Grotto – Recensione Speedrun

Sviluppatore: Brainwash Gang Publisher: Digerati Distribution Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Zen Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 12,99 € Italiano: No

Non solo armi da fuoco, poteri mistici, esplorazione e azioni al cardiopalma, i videogiochi possono anche essere contemplazione e interpretazione. Grotto si fissa saldamente in questi due ultimi principi, presentandosi in un’avventura, tra moltissime virgolette, in cui il linguaggio la fa da padrone. Segni, parole, fatti, possono essere interpretati in modi differenti, sempre, a seconda di chi è parte del discorso, sarà vostro compito capire e rispondere nel modo più opportuno, facendo affidamento a qualcosa di superiore e inspiegabile, come le stelle. Se siete pronti a in questa breve ma intensa esperienza, restate comodi e continuate con la lettura del titolo sviluppato da Brainwash Gang.

Chi sei tu? Chi siamo noi?

Senza troppe domande, Grotto si apre ponendo il giocatore davanti ad un problema: la comunicazione. Quest’ultima può avvenire in diversi modi e in modi altrettanto diversi i singoli possono interpretare parole e fatti. Il giocatore sarà un indovino con l’abilità di poter leggere le stelle e tramite essere risolvere, forse, i problemi di chi si presenterà al suo cospetto.

L’indovino, abitante di una grotta, verrà avvicinato ogni giorno da una persona con qualche problema da risolvere, che gli parlerà cercando di farsi capire al meglio. Purtroppo, in questo caso, non è la presenza della sola lingua inglese a rendere difficile la comprensione, ma saranno proprio le linee di testo ad essere difficili da comprendere a causa della cripticità con cui i personaggi parleranno. Sarà difficile distinguere bene, male e altri sentimenti, e il più delle volte, il giocatore si ritroverà solamente a trovare una costellazione a caso e “consegnarla” al personaggio di turno, sperando in una qualche soluzione effettiva il giorno dopo.

Guardare le stelle

Affidarsi alle stelle è una delle tre cose possibili da fare in Grotto. Non ci saranno esplorazione, fasi platform o interazioni varie, ogni giorno come indovino dovrete parlare con uno dei personaggi che vi si presenterà e dargli una lettura delle stelle. Il personaggio interpreterà la cosa a modo suo e tempo dopo ritornerà spiegandovi cosa è avvenuto dopo la vostra chiacchierata e presentandovi un nuovo problema. Più avanti nel gioco sarete capaci di leggere anche le ossa o fumare la pipa per ampliare i vostri orizzonti, ma tutta la parte giocata terminerà qui.

La veste grafica del gioco si limiterà agli sprite in 2D dei personaggi che sembreranno delle sagome di cartone nel contesto 3D della caverna in cui vivrete e che non potrete mai abbandonare. Ogni giorno, o meglio, ogni notte, vi alzerete dalla vostra tenda, raggiungerete il piccolo falò, parlerete con qualcuno e tornerete a dormire. Grotto è questo e nient’altro, purtroppo.

Il Platino di Grotto

Purtroppo, data la minuscola quantità di cose da fare in Grotto, ci aspettavamo, almeno, un Platino veloce e indolore, ma invece no. L’elenco di trofei di Grotto sarà anch’esso da decifrare, ma purtroppo non risolvibile andando a tentoni tra una costellazione e l’altra. Certo è possibile fin dalla prima fase sbloccare tutte le costellazioni disponibili, ma questo sbloccherà solo tre dei trofei essenziali al Platino. Per gli altri bisognerà far accadere e far prendere determinate decisioni ai personaggi disponibili, che porteranno ad eventi specifici. Questo comporterà quindi il ricominciare più e più volte il gioco per prendere queste decisioni, senza mai sbagliare, pena il ricominciare di nuovo la mirabolante avventura. Alla fine, grazie sempre alle stelle belle, sbloccherete un nuovo trofeo di Platino. DING!

VERDETTO

Grotto è un'avventura narrativa lenta e ripetitiva, che potrebbe sembrare interessante nella primissima fase di gioco ma che non porterà a nulla di realmente divertente durante tutto il percorso. Simpatica l'idea di impersonare un indovino capace di leggere le stelle, ma si poteva rendere indubbiamente meglio la piccolissima parte giocata.

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.