Anoxemia – Recensione

Sviluppatore: BSK Games Publisher: Badland Games Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 7,99 € Italiano:

In questi ultimi anni, parallelamente ai titoli principali prodotti dalle grandi case di produzione, i cosiddetti giochi indie sono riusciti a ritagliarsi un’importante fetta di mercato. Queste produzioni, contraddistinte dal limitato budget, hanno capito che non serve per forza la grafica devastante o investimenti milionari per avere successo, ma basta concentrarsi sullo sviluppare un’esperienza, breve o lunga che sia, in grado però di lasciare qualcosa al videogiocatore. Proprio per questo molti di questi titoli hanno abbandonato gradualmente l’idea di avere un gameplay o delle meccaniche troppo complesse, allineandosi invece con un’idea più filosofica del medium videoludico.

Elogio della solitudine

La bellezza di un titolo come Anoxemia, sviluppato dai ragazzi di BSK Games, sta proprio nelle emozioni e nelle sensazioni che riesce a trasmettere. Grazie anche a un gameplay ridotto alla semplice esplorazione e ad alcuni enigmi ambientali, il titolo riesce a far concentrare il videogiocatore su alcuni aspetti che difficilmente si sarebbero notati con un’esperienza più complessa rispetto a quella proposta. Indossate quindi la maschera, prendete le pinne e preparatevi a immergervi completamente in questa particolare esperienza.

Cosa fareste se vi trovaste da soli durante un’esplorazione dei fondali marini? Cosa fareste se mancasse qualsiasi contatto con la superficie e il vostro ossigeno stesse esaurendosi pian piano? Queste sono esattamente le premesse di Anoxemia. Il titolo, che letteralmente identifica le patologie caratterizzate dalla scarsità di ossigeno, racconta nella semplicità di alcune finestre fumettistiche l’esperienza del dottor Bailey, uomo fin troppo fedele ai suoi principi, che si troverà solo con sé stesso a centinaia di metri di profondità.

Il nostro occhialuto protagonista, incaricato di raccogliere degli esemplari contaminati dal fondale marino, rimarrà intrappolato in seguito a un incidente che bloccherà anche qualsiasi contatto con la superficie. Come detto in precedenza, però, il ligio dottor Bailey deciderà, prima di pensare alla sua sopravvivenza, di portare a termine la complicata missione. Ad accompagnarci in questa difficile impresa ci sarà ATMA, un evoluto drone operativo specializzato nelle operazioni di ricerca ed estrazione, che sarà sostanzialmente l’unico mezzo che controlleremo. Il protagonista si limiterà a seguire il drone il quale, grazie ad alcuni gadget di cui è dotato, ci permetterà di risolvere i diversi enigmi ambientali che ci si pareranno davanti.

Il fondale marino però non si lascerà esplorare con troppa facilità, infatti, sparsi qua e là all’interno dei trentotto livelli, troveremo minacce di vario tipo come mine di profondità, laser e strani animali tutt’altro che amichevoli. Con il proseguire della vicenda, grazie anche a una narrazione minimale ma estremamente efficace, il giocatore si troverà faccia a faccia con alcune stranezze che lo faranno dubitare pure dell’unico compagno di questa avventura, ATMA. Anoxemia riesce egregiamente, nonostante l’eccessiva semplicità di alcuni aspetti, a regalarci un’esperienza profonda e toccante che raggiungerà il culmine proprio con un finale che lascerà chiunque a bocca aperta, proprio come ha fatto con il sottoscritto durante la prova per questa recensione.

Un level design altalenante

Chiusa la parentesi dedicata al background narrativo, è giunto il momento di fare i conti con un gameplay che risulta fin troppo minimale. Questa non vuole essere in nessun modo una critica proprio perché, grazie ad alcune meccaniche davvero molto semplici, è possibile far notare al videogiocatore molti dettagli dell’ambientazione e fargli godere appieno dell’angosciante atmosfera. Tutte le azioni permesse all’interno dell’avventura vengono svolte solo dal drone che accompagnerà il nostro protagonista. Lui ci permetterà di muoverci, fare luce nelle zone troppo buie, spostare oggetti grazie al rampino e aprire particolari casse che forniranno risorse di vario tipo. Proprio in alcuni di questi contenitori sarà possibile trovare potenziamenti che andranno a migliorare alcuni aspetti nostri e del drone come la riserva d’ossigeno, d’energia e altri gadget di ATMA.

