuali che più hanno segnato il passato.

Alwa’s Awakening è la realizzazione in pixel delle fanciullesche fantasie di molti, la ciliegina sulla torta prelibata. Un dessert ricco di platform, enigmi, azioni ad arma bianca e un pizzico di magia, perché senza incantesimi suggestivi sarebbe tutto più monotono. Un gioco che cambierà le fattezze della vostra PlayStation 4 e del vostro DualShock 4 in una piattaforma e un pad che pensavamo di aver riposto in un angolo della soffitta insieme ad altri cimeli. Un titolo che cerca di rielaborare in chiave personale quanto appreso in tanti anni di passione videoludica, forse senza la voglia di lanciarsi come nuovo modello, tuttavia lasciando un morbido sapore già al primo morso. Chiudete gli occhi per un momento e assaporate le piccole prodezze e le magie di questo menù speciale.

Alwa’s Awakening recensione

C’era una volta ad Alwa…

C’era una volta la terra di Alwa, un luogo pacifico che preservava il suo candore grazie all’aiuto di alcune reliquie custodite in vari villaggi. Le tenebre giunsero però sulla prospera regione attraverso la figura del Vicario e dei suoi quattro complici, i quali rubarono i preziosi cimeli lasciando dietro di sé distruzione e macerie. Tutto sembrava perduto per gli indifesi cittadini, quando una flebile speranza si palesò in una minuta ragazza dormiente, la sola capace di affrontare mostri e temibili nemici per ristabilire la tranquillità.

“Ciao Zoe, ti ho condotta qui per avere il tuo aiuto” sussurra un’indifesa messaggera per risvegliare la protagonista dal suo sonno. Zoe, questo il suo nome, è l’incarnazione del fanciullo appassionato di videogiochi che si abbandona alle sue fantasie e, tra la lotta con un drago e la caccia al mostro nell’armadio, precipita in un mondo parallelo. L’archetipo dell’eroe e del viaggio da compiere per forgiare le sue abilità è un impasto narrativo che si perde nei secoli e che, dalle pergamene ai codici scritti, ha raggiunto anche il medium dei videogiochi. Una premessa che non brilla tanto per originalità né sviluppi, ma che rappresenta spesso una solida base per lanciarsi nella stratificazione di una trama distintiva.

Alwa’s Awakening recensione

Salta, attacca… magia!

Legate da un filo stellato tessuto con la nostra bacchetta, la storia e il gameplay di Alwa’s Awakening sono allacciati dalla stessa semplicità di fondo. Per i più esperti sarà infatti basilare prendere confidenza con un sistema di comandi che richiede appena un tasto adibito all’attacco con la spada e uno al salto, oltre alle frecce direzionali, indispensabili anche per i poteri speciali e lo “start” per visualizzare la mappa.

Quest’ultima si presenta come una pergamena apparentemente vuota che si riempirà lungo il percorso, mostrando possibili vicoli cechi o la presenza di nemici particolari. L’aspetto action risiede nella spada, fedele compagna, con la quale sferrare semplici fendenti per eliminare gli avversari. L’anima del gioco non sembra risiedere tanto in questa componente, quanto nell’insieme di immaginario fantastico e atmosfera avventurosa. Lo dimostrano tutte le sezioni a piattaforme intrise di piccoli enigmi e ostacoli da interpretare e superare, spesso passando attraverso strade secondarie.

Questa struttura quasi labirintica nasce dai modelli metroidvania a cui hanno attinto i ragazzi di Elden Pixels, che costringe a passare per le stesse vie, a costo di tornare sui propri passi fin troppe volte. A questo proposito, trattandosi di un titolo in due dimensioni a scorrimento, abbiamo trovato la transizione tra una schermata di gioco e la successiva a tratti lenta e legnosa, cosa che rischia di rompere quella sospensione dell’incredulità tanto cara a qualunque storia.

