Flying Bunny – Recensione

Sviluppatore: Zepetto Publisher: Zepetto Piattaforma: PS4 Genere: Endless Runner Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 7,99 € Italiano:

Il mondo videoludico casalingo sta cambiando. Sempre più persone confrontano i giochi per i dispositivi mobili con quelli di una console dedicata e viceversa. Il mercato si sta allargando e offre, alcune volte, eccezionali capolavori tramutati in giochi da salotto. Oppure l’opposto. Questo è il caso di Flying Bunny, un mix tra uno shoot ’em up e un endless runner, creato dalla software house sudcoreana Zepetto. Si vede tutta la buona volontà di distinguersi dalla massa sotto il lato tecnico per dare vita allo sparatutto a scorrimento definitivo; tuttavia questo potrebbe non bastare a produrre un gioco accattivante e divertente allo stesso tempo.

Coniglietta volante

Flying Bunny non ha una storia di fondo in grado di amalgamare il gameplay con una sceneggiatura ben definita. Si comincia a giocare fin da subito, a capo chino e con il controller tra le mani. Una volta superata la schermata iniziale del menù e selezionata l’unica modalità di gioco disponibile, ci ritroviamo davanti alla scelta del personaggio. Inizialmente quelli disponibili saranno tre: Bunny, la protagonista principale, una coniglietta; Ringring, una stravagante maid dai capelli rosa; e Jey, una classica scolaretta noir. A seguito della scelta fatta, dovremmo decidere quali saranno gli animali che ci terranno compagnia durante il volo. E’ possibile sceglierne uno di tipo passivo, ovvero che attaccherà i nemici assieme a noi di sua spontanea volontà, e uno di tipo attivo, che attiverà delle abilità solamente dopo un nostro specifico comando. Le abilità possono essere offensive, aumentando a dismisura il danno provocato agli avversari, oppure di supporto, in grado di riacquistare vite o potenza di fuoco. La scelta del compagno al nostro fianco è limitata a due per tipo durante le prime uscite tra i cieli, mentre sarà possibile sbloccarne altri una volta che verranno sconfitti i boss.

Come ultima attività decisionale, sarà possibile attivare due tra i cinque vantaggi disponibili. I perk sono: start booster, che permetterà uno sprint iniziale fino alla fine del primo livello; power candy, che aumenterà il danno inflitto ai nemici; blessing of candy core, che ci difenderà dal primo attacco subito dai nemici, extra hit point, che ci regalerà una vita in più a inizio partita; e resurrection, che ci farà risorgere una volta finite le vite in nostro possesso. Una volta concluse le attività di preparazione, possiamo prendere la scopa in mano e partire verso nuove e fantastiche avventure.

A caccia di dolci

Le emozionanti dinamiche di Flying Bunny non sono nuove e, quasi certamente, potremmo paragonarlo a nomi celebri arrivati su PlayStation 4 come il classico Jetpack Joyride. Le meccaniche di gioco sono immediate e perfino banali. L’unica azione disponibile per controllare il personaggio è, appunto, schiacciare un bottone per prendere quota e non fare nulla per abbassarsi. Fine. Non è possibile muoversi liberamente per tutta la schermata, ma solamente spostarsi verticalmente.

L’obiettivo è quello di sopravvivere il più possibile, acquisendo il maggior numero di monete e ingurgitando più dolci possibili per permettere al nostro personaggio di attaccare e sconfiggere gli animali nemici e i boss di fine livello. Per aiutarci durante il tragitto, verranno rilasciati dei benefici temporanei da poter raccogliere, come il magnete per recuperare oggetti distanti, il boost per avere uno sprint improvviso e il gigantismo per essere invulnerabili per una brevissima durata. Esiste inoltre una percorso bonus chiamato LUNARMODE che ci consentirà di volare in una dimensione parallela in cui saranno presenti solamente dessert e monete. Sarà necessario comporre la parola LUNARMODE raccogliendo tutte le lettere sparse nella scenografia.

Mangioni

Il gioco non è meccanicamente preciso e soffre di qualche malfunzionamento a livello logico. Spesso e volentieri i benefici rilasciati dai boss annientati si avvicinano al personaggio con un angolo improbabile, impedendo al giocatore di acquisire tale power-up o recuperare le poche vite regalate. Un ulteriore errato concetto, o se è stato così deciso è perfino peggio, è la modalità di attacco. Per attaccare è necessario riempire una barra rifocillandosi di dolci. Tuttavia è necessario mangiare tutta la serie di fila. Nel malaugurato caso ne sfuggisse uno, sarà necessario mangiare buona parte della serie di dolci successiva, fino al riempimento della barra. Durante la fase di attacco non sarà possibile riempire temporaneamente la barra per acquisire nuove forze per attaccare; è necessario nuovamente fare filotto di bonbon per riempire totalmente la barra, altrimenti l’attacco si bloccherà non appena si sarà svuotata del tutto. Questo determina l’inutilità dei singoli dolci e potrebbe diventare problematico durante le fasi più avanzate del gioco, dove la velocità aumenta esponenzialmente, così come il numero dei nemici.

