Blackguards 2 – Recensione

Sviluppatore: Daedalic Entertainment Publisher: Kalypso Media Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 39,99 € Italiano:

A meno di un anno dalla pubblicazione dello strategico di ruolo Blackguards basato sulla licenza ufficiale del famoso The Dark Eye, i loro sviluppatori (cresciuti molto, dopo il successo maturato nel campo delle avventure grafiche con titoli come Deponia) decidono di tornare alla riscossa con un seguito ambientato a pochi anni di distanza dal primo capitolo, nel tentativo di battere il ferro finché è caldo, visto il più che discreto successo riscontrato in precedenza. Arrivato in ritardo di un paio di anni anche su PlayStation 4, siamo ora finalmente pronti a dedicare una nostra recensione a Blackguards 2.

Chi sono? E come ci sono finito qui?

Proprio come nell’originale Blackguards, anche in questo sequel ci troveremo ben presto reclusi in una prigione dalla quale dovremo cercare di fuggire. La prima grossa differenza sta nel fatto che stavolta non ci sarà concesso creare il nostro personale eroe dal momento che vestiremo i panni di Cassia, una donna tradita e poi fatta rinchiudere in segrete abitate da tremendi esseri e ragni il cui veleno si dice porti alla follia o, forse nel migliore dei casi, alla morte. Questa prima sezione che passeremo imprigionati avrà prevalentemente una funzione di tutorial, permettendoci di prendere dimestichezza con le meccaniche del gioco attraverso una breve serie di mappe piuttosto basilari.

A scandire il tempo tra una battaglia e l’altra, tornano quelle schermate fisse nelle quali potremo scegliere fra varie azioni, come ad esempio la gestione del nostro party, il suo sviluppo o il parlare con i vari personaggi non giocanti ed è qui, sui dialoghi di gioco, che troviamo opportuno soffermarci un istante. Esattamente come ci si potrebbe aspettare da un team di sviluppo che ha raggiunto la luce dei riflettori attraverso la creazione di avventure grafiche fortemente narrative, Blackguards 2 rivela una particolare cura proprio sotto questo aspetto. All’interno del titolo avremo dialoghi ben scritti e possibilità di scelta tra le classiche risposte multiple alle quali occorrerà però prestare parecchia attenzione, dal momento che potranno avere un grosso impatto sullo svolgersi della trama, sullo sviluppo caratteriale dei personaggi e, ultimo ma non certo per importanza, sul gameplay vero e proprio.

Una volta riusciti a evadere dopo diversi anni di detenzione, ci troveremo a controllare una Cassia ben diversa dalla donna intimorita delle primissime fasi di gioco. Qui, avrà inizio la sua folle crociata di vendetta che la porterà a conoscere e unirsi a diversi volti noti del capitolo precedente, con lo scopo di conquistare il potere e regnare su ogni cosa. Il motivo? Nessuno in particolare. Se questa, più che una scelta narrativa, potrebbe sembrare un vero e proprio buco di trama, in Blackguards 2 non è così e si rivelerà anzi essere una decisione piuttosto azzeccata. Una delle cose più affascinanti sarà infatti il poter definire tramite i dialoghi quelle che risulteranno essere le motivazioni dei protagonisti, trovandoci così a determinare in prima persona la loro caratterizzazione finale. Sebbene certi dettagli denotino l’interesse da parte degli sviluppatori nel mantenere alto il vessillo del classico gioco di ruolo, sarà impossibile non notare all’interno del titolo (specie per i più esperti e per coloro che avranno apprezzato il primo Blackguards) una marcia indietro piuttosto decisa su diversi aspetti tipici di quel genere. Se avrete intenzione di avvicinarvi a questo videogioco perché rapiti dalle complesse opzioni di sviluppo dei personaggi e scelte strategiche che la facevano da padrone nel capitolo precedente, fareste meglio a mettervi l’anima in pace fin da subito. In Blackguards 2 tutto è alla portata di tutti e nonostante questo non sia assolutamente un difetto a priori, uno dei risultati derivati da questa semplificazione nelle meccaniche del gioco non può che portare a una minore profondità in alcuni dei suoi aspetti principali che approfondiremo nel prossimo paragrafo.

Più sangue e meno chiacchiere!