Accantonata l’analisi del gameplay, si deve ora fare i conti con aspetti che, rispetto a quanto visto in precedenza, risultano decisamente sotto tono: il level design e gli enigmi. In un gioco dove l’ottima ambientazione ha contribuito in gran parte alla votazione finale, una nota di demerito la fa registrare stranamente proprio il level design. Nonostante ci siano alcune sezioni che mettono i brividi, la gran parte dei livelli risulterà fin troppo ripetitiva. Il discorso prosegue parallelamente per quanto riguarda gli enigmi ambientali che, nonostante una difficoltà crescente nella prima metà dell’avventura, subiranno un netto calo nella complessità e nella difficoltà verso le ultime missioni. La difficoltà negli ultimi livelli si limiterà infatti alla sola sopravvivenza in quanto, a esclusione di alcuni ostacoli minimali, se paragonati a quanto affrontato in precedenza, difficilmente troveremo delle reali minacce alla nostra avanzata.

Dal punto di vista tecnico il titolo risulta decisamente impeccabile. La conversione per console casalinghe, dopo la lunga gavetta fatta su PC, risulta di eccellente fattura; il frame rate si conferma solido come una roccia. L’aspetto tecnico che però merita i più sentiti complimenti risulta essere quello del sonoro. I suoni e le musiche che accompagnano il dottor Bailey durante la sua corsa alla sopravvivenza sono quanto di più azzeccato si poteva creare.

Tirando le somme, si può affermare che questo Anoxemia riesce a fare esattamente quello che gli sviluppatori volevano. Il titolo riesce, nonostante il gameplay limitato, a regalare un’esperienza molto profonda e a tratti filosofica che indurrà il giocatore a dubitare di tutti gli avvenimenti dell’avventura. Una difficoltà più alta e un level design a tratti troppo semplicistico sono invece gli aspetti che non convincono e su cui i ragazzi di BSK Games avrebbero dovuto fare più attenzione. Se consideriamo però anche il risicato prezzo a cui viene proposto, non possiamo far altro che consigliarne l’acquisto, soprattutto se siete alla ricerca di una bella e intensa esperienza di qualche ora.

Trofeisticamente parlando: vamos al mar

Come si può notare dalla lista trofei disponibile sul nostro forum, il Platino di questo titolo sarà più che altro una formalità. Durante la prova che ha portato poi alla stesura di questa recensione, abbiamo ottenuto gran parte degli obiettivi senza il minimo sforzo. Senza dubbio, oltre ad alcuni trofei ottenibili con specifiche azioni, quello che richiederà più tempo sarà il trofeo delle mille morti. Per completare tutte le trentotto missioni infatti ci sono volute circa un centinaio di vite; quindi, l’unico consiglio che possiamo darvi per l’ottenimento i questo trofeo, è quello di trovare una zona in cui morire a inizio livello e continuare a uccidersi. Nulla di troppo complicato insomma.

VERDETTO

Il lavoro svolto dai ragazzi di BSK Games su questo Anoxemia è quanto di più ispirato si possa trovare. Un gameplay volutamente minimale riesce a far concentrare il giocatore sulla bellezza dell'ambientazione e sulla profondità della narrazione. Il level design e la complessità dei livelli risultano invece fin troppo semplicistici e ripetitivi, con troppe zone che finiscono per assomigliarsi. Questi aspetti negativi vengono però parzialmente oscurati dall'eccellente comparto audio che, anche nelle situazioni più impensabili, riesce a trasmettere tutta l'angoscia di questa esperienza. Senza dubbio, anche grazie al prezzo ridotto, il titolo è fortemente consigliato a chiunque cerchi un'esperienza profonda di qualche ora.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!