Per finire, i livelli si fanno via via sempre più difficili, fino ad arrivare a un punto dove l’abilità di una persona non può nulla contro un’imprevedibile serie di infiniti ostacoli, ostruendoci qualunque spazio. L’intelligenza artificiale, che così tanto intelligente non sembra essere, influenzerà non poco le prestazioni personali dei giocatori, portandoli a un game over prematuro. Un esempio tra tutti: una volta attivata l’abilità per recuperare un punto vita grazie al nostro compagno attivo, è possibile perdere immediatamente tale vita, senza alcun periodo di invulnerabilità. Flying Bunny, sotto questi aspetti, è un titolo che mette allegria durante le prime sessioni di gioco, per poi sfociare in una frustrazione mentale coi fiocchi.

Fermi tutti, questa è una rapona

Il gioco di parole fa riferimento a uno dei tanti boss presenti nel gioco, che sono il vero fulcro a favore di questo titolo, insieme ai protagonisti e alla scenografia. La grafica è il principale, per non azzardare unico, punto di forza su cui si basa Flying Bunny. Bidimensionale, con colori elettrici e accesi, è magica e psichedelica. La quantità dei dettagli disponibili è assolutamente da tenere in considerazione. Se si va a guardare ciò che avviene dietro l’azione in primo piano e ci si immerge in questo incredibile arcobaleno sfumato sullo sfondo, è possibile notare una miriade di piccole finezze visive. Tanto rinominare questo stile in cute ’em up, cioè un genere shoot ’em up dai toni deliziosi e aggraziati.

Non si può dire lo stesso del comparto sonoro. Le possibili opzioni rivolte al suono sono ristrette al volume della musica e degli effetti speciali, quindi insignificanti e di poco conto. Le musiche e i jingle presenti nei menù e durante le fasi di gioco sono caratteristiche e piacevoli. Peccato che la gradevolezza di queste canzoni potrebbe essere compromessa dalla loro brevissima durata e dalla presenza di un loop che ripete la stessa sinfonia fino a fine partita, finendo con il risultare noiosa e ripetitiva dopo pochi minuti. I sound effect, invece, sono ben composti e si comportano correttamente nell’esatto momento in cui avviene un evento in cui c’è bisogno di un effetto acustico, come l’eliminazione di un nemico oppure acquisizione dei dolci presenti sulla strada. Il titolo di questo capitolo è stato scelto appositamente pure per evidenziare il prezzo decisamente salato del prodotto.

Trofeisticamente parlando: dolci delusioni

Flying Bunny dispone di una lista trofei decisamente povera, sia dal punto di vista della quantità sia dal punto di vista della difficoltà. Prima di cominciare, è opportuno puntualizzare la mancata presenza del Platino. Il numero di trofei sono in totale tredici, divisi in otto di bronzo, tre d’argento e un solo oro. Non lasciatevi abbindolare dalla quantità dei trofei più ordinari; almeno due dei trofei più comuni potranno essere sbloccati solamente dopo aver acquisito l’unico trofeo di maggior prestigio. Infatti, per poter giocare con tutti gli animali da compagnia, sarà necessario dapprima sconfiggerli, e arrivare all’ultimo boss è un’impresa mastodontica.

VERDETTO

Flying Bunny è un endless runner cute 'em up, mix tra shoot 'em up e il termine inglese "carino", con più infamia che lode. Il divertimento può essere concentrato all'interno delle prime due ore di gioco, dove si cominciano a capire le dinamiche di gioco e le abilità dei pochi personaggi inizialmente disponibili. Superate queste due ore, la frustrazione prende il sopravvento, tenendo incollato allo schermo il più povero dei giocatori casual o il più incallito cacciatore di coppe il quale, quasi certamente, non riuscirà a portale al 100% la percentuale dei trofei ottenuti.

Guida ai Voti

Antonino Gennaro
Appassionato di videogiochi di nuova generazione e collezionista di giochi retrò che hanno fatto di PlayStation il prodotto d'eccellenza che conosciamo oggi. Sono un nerd a 360 gradi: oltre ai videogiochi, apprezzo tutto ciò che è arte per gli occhi. Adoro guardare anime preferibilmente in giapponese, leggere manga di ogni genere, amante del cinema cult e fanatico della fotografia.