Nonostante l’aggiunta di un aspetto gestionale legato alla conquista della mappa di gioco e alla possibilità di impiegare in battaglia membri del nostro personale esercito di mercenari, il fulcro di tutto risulteranno essere gli scontri a turni che affronteremo. Strutturati ancora una volta su una griglia a esagoni, essi presentano una serie di migliorie rispetto al passato: un maggiore bilanciamento fra le varie classi, una più elevata interattività degli scenari ora più grandi e le condizioni di vittoria che non si limitano a un continuo “sconfiggi tutti i nemici”, fanno di Blackguards 2 un sequel più scorrevole e vario rispetto al primo. Questi aspetti raggiungeranno la loro massima resa funzionale nelle battaglie contro i boss, nelle quali lo sfruttare a pieno i mezzi messi a nostra disposizione dall’ambientazione circostante risulterà di vitale importanza, anche mentre giocheremo a difficoltà normale.

Ogni vittoria sul campo di battaglia garantirà ai membri della squadra dei punti esperienza spendibili per imparare nuove abilità e talenti oltre che vari oggetti tra cui pezzi d’equipaggiamento. Le possibilità di personalizzazione, sebbene i personaggi (a esclusione di Cassia, la protagonista) presenteranno fin da subito una precisa attitudine verso classi predeterminate, saranno comunque presenti e talvolta optare per scelte che si allontanano dalla costruzione di classi pure, potrà dare diverse soddisfazioni.

A conti fatti, Blackguards 2 è un buon sequel e un discreto gioco di ruolo strategico sotto svariati punti di vista, che fatica però a rimanere a galla fra la marea di altri titoli migliori di lui. Indubbiamente consigliabile agli appassionati del genere e a chi ha particolarmente apprezzato il suo predecessore, gli risulta tuttavia impossibile evitare il confronto con videogiochi appartenenti allo stessa categoria come Divinity: Original Sin, che, oltre a surclassarlo in ambiti quali il comparto tecnico e quello sonoro (forse i due punti più deboli dell’opera di Daedalic), arriva addirittura a superarlo proprio in quegli aspetti che si potrebbero definire come i suoi punti di forza: narrativa e personalizzazione. Se dunque il primo capitolo faceva decisamente ben sperare in un possibile futuro, visto anche il passaggio tutt’altro che semplice degli sviluppatori a un genere complesso come questo, Blackguards 2 contribuisce a ridimensionare le attese degli appassionati mettendo in luce i diversi limiti già riscontrati in precedenza.

Trofeisticamente parlando: una leggera sensazione di déjà-vu

Eccoci arrivati come sempre alla breve sezione dedicata ai trofei dei titoli recensiti. L’elenco di Blackguards 2 vanta un totale di cinquanta coppe (trentasei di bronzo, dodici d’argento e una d’oro) alle quali si aggiunge un Platino di rarità pari allo 0,1 % degli utenti che hanno acquistato il titolo. Nonostante certe percentuali sembrino suggerire un’elevata difficoltà, aggiungerlo alla propria collezione non risulterà poi un’impresa così ardua. Una volta messi in conto alcuni trofei mancabili e il dover completare il gioco più di una volta, ci troveremo ben presto con un nuovo Platino la cui complessità d’ottenimento sarà inversamente proporzionale alla nostra voglia di ricominciare una nuova partita.

VERDETTO

Blackguards 2 risulta essere un titolo sicuramente apprezzabile dagli estimatori del genere, oltre che da chi ha ammirato in particolar modo il primo. Le varie semplificazioni alle meccaniche di gioco introdotte in questo sequel, nel tentativo di renderlo più accessibile e alla portata di tutti rispetto al suo predecessore, rischiano di allontanarlo dal gusto dei più veterani senza però sfociare in un repentino calo della difficoltà che (anche senza essere impostata a difficile) presenterà una sfida non indifferente. Essendo stato rilasciato a tempo record dal primo Blackguards però, le marcate incertezze a livello tecnico sono state ereditate e, nonostante diverse migliorie su varietà e fluidità del titolo, il secondo capitolo non riesce a distinguersi poi così bene tra le fila di una concorrenza che non può che risultare più valida. Infine il prezzo pieno, forse troppo elevato per una trasposizione su console che non aggiunge niente alla ben più economica versione originale per PC, impedisce all’opera di Daedalic di brillare.

Guida ai Voti

Leonardo Calamari
Classe 1993, dimostra fin dalle sue prime esperienze a riguardo, un interesse passionale per i videogiochi. Non può fare a meno di vederli come una possibile espressione artistica che si risolve in un'esperienza interattiva. Potenziale stupendo, se si apprezza l'arte in ogni sua forma. Genere preferito: GDR! L'immedesimazione, dove possibile, è sempre oro, per lui.