Inciampi di un metroidvania che fu

Abbiamo annoverato non a caso la croce direzionale fra i pochi comandi, in quanto consente di impugnare il bastone magico di Zoe e lanciare piccoli incantesimi. Questi ultimi sono indispensabili per superare parecchie distanze altrimenti improponibili, oltre che per aiutarci nella lotta contro nemici più pericolosi. Nel corso del nostro viaggio, prima della battaglia finale, ci imbatteremo in quelli che potremmo definire dungeon: grotte oscure gremite di mostri che nascondono però anche un piccolo tesoro, cioè la conoscenza di una magia che porta la nostra eroina a potenziare le sue capacità. Il level design di questi impervi luoghi e in generale di tutto il gioco ricalca i più rappresentativi titoli a 8 bit, senza aggiungere nulla di particolarmente originale, pur mostrando una buona cura nella realizzazione.

Alwa’s Awakening recensione

Dal passato Alwa’s Awakening coglie altri elementi dei metroidvania classici. La barra della vita permette di essere colpiti tre sole volte prima di assistere alla schermata del game over, inoltre i nemici eliminati appariranno nuovamente tornando su uno stesso percorso. Se da un genere il team di sviluppo riesce senza errori a cogliere il meglio, da quello dei platform mostra il fianco a critiche per una gestione dei salti spesso deficitaria. La piccola protagonista sembra un palloncino che fluttua a velocità dimezzata e irrealistica nel momento in cui spicca un balzo, costringendo a calcolare ogni singolo spazio. Escludendo questo elemento, l’opera di debutto di Elden Pixels ha una difficoltà non proibitiva, alzata magari dai tentativi da compiere per superare alcuni ostacoli.

Luci e ombre

I comparti tecnico e artistico volano sulle ali della nostalgia, chiamando a sé i giocatori veterani e i più giovani a perdersi nelle sue fantasie retrò. Ogni area è ben curata, anche se nel corso di tutta la partita si scende a compromessi con una certa ripetitività che fa distogliere lo sguardo dai primi scenari, questi davvero distintivi. Il grosso del lavoro sembra essere stato applicato al design della protagonista, che tanto nei disegni quanto nella resa in pixel suscita immediatamente affetto.

Alwa’s Awakening recensione

Cosa potrebbe completare il nostro piatto tanto saporito quanto privo di quel gusto tale da far conquistare ai cuochi una stella Michelin? Ovviamente una colonna sonora d’impatto. Venticinque diverse tracce compongono una melodia ispirata al passato, eppure particolare e piacevole. Come accompagnamento, a onor del vero non indispensabile, ci vengono serviti dei collezionabili, in questo caso delle bolle, che faciliteranno la distruzione dei boss di fine dungeon. Unico tocco veramente innovativo, innestato in una serie di piattaforme difficili da raggiungere, che rischia tuttavia di annoiare qualcuno.

Trofeisticamente parlando: questione di completismo

Per essere un titolo indipendente, Alwa’s Awakening vanta ben quindici trofei e del tanto agognato Platino. Per ottenerli tutti sarà richiesto di finire la storia sconfiggendo i boss e completando alcuni specifici obiettivi, ma anche di raccogliere tutte le sfere da collezione. Ce n’è anche per gli speedrunner; un trofeo d’oro richiede infatti di terminare l’avventura in meno di due ore e morendo meno di cinque volte.

VERDETTO

Prendete i metroidvania, i platform che hanno segnato la storia di questi generi, aggiungete qualche enigma e mescolate il tutto in una salsa formato pixel in 8 bit. Avrete ottenuto Alwa's Awakening, un'avventura dalle tinte retrò dal richiamo nostalgico molto forte. Elden Pixels debutta con una storia certo non originale, ma che rappresenta il punto di partenza per costruire il viaggio di formazione della piccola eroina Zoe. Tra scenari ben curati e una colonna sonora piacevole, il gioco inciampa in una gestione spesso mal calibrata dei salti. Un pacchetto completo di tante chicche per i più nostalgici, che pur divertendo non riesce a lasciare il segno nel vasto panorama dei titani da cui prende spunto.

Guida ai Voti

Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.