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Dreamwalker: Never Fall Asleep – Recensione

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Dopo l’esperienza soprannaturale di Scarlett Mysteries: Cursed Child, Artifex Mundi continua a puntare su prodotti di stampo horror e propone agli appassionati Dreamwalker: Never Fall Asleep, che analizziamo in un’approfondita recensione.

Mai dormire

Uno degli elementi che ha permesso ai videogiochi di Artifex Mundi di farsi notare dagli appassionati di puzzle nel corso degli anni è la trama intrigante e coinvolgente. Dreamwalker racconta una storia oscura ambientata nella cittadina immaginaria di Drowsy Valley, situata tra le Alpi austriache. In questo isolato paese un’entità nefasta genera nella mente degli abitanti sogni terribili e li porta addirittura al coma, come avvenuto per la figlia del sindaco.

A tentare di risolvere il mistero troviamo la dottoressa-psichiatra-investigatrice protagonista, incaricata proprio dal primo cittadino di Drowsy Valley di fermare gli incubi una volta per tutte. La triplice professione dell’eroina è fin da subito uno degli elementi che stoneranno maggiormente con la trama. Oltre a non permettere di definirne in maniera chiara la personalità, la polivalenza della psichiatra darà vita a una storia raffazzonata, fatta di tante scene scollegate tra loro, con momenti di pura azione in cui la nostra forzerà bagagliai e porte, affiancati ad altri più riflessivi. Come se non bastasse, la maggior parte dei personaggi secondari che incontreremo non sarà contestualizzata, rendendo quindi quasi impossibile ricordarsi a lungo nomi e facce e creando di fatto un semplice susseguirsi di scene casuali fino al concludersi dell’avventura.

Io, Es e Superio

La scelta di far vestire i panni di una psichiatra non è casuale. Una delle nuove meccaniche che, come da tradizione di Artifex Mundi, viene inserita all’interno di Dreamwalker è infatti quella dell’esplorazione dei sogni degli abitanti di Drowsy Valley. In maniera simile a quanto avviene per le classiche ambientazioni ricche d’interazioni e di oggetti nascosti, anche gli incubi saranno divisi in più schemi e ricchi di cose da fare ma, a differenza di abitazioni e zone esterne, avranno un aspetto decisamente più grottesco e inquietante.

La collaborazione con The House of Fables, che ha già messo il suo zampino in altre opere gotiche, genera ambientazioni davvero interessanti, con un’alternanza tra sogno e realtà che manterrà alta la concentrazione dei videogiocatori per tutta la durata dell’avventura, che sfortunatamente si attesterà sulle sole quattro ore circa. Lo stesso stile ricercato si trova anche nelle classiche schermate a oggetti nascosti, che richiameranno sia la realtà, con elementi tipici delle Alpi, sia il mondo onirico, sfociando quindi in oggetti e immagini astratti.

Mente pronta

L’altro elemento immancabile in qualsiasi avventura targata Artifex Mundi sono gli enigmi, qui proposti con una formula classica. Nessuno stravolgimento, tanto che la maggior parte delle sfide saprà di già visto ma riuscirà comunque a intrattenere gli appassionati con alcune prove che saranno più impegnative di altre. Unica vera novità è la richiesta, prima di entrare nel subconscio dei personaggi, della risoluzione di piccole prove. Anche qui siamo davanti a una rivisitazione di elementi già incontrati in altre opere simili, con rotazione di dischi o completamento di semplici puzzle.

Altri elementi tipici della tradizione sono i classici schemi a oggetti nascosti, realizzati con una buona varietà e una discreta alternanza di stili. Si passerà infatti dall’immancabile listone pieno di oggetti da trovare, a elenchi composti da sagome di ciò che dovremo cercare nelle scene statiche che ci verranno proposte. Se siete appassionati di caccia a tutto ciò che è nascosto, sarete anche felici di sapere che Dreamwalker vanta due serie di collezionabili, necessarie se punterete al Platino ma per il resto sostanzialmente inutili, dato che non sveleranno nulla in più della trama e non permetteranno di sbloccare nessun extra.

Una torre sulle montagne

A livello tecnico, Dreamwalker: Never Fall Asleep rimane fedele ad altre opere a oggetti nascosti viste fino ad oggi su PlayStation 4, mantenendo una buona fluidità e proponendo una serie di schemi realizzati con grande cura e ricchi di dettagli. Una chicca per gli appassionati è sicuramente rappresentata dalla realizzazione artistica degli incubi, veri e propri guazzabugli in cui comparirà praticamente qualsiasi tipologia di oggetto, dai jukebox fino alle automobili, contribuendo ad aumentare il coinvolgimento e a incupire l’atmosfera, grazie anche a una scelta saggia delle tematiche assegnate a ogni personaggio che analizzeremo.

Un altro elemento che sarà di grande supporto nel corso dell’avventura è il comparto audio. Oltre all’immancabile doppiaggio in lingua inglese di tutti i dialoghi, che saranno comunque sottotitolati in un buon italiano, troviamo melodie ed effetti sonori davvero ispirati, come le urla dei personaggi in sottofondo oppure ancora tonalità sognanti nei momenti più “astratti” della nostra esplorazione.

Trofeisticamente parlando: dreamrunner

La tradizione vuole che i titoli di Artifex Mundi siano dotati di un Platino semplice e rapido. Dreamwalker non fa eccezione, proponendo una lista in cui sarà sufficiente portare a termine l’avventura facendo attenzione ai collezionabili ed evitando di utilizzare indizi per ottenere la massima ricompensa.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
5/10
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Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

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